007.

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Passato

Aish, —

Chiuse la porta di quella minuscola stanza alle sue spalle accompagnandola dolcemente con l'aiuto della punta dei suoi scarponi di cuoio dal chiaro color ocra. Le mani, strette saldamente attorno ad un paio di cosce robuste, erano infatti troppo indaffarate ad aiutare la sua schiena a sostenere il peso del corpo di Hyeseon che, dopo la riunione del pomeriggio, si era limitata a seguire silenziosamente Seokjin nel suo giro di visite in varie aree della gilda sotterranea, per poi finire con l'addormentarsi, completamente esausta, sull'unico lettino dell'infermeria. Proprio per quel motivo il giovane medico si era trovato costretto a chiedere l'aiuto di Jungkook affinchè la riaccompagnasse nella sua stanza, possibilmente senza svegliarla.

Preso così alla sprovvista e per giunta da un suo superiore, il soldato Jeon non se l'era quindi sentita di venir meno al suo senso del dovere (o, più semplicemente) di ribattere, caricandosi invece in ossequioso silenzio la nuova arrivata sulla schiena e trasportandola a peso morto fino all'interno della sua camera. Dopo aver respirato profondamente l'aria stantia della stanza, il ragazzo decise di disfare la giovane ribelle di quei pesanti scarponi che lanciò alla rinfusa verso un punto non definito di quell'ambiente piccolo e quasi completamente spoglio, illuminato solo da una fioca lanterna artificiale posta in corrispondenza del letto. Fu poi la volta della parte superiore della sua tuta mimetica, che Jungkook non si preoccupò nemmeno di ripiegare o appendere da qualche parte, preferendo concentrarsi sul modo migliore per adagiare Hyeseon tra le lenzuola del letto.

Si era persino sorpreso di sé stesso quando, giunto davanti a quella stretta e dismessa branda, aveva comunque cercato in tutti i modi di distendere il corpo di quella ragazza con una delicatezza quasi innaturale, finendo addirittura per rimboccarle le coperte per tenerla al caldo. Ed era rimasto li, imbambolato in quella posizione, una manciata di secondi in più di quello che gli era stato richiesto, stringendole quella mano fredda per assicurarsi di non averla in qualche modo svegliata.
Le voltò le spalle solamente dopo aver tirato un profondo sospiro di sollievo, procedendo quindi a grandi passi verso la porta, ma non ebbe nemmeno il tempo di afferarne la maniglia che uno strano lamento si levò proprio da punto in cui Hyeseon era stata adagiata poco prima.

— Non lasciarmi ti prego, —

Jungkook si ritrovò così ad abbassare improvvisamente lo sguardo, sorridendo mesto e con gli occhi rivolti verso il pavimento prima di mordersi con forza il labbro inferiore per trattenere chissà quali imprecazioni e fare poi marcia indietro per riavvicinarsi a lei, notando però con una certa sorpresa di come i suoi occhi fossero ancora chiusi.

Tae-hyung, —

Doveva trattarsi solamente di un brutto sogno. Quel nome, fuoriuscito quasi come un lamento da quelle labbra rosee e leggermente carnose, fu tutto ciò che Jungkook riuscì a comprendere in maniera chiara e distinta. Poi, quasi come un automatismo e senza che lei glielo avesse chiesto esplicitamente, il giovane ribelle estrasse dalla tasca del suo giubbotto mimetico quella collana che fino a qualche giorno prima era rimasta sul collo ferito di Hyeseon. Si chinò quindi momentaneamente su di lei, rigirando per qualche istante quella sottile lamina di metallo così simile alla sua tra le mani e chiedendosi cosa avesse di così tanto speciale quella targhetta da ricorrere persino nei sogni di quella ragazza. Non riuscendo a trovare alcuna risposta che potesse soddisfarlo, Jungkook decise semplicemente di restituirla alla sua legittima proprietaria, appoggiandola sul suo piccolo palmo semiaperto e permettendole così di riaverla con sé. Dopotutto, glielo aveva promesso.

Quel movimento gli consentì per un istante di tornare ad osservare quel viso pallido e scarno, accorgendosi solo allora che due grandi paia di occhi verdi lo stavano fissando. Si scostò immediatamente da lei con tutta la forza che riuscì a generare dalle proprie braccia, finendo con il sedere per terra dallo spavento. A quella sua insolita reazione, la ragazza sdraiata sul lettino non potè che abbozzare un sorriso innocuo, anche se non fu difficile intuire che i suoi occhi celavano tutt'altro che divertimento.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora