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Riunione.

La serratura scattò non appena un piccolo faro a led posto nel punto più alto della porta si illuminò di un brillante colore verde, permettendo così a Seokjin di afferrare la maniglia rotonda ed aprire con sicurezza la porta davanti a sè. Alle sue spalle, Hyeseon sporse il proprio capo e si mise sulle punte delle scarpe per cercare di osservare meglio cosa si celasse all'interno della stanza, ma non ebbe nemmeno il tempo di muovere il suo piede destro nella direzione indicatale da Jin che subito un grosso esemplare di cane-lupo le fu addosso, iniziando a leccarle braccia e guance, non smettendo di scodinzolare ed abbaiare decisamente euforico.

— Ryuk! Ryuk adesso calmati, — cerco di dimenarsi, tentando di tranquillizzare e placare l'improvvisa euforia di quel giovane animale. Sorrise Hyeseon, con le guance a contatto con il pelo irto di quello splendido esemplare e non potè non ammettere a sè stessa di essere estremamente felice di constatare che almeno il suo fedele compagno fosse così in forma. Non si lasciò sfuggire nemmeno lo sguardo altrettanto compiaciuto di Seokjin, che tuttavia si allontanò quasi subito da lei, lasciandola in balìa di ancora un emozionatissimo Ryuk. Solo dopo qualche minuto di coccole e carezze il giovane esemplare si decise finalmente a concederle lo spazio sufficiente per rimettersi in piedi e guardarsi attorno, facendole scoprire, non senza un po' di imbarazzo, di avere ben quattro paia di occhi puntati addosso.

— Dunque sei tu la famosa Lee Hyeseon, — esordì una voce bassa ed intimidatoria, che si innalzò proprio dal centro della stanza. Appoggiato al tavolo in legno di quel salone illuminato da una sola luce a neon posta sul soffitto si trovava infatti un ragazzo alto e dagli inconsueti capelli color prugna, chiaramente tinti, che si avvicinò ad Hyeseon a passo lento ma senza mai distogliere lo sguardo. La ragazza non potè che rispondere con un rispettoso inchino, scoprendo a suo malgrado di avere la bocca troppo secca ed impastata per far seguire a quel gesto reverenziale anche le dovute presentazioni o piuttosto delle scuse per quell'irruzione così poco professionale. Solo una volta dopo essersi rialzata ed averlo guardato con maggiore attenzione negli occhi, Hyeseon intuì quanto in realtà la sua voce perentoria avesse ben poco a che fare con i lineamenti tondeggianti e delicati del suo viso.

— Kim Namjoon, generale dell'armata ribelle, — si presentò dunque lui a quel punto, porgendole cortesemente la mano in attesa di un suo gesto di risposta che non tardò ad arrivare, nonostante la sua stretta fosse totalmente incomparabile con quella forte e decisa del capitano della gilda.

— Hyung non ti sembra di esagerare? Così la terrorizzi, —

Hyeseon mollò la presa proprio in quel momento, decisa più che mai a capire a chi appartenesse quella voce estranea. Il suo sguardo si fermò per un istante sul viso tirato di Jungkook che, da quando lei aveva messo piede nella stanza, non le aveva distolto lo sguardo per un solo istante, non facendo altro che aumentare il suo disagio. Le fece solo un vago cenno col capo, che la ragazza comprese essere il suo modo di salutarla e darle il benvenuto ufficiale nel covo dei ribelli. Hyeseon decise di ricambiare quel discutibile approccio con maggiore energia, sforzandosi di mimare un saluto con la mano, ma fu proprio in quel momento che venne sopraffatta, avvertendo proprio accanto a sé la presenza di un altro ragazzo, da cui evidentemente doveva provenire la frase di poco prima.

Jung Hoseok, un soldato semplice ma sicuramente il più simpatico qui dentro, —

Non le diede nemmeno il tempo di riflette, afferrandole quella stessa mano che Hyeseon teneva ancora alzata verso l'alto in direzione di Jungkook e stringendola invece tra le sue. Fu proprio allora che i due ragazzi alzarono contemporaneamente le loro teste, sui loro volti un'espressione sorpresa. Su entrambe le loro braccia infatti, scoperte e ben in mostra, erano visibili due marchi esattamente identici, posizionati nello stesso punto e uguali sia per forma che per dimensione. Ma, invece che accigliarsi l'uno della condizione dell'altra, i due si scambiarono uno sguardo prima di compassione e poi di reciproca e silenziosa intesa.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora