Capitolo 32

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Niccolò

Bea aveva parcheggiato la macchina proprio sotto il portone di Siria. Era arrivata prima dell'orario concordato, aveva voglia di farsi coccolare un po' e stare seduta ad ascoltare la sua amica. Come spesso accadeva, Siria avrebbe cercato di farla ragionare, suggerendole le cose da mettere in pratica nella storia che stava vivendo con Samuele. Tutte quelle cose che lei non sarebbe mai riuscita a mettere in pratica. Aveva il morale a terra, tutta la forza che le era sembrato sentire dentro nelle settimane passate, quando aveva detto a Samuele che non sapeva se voleva andare avanti, si era di colpo azzerata. Le era bastato vederlo con la moglie Sonia nel supermercato e poi sentire lei al telefono che le inveiva contro, per sentire dentro di sé di nuovo quel fuocherello ardere. Lo stesso fuocherello che era divampato del tutto quando lui era venuto sotto casa sua la sera prima. Era successo spesso tra loro, il fuoco della passione riduceva in cenere tutta la razionalità. Ma non era solo una questione chimica, di attrazione fisica. Bea era innamorata di Samuele. Lo sapeva bene. Era un tipo di amore diverso da quello, ad esempio, vissuto da Siria e Matteo. Aveva altri canoni. Era più sofferto, meno scontato, più incerto e quindi apparentemente più vivo. Però, a ben pensarci, quante volte aveva bonariamente invidiato la sua amica per quelle storia così sana, pura e semplice, che viveva da anni, senza bisogno di menzogne, e che portava equilibrio e serenità nella sua vita e in quella di Matteo.
Siria aprì la porta con un sorriso radioso 'Vieni qui, fatti stropicciare un poco. Se ti conosco bene, questo tuo arrivo anticipato è solo una muta richiesta di coccole' e strinse forte Bea che la lasciò fare abbandonandosi completamente all'abbraccio. Entrarono in casa e Bea diede una bustina a Siria 'Lo so che per scaramanzia non vuoi in regalo nulla per il momento, ma ti ho portato una specie di portafortuna... Mettiamola così. È una cosa mia di quando ero bambina e adesso voglio che la abbia tu'. Siria era entrata in cucina e aveva aperto la busta estraendo una scatola di legno con sopra le iniziali B. C. Bea Collina. 'Il tuo nome e cognome', aveva detto aprendo la scatolina. In quel momento ne era uscita una ballerina piccola che, al suono di una musica classica, aveva iniziato a girare su se stessa. 'È un carillon che mi regalò mia nonna Angela. Avevo sette anni ma lo ricordo come fosse ieri. Me lo diede con l'importanza che si dà quando si regala una reliquia. Mi disse "Bea questo è il mio ricordo per te e un domani, quando sarai mamma, lo regalerai a tuo figlio". Visto che di questo passo probabilmente figli non ne avrò mai, ho scelto di regalarlo a te perché tuo figlio sarà anche un poco figlio mio...'. Siria aveva accarezzato la scatola e l'aveva guardata con gli occhi pieni di lacrime 'Ma ero io che dovevo coccolarti... E poi così mi fai piangere e non è giusto'. Si erano abbracciate forte, come solo due amiche vere riescono a fare quando sentono dentro l'emozione dell'altra. 'Non posso accettare, è troppo preziosa...'.
'Devi accettarla. Sono certa che mia nonna approvrerebbe'. In quel momento suonò il citofono 'Vada io, sarà Flavia' disse Bea staccandosi dolcemente dall'abbraccio.

Avevano appena finito di mangiare le pizze, Flavia aveva portato le birre e una vaschetta di gelato al pistacchio, che piaceva tanto a Siria 'Io posso solo fare una leccatina al cucchiaio... Non posso assolutamente sgarrare, altrimenti Matteo e il ginecologo mi massacrano'.
Bea aveva guardato Flavia e le aveva detto 'Hai una luce diversa negli occhi... Ma non è che sei incinta per caso? '. A Flavia era andato storto il gelato e aveva iniziato a ridere 'Non ci penso proprio. I figli devono arrivare nel momento di felicità più alto della vita di una coppia. Di certo non quello che vivo io in questo momento. Piuttosto la luce negli occhi è dovuta al fatto che tra circa una settimana a quest'ora sarò a un passo da Chris... Vado a vedere i Coldplay a Nizza'. 'Caspita Flavia... Spettacolare... Direi che a questo punto dovrebbe esserti chiaro che Giuseppe nasconde qualcosa... Solo un uomo che deve farsi perdonare qualche marachella, fa regali del genere', fece Bea mente affondava il cucchiaio nel gelato. 'Beaaaa... Ma la finisci?' Siria le diede uno schiaffetto sulla spalla 'Sei la solita... Non potrebbe essere semplicemente che Giuseppe le ha voluto fare una sorpresa per renderla felice e...'. 'Fermi tutti', Flavia le bloccò entrambe, alzando le mani. 'Mi dispiace distruggere le vostre convinzioni, ma Giuseppe non c'entra niente e non verrà nemmeno'.
Siria e Bea si erano zittite in attesa che Flavia continuasse nella spiegazione.
'Vado con Massimiliano ed altri amici... C'è una loro amica che ha dovuto rinunciare e quindi avevano un biglietto disponibile. Ecco.' Bea trattenne a stento un sorriso sornione e Siria esclamò 'Quindi il tipaccio della corsa ti sta ufficialmente dietro?!'. Flavia e Bea scoppiarono a ridere e Bea disse 'Ma come parli Siria... Sembri mia nonna... Ti sta UFFICIALMENTE DIETRO... Sei fantastica... Diciamo piuttosto che ci sta provando alla grandissima e con i Coldplay si è giocato la cartuccia della vittoria... Giuseppe bye bye', e alzò una mano in segno di saluto.
Flavia giocherellava nervosamente con i capelli e disse 'Dai Bea non fare la scema... Non è mica così semplice. Anzi a me sembra tutto così strano. Andare al concerto con un tipo che conosco da poco, in una fase in cui con Giuseppe riesco a capirci poco e niente. Noi due formiamo una famiglia da anni... Ma in questa fase siamo così lontani... E io non voglio fare cose di cui potrei pentirmi. Ma non posso e non voglio negare che l'invito di Massimiliano mi ha fatto veramente molto piacere... Forse anche troppo'. Siria si accarezzò la pancia e disse 'Flavia, andrà come deve andare... Rifiutare l'invito non servirebbe a chiarirti di più le idee... Tu e Giuseppe siete in un empasse dalla quale in un modo o nell'altro dovrete uscire... E poi mettila così, male che vada hai vinto Chris', e le sorrise complice. Bea, intanto, aveva preso il suo cellulare dalla mensola accanto al tavolo e aveva letto i messaggi di Samuele appena ricevuti.
Ore 21.52 "Mi manchi".
Ore 21. 57 "Ti penso".
Ore 22.01 "Domani sera vengo da te... Ieri è stato fantastico... Prima o poi riusciremo a stare insieme come vuoi tu".
Che frase infelice pensò Bea. Prima o poi... Ma poi quando? E poi quell'assurdo COME VUOI TU... Già, perché alla fine era la realizzazione di un suo desiderio... Fosse stato per lui, le cose sarebbero potute restare così, immutate nei secoli dei secoli. Ma come si usciva da una cosa del genere, come aveva potuto farsi trascinare nella sua macchina il giorno prima, dopo tutto quello che era successo? E poi quel pensiero fisso che la perseguitava, silenziosamente e senza palesarsi del tutto... Riapoggiò con stizza il cellulare sulla mensola. Flavia notò il gesto. 'Quindi... A te invece, che novità Bea? La telenovela continua?'.
'Non mi va di parlarne stasera. Rischierei di non digerire la pizza... Non ci voglio pensare... Voglio rilassarmi un po''.
'Ok ok... Allora prendo io la parola', fece Siria squillante 'Attenzione attenzione... Habemus nomen... Io e Matteo abbiamo deciso di dare un'inversione di marcia positiva a questa gravidanza e abbiamo scelto il nome di questo bambino'. Grida di giubilo giunsero in coro da entrambe le amiche 'Siamo in trepidante attesa', gridò Bea. Siria si allontanò dalla cucina e ritornò dopo un minuto mostrando un body intimo da bambino, color azzurro cielo e un nome stampato sopra in stampatello: NICCOLÒ.
Le corsero incontro ed entrambe le appoggiarono le mani sul pancione sempre più prorompente. Bea si avvicinò e disse piano 'Benvenuto in famiglia Niccolò'. Un secondo, e il movimento di un calcio all'altezza dell'ombelico fece sobbalzare tutte e tre 'L'hai sentito Flavia... L'hai sentito?'. Bea disse 'Non potevate scegliere un nome più bello'.

Come il latte con i biscotti - Il racconto di Serenella - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora