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Scontro

Si fece strada come poté all'interno di quel capannone desolato e silenzioso da cui non avvertì provenire altro che un acre odore di muffa e fango, stando ben attenta a non inciampare nella miriade di cianfrusaglie e utensili sparsi alla rinfusa sul pavimento umido e trasandato del locale. Nella mano sinistra, tremante e fradicia così come i tutti suoi vestiti, Hyeseon stringeva una vecchissima torcia il cui bulbo proiettava ad intermittenza una luce troppo pallida e fioca per poterle permettere di avere una visuale abbastanza ampia e precisa del luogo in cui era stata costretta a rifugiarsi; la destra invece, madida di sangue, era ancora stretta saldamente tra la clavicola ed il collo, nell'estremo tentativo di mettere un freno a quella che non appariva altro che come una vistosa emorragia.

Sbuffò con insolita decisione, spegnendo poi frustrata quella torcia malfunzionante e lasciando così che il buio avvolgesse completamente il suo corpo stanco ed i suoi respiri ancora affannosi data la folle corsa sotto la pioggia, premurandosi poi semplicemente di accovacciarsi in un angolo imprecisato del capannone e portando le ginocchia più vicine al petto per cercare di trattenere un pò di calore. Si morse il labbro Lee Hyeseon, tentando in ogni modo di resistere al dolore lancinante che avvertiva con sempre maggiore insistenza torturarle la parte sinistra del collo, impedendole qualsiasi movimento inconsulto ed improvviso. Anche il semplice appoggiare il capo contro la fredda parete della stanza e chiudere gli occhi divenne presto un gesto doloroso, costringendo così ogni singolo muscolo di Hyeseon a rimanere attivo e in allerta. Un ghigno di dolore si dipinse presto sul suo viso frustato: nonostante fosse consapevole della sua immunità, nulla le avrebbe impedito di perdere la vita per una grave emorragia da ferita di arma da fuoco, dovuta con tutta probabilità ad un colpo sparato in lontananza da qualcuno che evidentemente le stava dando la caccia.

Si potevano contare sulle dita di una mano i dettagli che, nelle notti senza sonno nè riposo, ancora riuscivano a riaffiorare alla sua mente di quell'ormai lontano giorno di fine estate in cui il mondo intero, o quantomeno il suo, ebbe fine. Ricordi sbiaditi e distanti come una fotografia ingiallita dal tempo tra le pagine di un vecchio libro di fotografie riposto con cura sul più antico e prezioso scaffale di un vecchio salotto, conservato come una reliquia dal valore inestimabile esattamente come lo erano i giorni precedenti lo scoppio di quell'epidemia che aveva cambiato per sempre la sua vita, nonché le sorti dell'umanità intera.
Fin dai tempi in cui era stata costretta a rifugiarsi nella safety zone del ventinovesimo distretto, Hyeseon aveva scelto volontariamente di provare ad eliminare dalla sua mente il premuroso sorriso e le cure amorevoli di suo padre e i momenti più felici trascorsi accanto alla sua famiglia e ai suoi amici. Solo così aveva capito che per sopravvivere in un mondo dove la Morte aveva dato inizio ad una nuova era inviando orde dei suoi più fedeli scagnozzi che lo Stato amava appellare come infetti con il solo obiettivo di decimare la popolazione portandola alla quasi-estinzione, provare ancora dei sentimenti era un lusso che lei non avrebbe certo potuto concedersi.

Poi però, quasi all'improvviso, Kim Taehyung era entrato nella sua vita, salvandola da una fine orribile e con i suoi sorrisi e le sue promesse l'aveva stravolta in meglio, o almeno cosi credeva. Si era convinta che tutto sarebbe finalmente andato per il verso giusto, che anche in un mondo sull'orlo del precipizio c'era ancora spazio per la felicità.
Ma le cose non erano andate come lei aveva previsto: era trascorso ormai quasi in mese da quando la sua strada e quella di Taehyung si erano separate, ma mai Hyeseon avrebbe immaginato che muoversi da sola in un mondo completamente diverso da come lei lo ricordava sarebbe stato cosi difficile.

Solo Ryuk non l'aveva mai abbandonata, nonostante molteplici fossero state le occasioni in cui avrebbe potuto farlo, lasciandola in balìa di disgustose orde di zombie o peggio, di squadre di soldati addestrati pronti a riportarla al "sicuro" solo per ricevere in cambio una grossa somma di denaro, o un qualche titolo onorifico. Dunque solo a lui Hyeseon aveva deciso di donare la sua intera e più totale fiducia. Non conosceva il motivo di tanto attaccamento da parte di quel cane-lupo che avrebbe tranquillamente potuto vivere senza di lei: o meglio, forse il perchè lo sospettava, ma nonostante almeno inizialmente avesse provato a "parlargliene" e a cacciarlo via in malo modo, quel grosso cane dal folto pelo nero non aveva risposto altro che con qualche sonoro ululato, tentando forse di convincerla - anche se invano - a seppellire ogni ricordo legato al suo ex padrone, con il quale sia lei che Ryuk erano cresciuti e da cui entrambi si erano sentiti improvvisamente abbandonati e traditi.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora