Capitolo 26

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Siamo in tre...

Flavia e Bea erano arrivate quasi contemporaneamente sotto casa di Siria. Avevano parcheggiato vicine e si erano salutate con un abbraccio. Siria era uscita dall'ospedale due giorni prima, dopo tre settimane di ricovero. La situazione era sotto controllo, le aveva detto il ginecologo, ma, se voleva stare a casa, doveva fare la massima attenzione e stare completamente a riposo.
Flavia aveva fatto una torta con crema e marmellata di amarene, quella che le veniva meglio, e per la quale andavano pazze tutte e tre.
'Che bello, finalmente qui!!!! Non vedevo l'ora di vedervi!'. Siria era di ottimo umore da quando era rientrata a casa e le accolse calorosamente. Aveva un bell'aspetto, era sempre più tonda e indossava un vestitino arancio e viola, corto sul ginocchio, che la faceva sembrare una ragazzina. Una bella luce negli occhi, che parevano brillare, e i capelli legati con una coda molto in alto che le metteva in risalto sguardo e zigomi. Era scalza, in casa amava il contatto del piede nudo col pavimento. 'Sei splendida Siria, devo farlo anche io un figlio... Magari divento bella come te', disse Flavia appoggiando la torta sul tavolo in cucina. 'Hai solo l'imbarazzo della scelta per la paternità' fece Bea distrattamente, sfilandosi anche lei i sandali e mettendoli da parte in un angolo. 'Che significa?' chiese Siria sbalordita. 'Tu no, Flavia... Almeno tu... Una pazza nel gruppo basta e avanza', continuò, guardando Bea e scoppiando a ridere.
Flavia fece finta di niente ma Bea la incalzò, 'Dai Flavia... Non vorrai tenere Siria sulle spine. Aggiornala sulla tua nuova situazione sentimentale'. 'Addirittura... NUOVA?? Ma che stai dicendo... Perché nuova... E Giuseppe?', gridò quasi Siria. Flavia si lasciò andare sulla sedia nell'angolo della cucina e, alzando gli occhi al cielo, rispose. 'Sono più di dieci anni che conosci Bea e ancora le dai credito quando parla... Lo sai che è sempre stata fan del sensazionalismo...'. 'Se seee... Intanto tu da qualche tempo sei diventata fan dello jogging, del bosco... e di un certo Massimiliano'. Bea aveva affondato il colpo. 'Ora non ti resta che vuotare il sacco. Tè, latte o camomilla, belle?' fece Siria, mentre tagliava la torta e metteva a tavola tovaglioli e cucchiaini. 'Non c'è molto da dire. Io e Giuseppe attraversiamo un momento di crisi, come ben sapete, così ho convogliato le mie energie in una cosa che mi fa sentire bene, cioè la corsa. E, attraverso la corsa, ho conosciuto una persona con la quale mi piace ancora di più correre. Nel frattempo la crisi con Giuseppe sta lì, insieme a tutti i miei dubbi '. Flavia aveva parlato come se stesse spiegando a due ragazzine una pagina di storia, poi aveva messo una fetta di torta in un piattino e aveva detto 'Per me camomilla, grazie'.
Siria stava per iniziare con la sua sfilza di domande, ma Bea fu più lesta. 'Questa è la versione soft di Suor Flavia, nella quale ha omesso che questo "compagno di giochi", per così dire, è uno strafigo galattico. Indossa pantaloncini corti su gambe e glutei spettacolari, ha una mascella da uomo che non deve chiedere mai, e riuscirebbe a far correre anche me, che l'ultima volta che ho fatto sport è stato quando da piccola mi alzavo e risiedevo nel seggiolone'. La risata scoppiò generale e Siria quasi si era strozzata con la torta, per i commenti di Bea. Continuarono a stuzzicarsi, mantenendo quella leggerezza che le faceva sentire libere come fossero tre adolescenti. Poi Siria, dopo un po', riportò il discorso sui sentimenti di Flavia per Giuseppe e le chiese cosa stesse davvero succedendo tra loro. 'Io non lo so... So solo che una parte di me vorrebbe riprovarci, e forse in parte lo sto anche facendo. Un'altra parte vorrebbe essere sola, per non dover dare conto a nessuno. E un'altra parte ancora vorrebbe sapere se lui ha un'altra e sta aspettando solo che sia io a lasciarlo. Massimiliano, in tutta questa situazione, si insinua come un raggio di sole. La sola sua vicinanza mi rasserena e, il fatto che tra noi non ci sia nulla, se non un piacere reciproco a trascorrere quell'ora insieme al mattino, mi fa stare ancora meglio. Se mai dovesse finire con Giuseppe, non ce la farei a impegnarmi con nessun altro per molto tempo'. Flavia aveva parlato col cuore in mano, ma aveva omesso di dire che Massimiliano si era insinuato nella sua mente molto di più di quanto volesse ammettere con sé stessa. Aveva paura di scoprire che, se lui si fosse spinto oltre, non le sarebbe affatto dispiaciuto. D'altro canto, sapeva bene che era stato proprio il suo atteggiamento di distacco a frenarlo in più di un'occasione.
'Quindi ti piace assai' le disse Siria, che sembrava averle letto nel pensiero.
Flavia ci pensò su qualche secondo, poi rispose, 'Non farei mai l'errore di permettere che, tra me e Giuseppe, finisca a causa di un'altra persona appena conosciuta. A meno che non dovessi vedere lui con un'altra, cosa che al momento ritengo probabile. È per questo che stasera ho deciso di seguirlo dopo il lavoro. Mi ha detto che sarebbe andato a bere una birra con un collega... Ma le mie antenne mi dicono che non è così... Devo sapere, devo capire... E vi chiedo cortesemente di non commentare...'. Mentre parlava si guardava le mani, poi alzò il viso e incrociò lo sguardo di Bea, che le disse 'Se vuoi ti accompagno'.

Bea era entrata in bagno per lavarsi le mani e mettere un po' di lucido. Lei e Flavia sarebbero scese con la sua macchina, per vedere Giuseppe con chi sarebbe andato al pub. La trovava una cosa un po' da film americano questa dell'inseguimento, ma le faceva piacere accompagnare la sua amica per non lasciarla sola in un momento del genere. Si lisciò la gonna e poi le sopracciglia, quindi uscì dal bagno. Siria la vide e disse 'Stai benissimo stasera. Vedi un po' che ti ha chiamato Samuele sul cellulare... Tre volte'. Le passò il telefono che aveva in mano. Bea lo prese, un po' reticente, si spostò in un angolo del salotto e richiamò. Al terzo squillo, dall'altro lato, sentì come un trambusto, come se il telefono fosse caduto a terra. Poi, subito dopo 'Lo so che sei tu, anche se mio marito ti ha memorizzato come Luca... Ma non sei Luca!!! Bea vero... Che nome da santa! Se vuoi ci parliamo da vicino... Fatti guardare negli occhi se hai il coraggio. Se dovesse  lasciarmi, non gli permetterò mai di stare con te... Sei una povera illusa... '.
Bea riagganciò col cuore in gola.

Come il latte con i biscotti - Il racconto di Serenella - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora