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Risveglio

─ Ancora quell'incubo non è vero? ─

Kim Taehyung era un insieme di tante cose.

Carismatico per natura, severo all'occorrenza, spesso impulsivo e caparbio, di animo peró sempre spiritoso e allegro. Dotato di uno spiccato senso di giustizia, possedeva anche tanto, forse troppo coraggio.
Kim Taehyung era tutto questo. E molto di più. Un mix fatale di audacia e ardore, di bellezza e forza. Possedeva uno sguardo così magnetico, profondo e dannatamente bello che bastava semplicemente che passeggiasse per la strada con quell'aria leggermente melanconica e sognante che lo caratterizzava per catturare su di sé l'attenzione di ogni ragazza.
E Lee Hyeseon non aveva fatto certo eccezione. O, più semplicemente, lei era stata la sua unica eccezione.

─ Ti proteggerò io, a qualunque costo! ─

Già. Glielo aveva promesso. Precisamente all'età di sei anni quando, nel parco vicino a casa, aveva cercato un po' impacciatamente di catturare l'attenzione della sua nuova vicina con quella stupida frase. Ma la verità è che poche volte prima di allora Hyeseon si era sentita così protetta, così al sicuro.
Alla tenera età di sei anni, la piccola Lee Hyeseon adorava trascorrere i pomeriggi al parco insieme a suo padre, sedendosi sull'erba rigogliosa e ricca di fiori dalle svariate forme e dimensioni solo per poter disegnare. Benchè dunque non avesse la minima idea di quali strani mostri invisibili il suo giovanissimo coetaneo nonchè vicino di casa stesse combattendo di fronte a sè con una spada di plastica argentata e quello sguardo fiero e baldanzoso, il solo fatto che avesse promesso di difenderla le aveva dato una sicurezza tale che, qualche giorno dopo, Hyeseon si era presentata davanti al giovane Taehyung stringendo tra le mani un disegno che lo ritraeva intento a combattere un'orda di mostri per difendere la sua casa, per difendere lei. Mai previsione fu tanto azzeccata.
Peccato che entrambi se ne sarebbero resi conto solo svariati anni più tardi.

Hyeseon sobbalzò leggermente a quel ricordo che riaffiorò nella sua mente senza preavviso. Non avrebbe voluto svegliarlo e nonostante ormai fosse abituata alla cadenza dolce e calda della sua voce, sentire quelle mani percorrere la sua schiena nuda le faceva ancora uno strano effetto. Erano trascorsi ormai quattro anni dalla morte di suo padre, quattro anni esatti da quando il virus ZT1 aveva iniziato a contagiare gli esseri umani, conducendo l'umanità verso un lento ma inarrestabile declino e decimando poco più di metà dell'intera popolazione mondiale, distruggendo migliaia di vite, sgretolando milioni di famiglie. Eppure, l'espressione di quel volto digrignato e le mani insanguinate erano immagini maledettamente vivide che ancora tormentavano le notti di Hyeseon.

Non si sentì in dovere di annuire, ma il suo silenzio e quell'impercettibile tremolio involontario del suo corpo furono una risposta più che sufficiente per convincere il ragazzo a stringerla a sé e poi avvicinarsi a quel viso perennemente stanco solo per sfiorare le sue labbra, in un gesto tanto delicato quanto inaspettato. La convinse così senza troppi sforzi a distendersi nuovamente accanto a lui, lasciando poi che le sue piccole mani gli sfiorassero prima quella folta massa di capelli scompigliati e poi passassero sulle gote, ancora leggermente arrossate dopo uno dei rari momenti di intimità che la vita poteva ancora concedere loro.

─ Shhh, non preoccuparti, ci sono qui io adesso, ─ cercò di rassicurarla il ragazzo, infossando la sua testa tra la clavicola ed il collo sottile di Hyeseon, che tuttavia non potè fare altro che alzare gli occhi al cielo in segno di resa, tornando a fissare un punto imprecisato del soffitto sopra la sua testa.

­­─ Lo so Taehyung, ma neanche tu ora puoi più proteggermi da questo, ─

L'attenzione di entrambi ricadde così sul braccio pallido della ragazza, sul quale era stato impresso un vistoso marchio a forma di I maiuscola.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora