Ripensamenti
Bea e Flavia erano in attesa di poter entrare a far visita a Siria. In stanza era entrato Matteo, e per non affollarla troppo, loro due erano rimaste in corridoio.
'Allora, come va? Tua madre non è più venuta alla fine?' Flavia aveva posto la domanda a Bea, mentre controllava il meteo sul telefonino 'No, lo sai come fa. Dice che viene, poi a poche ore dalla partenza cambia idea per qualche gita col gruppo della chiesa. Ti dirò, meglio così stavolta... Non sono dell'umore giusto'. Flavia la guardò e disse 'Samuele?'.
Bea non rispose, si levò il giacchino e lo mise nello zainetto 'Capito. Non ne vuoi parlare' continuò Flavia.
'Non c'è molto di cui parlare. Ha lasciato la moglie. Sta cercando casa, e vuole stare con me. Solo che io non so più se voglio stare con lui. Semplice'. Flavia sgranò gli occhi e disse solo 'Perché?'.
'Cosa PERCHÉ? Perché ha lasciato la moglie? Perché non so se voglio stare con lui?'
'La seconda... '.
Bea si passò una mano tra i capelli nervosamente, sembrava che stesse mettendo in ordine i pensieri 'Perché dopo anni che fai l'amante, forse non ce la fai a vederti compagna. È un salto nel vuoto'. 'Ma se era quello che volevi da tempo... Tutte quelle domeniche, le vacanze, le situazioni in cui piangevi e dicevi mi merito di più... E adesso che quel di più è arrivato... lo puoi toccare... non lo vuoi più?! È proprio vero che l'essere umano si autocondanna ad essere infelice ' arringò Flavia.
'Lo so, vista dal di fuori sembro una bambina capricciosa e incontentabile. Ma è quello che provo e che sento. E sopra ogni cosa, non voglio la responsabilità di questa separazione. Sarebbe un peso troppo grande per una coppia che nasce... E se non vivi la situazione non la puoi capire. Tutto qui Flavia'. 'Ma lui che dice?' 'Lui non dice. Dall'altra sera, quando ci siamo parlati e gli ho detto queste cose, non l'ho più sentito'. 'Porca miseria' fece Flavia 'L'ha lasciata, e si è trovato solo. Mi fa quasi pena...'.
In quel momento, Matteo uscì dalla stanza di Siria, e disse ' Entrate, ma non restate a lungo, perché la vicina di letto non sta tanto bene... Vi aspetto qui, e scendiamo insieme'.
La stanza era in penombra. C'era un separé tra il letto di Siria, che era il più vicino alla porta, e l'altro vicino alla finestra. Si vedeva solo una donna seduta su una sedia che sfogliava un giornale. Siria, stava quasi seduta nel letto reclinato. Aveva un pigiama rosa con un orsacchiotto al centro, le guance rosse, e i capelli legati con un elastico. Lì dentro faceva molto caldo. Sembrava una bambina. Appena le vide entrare, fece gli occhi lucidi. Siria era una che aveva sempre fatto la tosta nella vita, ma sotto sotto era molto sensibile ed emotiva. E questo, Bea e Flavia, lo sapevano bene. Si misero di lato accanto a lei e le diedero un bacio sulla guancia 'Allora... Che dice il medico? Hai avuto il risultato delle analisi?' disse Bea a bassa voce 'I risultati delle analisi sono buoni. È il distacco della placenta che preoccupa... Non si sa quando potrò uscire di qui'.
Siria aveva delle occhiaie marcate e parlava piano. 'Vedrai che se seguirai le indicazioni del medico, andrà tutto bene. Ho una cugina che...'
'Flavia ti prego. Lo so che lo fai per consolarmi, ma in questo momento, non ho voglia di sentire altre storie, uguali o simili alla mia. Sono stanca di pensare che andrà tutto bene. Mi vorrei totalmente abbandonare a un più rassicurante e realistico "sarà quel che sarà" . La maternità è veramente una scelta, dal momento stesso in cui hai avuto quel rapporto completo. Hai scelto di non essere più l'unica padrona di te stessa... Piuttosto, tra poco arriva mia madre. Devo cercare di darmi un tono, se non voglio che mi inondi, anche lei, con i suoi luoghi comuni di speranza, amore e carità '.
Flavia e Bea si guardarono, e capirono che era meglio cambiare argomento. 'Sentito che i Coldplay, l'anno prossimo, saranno a Milano?' fece Bea, senza troppa convinzione. Si doveva pur sdrammatizzare in qualche modo. A quel punto Siria la guardò, entrambe guardarono Flavia, che cercava di trattenere la risata, e tutte e tre scoppiarono a ridere. All'inizio piano, poi sempre più forte. Siria rideva, e piangeva. Si sentiva come un bicchiere colmo d'acqua. In quel momento doveva straripare.Samuele, aveva da poco concluso con un cliente, e gli aveva presentato il disegno, seguendo le indicazioni da lui ricevute. Il cliente pareva soddisfatto, ma aveva richiesto ulteriori accorgimenti e correzioni. Era un lavoro, che una volta terminato, avrebbe fruttato un ottimo compenso. Ma Samuele era distratto, si capiva che non era affatto concentrato e che la sua testa era da un'altra parte. 'Mi segue?' Samuele capì, dopo qualche secondo, che la domanda era rivolta a lui. 'Le chiedo scusa. Ha ragione... Ero un attimo distratto'. 'Non si preoccupi. Si è fatta una certa ora, continueremo giovedì, se per lei va bene. A quest'ora, anche io inizio ad avere difficoltà di concentrazione'. Samuele l'aveva accompagnato all'uscita, e si erano salutati amichevolemente. Poi era rientrato nel suo studio, e aveva chiuso la porta. Aveva preso il cellulare in mano, e guardato un pò la bacheca di Facebook. Poi lo aveva appoggiato accanto al mouse del suo pc, e aveva inserito nella ricerca di Google 'bilocale in fitto'. La ricerca aveva mostrato svariati risultati. Stava per controllare il secondo link, che era anche quello più accreditato per la ricerca di case, quando il telefono fisso aveva iniziato a squillare 'Pronto..'
'Samuele... Ma sei ancora lì? Guarda che tra venti minuti Giorgio e Maria saranno qui...'
'Sono stato con un cliente fino a cinque minuti fa. Non potevo mica mandarlo via, per Giorgio e Maria...' 'Va bene ve bene... Ma ora sbrigati a tornare'. Quel tono imperativo, che troppe volte le aveva sentito usare, gli creava sempre un fastidio epidermico. Aveva riagganciato, e si era abbandonato sulla sedia ergonomica, con la testa rivolta in su, a guardare il soffitto. In quel momento, aveva sentito il suono della notifica dei messaggi wapp, e aveva ripreso il cellulare in mano
'Forse sono stata ingiusta. Continuo ad essere convinta di quello che ti ho detto l'altra sera, ma voglio darti e darmi una possibilità. Sono ancora allo studio, ma ho appena finito. Ci vediamo e stiamo un po' insieme?'. Lo aveva visualizzato in anteprima, quindi lei non poteva sapere che lo aveva letto. In che razza di pasticcio si stava cacciando... Si alzò, spense il telefono, prese il giubbino, e uscì dallo studio. Scese di corsa le scale, e una volta in strada, si guardò intorno, quasi si aspettasse di vedere Bea comparire all'improvviso, dal nulla. Poi salì sul suo scooter, lo accese, e partì.
STAI LEGGENDO
Come il latte con i biscotti - Il racconto di Serenella -
RomansaÈ la storia di Siria, Flavia e Bea. Tre amiche, legate da un rapporto profondo che sottende da sempre alle loro vite. Siria vive un inizio di maternità difficile, Bea vive un rapporto d'amore nell'ombra e Flavia si trova ad un bivio e deve scegliere...