020.

94 7 8
                                    

Attacco

Camminava a passo lento ma apparentemente tranquillo, cercando di coordinare il movimento dei passi con i propri respiri, profondi ma regolari. Davanti al suo sguardo concentrato solo le spalle di Taehyung che, all'interno del suo zaino perfettamente in tinta con il resto della divisa, custodiva il prezioso dispositivo che avrebbe presto concesso loro di dare inizio ad una nuova era.

Una nuova speranza, per l'umanità intera.

Quasi involontariamente, Jeon Jungkook rivolse subito il proprio pensiero a Namjoon, onorando così una volta ancora il suo ricordo e le sue qualità come capitano e come uomo. Lui che prima di tutti aveva intuito che forse, per provare a vincere questa battaglia, fosse necessario inviare qualcuno che potesse studiare dall'interno i movimenti e le strategie dell'esercito. E, in effetti, se non fosse stato per la dimestichezza e la competenza di Jimin e la scaltrezza e le conoscenze di Taehyung, nessun membro di Hiraeth sarebbe stato in grado di arrivare tanto lontano, infiltrandosi nel bunker centrale dell'esercito senza rischiare di farsi scoprire.

E loro erano riusciti ad arrivare fino al suo cuore pulsante con successo, dopo aver percorso diversi chilometri di condotti, corridoi angusti e strettoie praticamente invisibili ad un occhio inesperto. Guidati da Jimin e dall'olfatto infallibile di Ryuk, i tre soldati avevano così raggiunto il caveau dell'esercito imperiale, recuperando poi senza troppe difficoltà il dispositivo di assopimento contro gli zombie. Il tutto, ancora una volta, grazie alle competenze di hacking di Jimin e Taehyung. Jungkook era invece semplicemente rimasto ad osservare i loro movimenti in totale e rispettoso silenzio, sulla soglia di quella camera blindata. Avrebbe voluto con tutto se stesso poter essere di maggior aiuto, ma in fondo sapeva che ogni suo gesto, più o meno avventato, in quel caso avrebbe potuto compromettere l'intera missione.

Solo una volta dopo aver recuperato quell'oggetto dall'ancora misteriosa applicazione, i tre soldati si erano incamminati in tutta fretta verso l'uscita del bunker. Taehyung aveva infatti attivato il timer per il countdown che avrebbe portato all'esplosione della bomba creata da quel genio di Hoseok, impostandolo su 20 minuti, non dimenticandosi tuttavia di calcolare anche eventuali ostacoli o imprevisti nella loro via di fuga.

Jungkook strinse quindi tra le mani il proprio fucile da infallibile cecchino, ad ogni passo volgendo lo sguardo a destra e poi a sinistra, assicurandosi di coprire le spalle a Taehyung e a Jimin che, davanti a tutti insieme al baldanzoso Ryuk, stava aprendo loro la strada più veloce per uscire in tutta sicurezza da quel maledetto bunker.

I suoi grandi occhi a mandorla si spalancarono solo quando, in un corridoio che avrebbe dovuto essere privo di stanze, il più giovane dei tre soldati notò una specie di anticamera. E prima ancora che la sua bocca potesse parlare ed informare i suoi due compagni di arrestare il loro passo di marcia, il suo corpo si mosse invece in quella direzione.

La porta non era nemmeno chiusa a chiave forse perchè, vista dall'interno, quella stanza non appariva altro che un semplice magazzino porta documenti, se non fosse che ciascuna copia di quelle scartoffie era stata nominata "ZT1" seguita da un numero. Spinto improvvisamente dalla un'irrefrenabile per quanto malsana curiosità, ma soprattutto da una rabbia a dir poco fremente, Jungkook prese tra le mani la cartella numero 1, perdendosi per qualche istante a leggerne l'inquietante contenuto.

E avrebbe continuato imperterrito a sfogliare tutte quelle vergognose carte se non fosse stato interrotto proprio da Taehyung che, entrando tutto trafelato all'interno della stanza, per poco non si avventò contro di lui.

— Sei forse impazzito? Vuoi farci ammazzare tutti? — provò a scuoterlo, cercando di farlo rinsavire, strappandogli bruscamente dalle mani quella cartella impolverata e osservandolo con occhi truci.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora