Capitolo 18

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Scelte

Siria aveva dormito poco e male. Iniziava ad assumere una posizione non corretta con la schiena, e la sera si ritrovava a letto piena di dolori. Si era alzata dieci minuti dopo che Matteo era uscito di casa. Aveva aperto la tapparella, fuori il cielo era grigio. Non sembrava Giugno. Non sentiva l'arrivo dell'estate sulla sua pelle. Non avevano progettato ancora nulla per le vacanze perché non sapevano come si sarebbe messa la gravidanza. Forse avrebbero fatto qualche bagno lì vicino. Sempre che, il medico, non le avesse vietato anche quello.
Si accarezzò la pancia.
Avrebbe voluto che fosse Gennaio. Giugno, l'estate, il sole, le vacanze, in questa fase della sua vita, stridevano con il suo stato d'animo. Mise nel bollitore l'acqua per il tè, e prese dal mobile un pacco di biscotti con granelli di zucchero. Ne contò giusto quattro e li mise in un piattino. Il medico era stato chiaro sul cibo e sull'assunzione di zuccheri, il rischio che correva era troppo alto. La colazione era l'unico strappo alla regola che si concedeva, perché per lei, da sempre, era l'unico pasto sacro della giornata.
Bussò il citofono, non aspettava nessuno.
'Pronto' rispose Siria.
'Ehi... sono io... Mi apri?' disse Bea.
Dopo due minuti bussava al campanello di casa 'E che ci fai qui a quest'ora? Non lavori oggi?'.
Siria era ancora gonfia dalla nottata, ma guardando Bea dovette ammettere che anche lei non stava messa benissimo.
'Stamattina il dottore aveva un impegno dal notaio e abbiamo spostato tutti gli appuntamenti al pomeriggio' rispose Bea.
Entrò e appoggiò un sacchetto del bar sul tavolo
'Ho preso un cornetto integrale solo per me... Per te nulla, non ti voglio portare sulla coscienza'. Come al solito Bea era sempre estremamente caustica nei suoi commenti.
'Hai fatto bene... Ti faccio un caffè. Siediti e racconta...' le disse Siria, che conosceva troppo bene l'amica per non sapere che doveva essere successo qualcosa di pesante per essere lì, davanti a lei, alle nove del mattino.
Bea emise uno sbuffo, poi mise i gomiti sul tavolo e si appoggiò le mani sul viso.
'Succede che Samuele ha chiesto la separazione dalla moglie'.
Le parole rimasero sospese in aria per qualche secondo, poi Siria scoppiò in una sonora risata. Bea la guardò di traverso e disse
'Guarda che sei stronza... Ma che ti ridi'.
'Scusa... Scusa... Hai ragione... È solo che... Beh... Non so perché, ma sono portata a crederci poco', rispose sarcastica Siria.
'Vabbè lo sapevo che dovevo tenerlo per me...' continuò Bea.
'Dai scusami, hai ragione. Sono stata ingiusta. Raccontami tutto', fece Siria sedendosi di fronte all'amica. 'In realtà c'è ben poco da dire... Dopo la sceneggiata dell'altra sera nel locale, quando chiacchieravo con Frankie,  Samuele era scomparso. Poi l'altra notte mi ha scritto che ha chiesto la separazione. Io per tutta risposta ho spento il telefonino. La verità? Non so se sono felice di questa cosa... Ed è questa la cosa che mi lascia maggiormente perplessa '.
Siria l'aveva ascoltata con attenzione 'Bea probabilmente questa è l'ultima cosa che ti aspettavi succedesse. L'essere umano è strano...  A volte gode più nel desiderare una cosa, che nell' ottenere quella cosa stessa'.
'Il fatto, Siria, è che io non so se noi funzioneremmo come coppia in una situazione di normalità. Se siamo compatibili... In fondo, ma chi lo conosce davvero? Io no di certo... Tutto a un tratto ho paura che ho fatto tutto sto casino e tra tre mesi ci lasciamo'.
'Bea non sei tu che l'hai costretto a separarsi. Non è colpa tua se questa donna da dieci anni viene cornificata, con te o senza di te la storia avrebbe preso comunque questa piega. Quindi cerca di prenderti il buono... E se proprio non dovrà essere tra voi, beh... Non sarà!' disse Siria.
Bea si era alzata dal tavolo ed era andata vicino al balcone. Si era girata poi verso Siria, e guardando il pancione aveva detto 'Ehi tu... Lì dentro? Lo sai che tua madre è un essere speciale... E che io la adoro?'.
Siria si era messa a ridere, e guardandola dritto negli occhi, le aveva detto 'Bea, tu il detto lo conosci vero... Prenditi il buono...'
'... che il cattivo non manca mai ', aveva completato Bea.
Poi Siria si era messa vicino al lavello per lavare le tazze. Bea era andata all'ingresso, aveva preso la borsa appoggiata lì a terra, e aveva preso il cellulare. Lo aveva acceso e inserito il pin. Chissà che si aspettava di ricevere come messaggio. Invece nulla. Si sorprese a tirare un sospiro di sollievo. Era come se si sentisse in un vicolo cieco. Poi scrisse in chat
'Credo che dobbiamo parlare'.
E lo inviò a Samuele.

Come il latte con i biscotti - Il racconto di Serenella - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora