Corse e ricorsi...
Siria fissava la luce bianca del neon sopra di lei. Intorno sentiva rumori di porte che si aprivano e chiudevano, due persone che parlavano, proprio fuori dalla sua stanza, e il bip del macchinario, al quale era collegata da circa venti minuti. Quella notte si era svegliata intorno alle quattro per andare in bagno, poi aveva avvertito una sensazione di scollamento, come se dentro di lei, nella sua pancia, qualcosa si fosse staccato. Stava per rimettersi a letto, quando aveva sentito una fitta lancinante nel basso ventre. Aveva svegliato Matteo e contattato immediatamente il ginecologo, che le aveva suggerito di correre al Pronto Soccorso ostetrico dell’ospedale vicino casa sua. Siria sembrava imbambolata, mentre Matteo preparava velocemente una borsa con le cose necessarie. Ripeteva nella sua mente le parole del medico ‘Siria, stai tranquilla, ci vuole positività adesso. Vedrai che non è nulla. Io ti raggiungo quanto prima lì’. Invece era già pronta al peggio. Una volta arrivati lì, era stata visitata da una dottoressa che aveva l’aria di chi non vedeva un letto da giorni. Le aveva quasi subito detto che il bambino stava bene, si sentiva il battito, ma era visibile il distacco della placenta. Poi, le avevano fatto un prelievo per controllare i valori, e in particolare quello della glicemia. L’avevano messa su una barella, in attesa che si liberasse un posto in reparto. Matteo era in piedi accanto a lei e le stringeva la mano, ma Siria non lo guardava. Era chiaramente terrorizzata. Scene già viste, corridoi lunghi e camici bianchi, che le ricordavano quella lunga giornata di qualche anno fa, quando aveva dovuto sottoporsi al raschiamento, perché quel figlio tanto voluto non c’era più.
Adesso, in quella stanza di ospedale, era in attesa di sapere cosa le stava per accadere. Matteo era rimasto in sala d'attesa, perché il reparto era femminile e non erano ammessi gli uomini. Aveva inviato un messaggio a Bea e Flavia per informarle di quello che stava accadendo. Ma erano le cinque e mezza del mattino e, naturalmente, ancora non aveva ricevuto risposta. Su espressa richiesta di Siria, non aveva avvisato sua madre per non metterla in ansia. Più tardi, nel corso della giornata e con notizie più certe, ci avrebbero pensato.
Nel letto accanto a quello di Siria, era ricoverata una ragazza, poteva avere al massimo sedici anni, che dormiva su un fianco, ed era appoggiata su due cuscini. Aveva dei lunghi capelli marroni e sembrava una bambina. Su una sedia, vicino alla finestra, c’era una donna, con le mani incrociate sul petto e con i piedi appoggiati sul letto della ragazza. Vista la marcata somiglianza, Siria immaginò potesse essere sua madre. Sperava con tutto il cuore di non avere il tempo di fare amicizia.Alle 7.00 in punto suonò la sveglia di Giuseppe. La spense dopo qualche secondo, e si rigirò sull’altro fianco, per concedersi qualche altro minuto prima di alzarsi. Flavia era sveglia già da un po’, stava con gli occhi chiusi, immaginando cosa avrebbe indossato quel giorno, e riepilogando tutte le cose da fare. Poi decise di alzarsi e Giuseppe le disse ‘Apri un po’ la tapparella, Flavia… stamattina non riesco ad aprire gli occhi. Ho un sonno tremendo’. Flavia si era avvicinata al balcone e, alzando la tapparella, aveva visto un cielo grigio che non preannunciava niente di buono. 'Oggi pioverà, devo ricordarmi la tuta della pioggia’, aggiunse Giuseppe. Flavia, muta, uscì dalla stanza ed entrò in bagno. Si lavò velocemente, la doccia l’avrebbe fatta più tardi con calma , al rientro dalla sua corsetta mattutina. Infilò la tuta e arrivò in cucina. Giuseppe stava preparando il caffè, si voltò e le chiese ‘ Sei già pronta per la tua corsetta?’. ‘Sì, vediamo oggi che riesco a fare… Ieri dopo trentacinque minuti ero distrutta. Stasera facciamo qualcosa?’. ‘Certo. Però sarò disponibile dopo le otto e mezza. Lia offre un aperitivo per il suo compleanno al wine-bar, sotto l’ufficio… Cinema dopo?’ disse Giuseppe. Flavia aveva preso il marsupio, infilandoci il cellulare e le chiavi di casa. ‘Aperitivo dalla simpaticissima Lorenza… È così che si chiama, vero?’. Aveva fissato Giuseppe, per vedere che reazione avrebbe avuto alle sue parole. Lui parve leggermente irrigidirsi, poi, semplicemente, rispose: ‘ Sì. Lorenza. Non brilla certo di simpatia. Ma non è che ci abbia tanto a che fare’. Aveva aggiunto una cosa in più… chi glielo aveva chiesto? Perché giustificarsi? Giuseppe si voltò, le mise in mano la tazzina col caffè bollente, le diede un bacio sulla fronte e le disse ‘Buona corsa. Ti chiamo nel pomeriggio e ci organizziamo’. Si era diretto in bagno, senza ricevere risposta da Flavia. Lei avrebbe voluto dirgli ‘Ehi, fermati un attimo! Che cosa mi stai nascondendo? Chi è L? Si tratta di Lorenza?’ Avrebbe voluto… avrebbe dovuto… Invece aprì la porta di casa e uscì.
L'aria era frizzantina e Flavia alzò la zip della felpa. Iniziò, prima camminando, poi, dopo qualche minuto, prese a correre. C'erano già diversi corridori, alcuni impegnati nello stretching. Quasi a metà del primo giro nel bosco, incrociò Massimiliano. A dire la verità, aveva sperato di incontrarlo appena uscita di casa. Non ne capiva bene il motivo. Ma c'era qualcosa, nel modo in cui la guardava, nel modo in cui le si rivolgeva, ogni volta che si incontravano, che le piaceva e la faceva sentire importante. Si sentì una stupida a fare quei pensieri, lei si era sempre sentita appagata nella sua relazione con Giuseppe. Incredibile, pensò, un momento di crisi già le faceva notare le attenzioni di un perfetto sconosciuto. Come al solito, era sempre molto critica con se stessa. Che male c'era se un uomo si accorgeva di lei e glielo faceva capire. Continuò con i suoi pensieri e non si accorse che Massimiliano le si era accostato e, sorridendo, le disse 'Ehi, c'è qualcuno lì? '. Flavia si girò di colpo, quasi spaventata, poi arrossì fino alle orecchie e rispose 'Sto ancora dormendo, scusami'. Mantennero il passo insieme per un po', in silenzio. Poi lei continuò, dicendo 'Solo, oggi?'. 'Si, mi hanno abbandonato. Stanno provando un percorso in città. Cercano di allenarsi per la mezza maratona che ci sarà tra un mese'. 'E tu, no?' gli chiese Flavia. Massimiliano la guardò dritto negli occhi, e disse 'Mi dispiaceva non vederti più... E poi, tra un mese parto, quindi sarebbe stato inutile'. Flavia si era quasi arrestata di colpo, dopo aver sentito le sue parole. Si sentiva in imbarazzo. Lui era stato così diretto, ma anche così spontaneo, nel dire, ad una quasi perfetta sconosciuta, una cosa così intima, con una semplicità disarmante.
Avevano continuato a correre per altri venti minuti, poi, mentre stavano decelerando per fermarsi a fare un po' di stretching, Flavia aveva sentito il suo cellulare vibrare nel marsupio. Lo aveva preso, e aveva visto sul display tre chiamate senza risposta di Bea. Che era successo? Tutte quelle chiamate, a quell'ora del mattino, non lasciavano presagire niente di buono. Compose il suo numero e, dopo un solo squillo, sentì la sua voce dall'altro lato 'Porca miseria, Flavia! Se fossi in punto di morte, chiamerei tutti ma non te! '. 'Che succede Bea... Poi i complimenti ce li scambiamo dopo...' 'Non leggi i messaggi? Stanotte hanno ricoverato Siria. Non so bene, solo quello che ci ha scritto Matteo. L'ho richiamato ma non poteva parlare. Mi ha detto solo che si trova al Policlinico. Secondo piano, ultima stanza'. Flavia impallidì e Massimiliano, vedendola sbiancare, le suggerì di sedersi su una panchina lì davanti, indicandogliela. 'Che facciamo, andiamo subito?' fece Flavia. 'No. Matteo mi ha informato che l'orario delle visite è dall'una alle tre. Sono molto rigidi. Nel frattempo, ci aggiorna lui, se ci sono novità o se ha bisogno di qualcosa. Siria non vuole sentire nessuno al momento..' 'Ok. Allora sentiamoci dopo. Se vuoi, passo a prenderti io allo studio e andiamo insieme'. Si erano salutate frettolosamente. Flavia aveva aperto wapp e aveva inviato un cuore a Siria. Solo quello.
'Scusami ma devo andare...', disse poi a Massimiliano. 'Spero niente di grave...' fece lui. 'Lo spero anch'io, con tutto il cuore' aggiunse Flavia. Si girò, e si avviò verso l'uscita del bosco. Massimiliano restò a guardarla fino a quando lei sparì dalla sua vista.
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Come il latte con i biscotti - Il racconto di Serenella -
Storie d'amoreÈ la storia di Siria, Flavia e Bea. Tre amiche, legate da un rapporto profondo che sottende da sempre alle loro vite. Siria vive un inizio di maternità difficile, Bea vive un rapporto d'amore nell'ombra e Flavia si trova ad un bivio e deve scegliere...