LA scoperta

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La mia sorpresa nella sorpresa arrivò due settimane dopo il test, quando feci la prima ecografia.
Ormai avevo avuto il tempo necessario per metabolizzare il fatto di essere incinta. Mi sentivo (per quanto possibile) pronta, un po' emozionata, curiosa e stupita, e mi vergognavo abbastanza per la mia prima reazione di panico totale. In fondo avevo quasi trent'anni ed ero in una relazione da quattro.
Mia sorella maggiore, Aggie, in un primo momento aveva pensato ad uno scherzo quando le avevamo svelato che ero incinta, non se l'aspettava proprio, ma poi emozionandosi all'idea di diventare zia iniziò a far volare la fantasia...Fu lei a dirmi "magari sono in due!".
In famiglia ci sono già due coppie di gemelli, mia mamma e mia zia e i miei cugini, figli proprio di questa mia zia. In passato si era quindi spesso scherzato pensando a chi sarebbero arrivati in futuro, essendoci questa predisposizione familiare. Così, più passavano i giorni e si avvicinava il momento della prima ecografia, e più mia Aggie incalzava: "Secondo me sono due, poi mi farai sapere..."
Io, "statisticamente" (seguendo lo stesso filone che mi aveva fatto credere di non poter essere incinta), non credevo proprio a questa possibilità. Il mio originale schema mentale diceva:

1. Sono la prima tra sorelle e cugina ad essere incinta (ancora la teoria del "non è facile al primo colpo"!)

2. È la prima gravidanza (le altre coppie di gemelli in famiglia non sono primogeniti)

Ovviamente avrei dovuto considerare di aver passato l'esame di statistica all'università abbastanza di fortuna e che quindi miei schemi mentali erano al massimo da 21 su 30.

Arrivò il giorno dell'ecografia, mi sembrava tutto così strano e, in attesa con Fra in una grande sala del CDI non sapevo cosa aspettarmi. Sapevo che avrebbero controllato che fosse tutto a posto e che si sarebbe giusto visto un minuscolo puntino attaccato alla parete dell'utero. Almeno per il momento non mi sarei quindi dovuta preoccupare di decifrare quelle immagini in bianco e nero confuse che di solito ti mostrano le amiche e a cui spesso io avevo risposto con un "oooh wooow...però la testa dov'è? Quelle sono le mani? Ah no...".
Entrammo nello studio e ci accolse una dottoressa dall'aria gentile e sorridente. Ci furono una serie di domande di routine (É la prima gravidanza? É una gravidanza spontanea? Data dell'ultima mestruazione?...ecc ecc...) e fu stimata la data presunta del parto al 12 dicembre. Scoprii che le settimane di gravidanza venivano calcolate diversamente da quanto immaginavo e cioè, non a partire dal concepimento, ma dal primo giorno dell'ultima mestruazione. Quindi le prime settimane di gestazione erano "fittizie" e, in pratica, risultavo già quasi all'inizio dell'ottava.
Mi fu detto di accomodarmi sul lettino per l'ecografia.
La dottoressa muoveva la sonda interna e guardava lo schermo concentrata.
Io guardavo lo schermo e, come al solito, non capivo nulla ma pendevo dalle sue labbra.
Ad un certo punto la sua fronte si corrugò e mi guardò, io trasalii e rimasi un attimo senza fiato. Poi lei sollevò una mano in stile "peace and love" e il mio cervello fece 2+2, anzi 1+1 ad essere corretti!
"Sono due???" Esclamai incredula e, mentre la dottoressa annuiva, mi venne da ridere ed esclamai "Mia sorella è una strega, lei ne era certa!" La dottoressa sorrise e proseguì.
"Entrambi gli embrioni hanno attecchito bene alla parete uterina, si tratta di una gravidanza bi-coriale e bi-amniotica".
La mia espressione diceva tutto, non avevo assolutamente idea di cosa volesse dire! Glielo chiesi e mi rispose che significava che erano presenti due sacchi amniotici e due placente. Due coinquilini con due stanze e due frigoriferi separati insomma...Quelli che nel linguaggio più semplice e comune vengono chiamati eterozigote.
Poi rimasi nuovamente con il fiato sospeso quando ci disse "ora dobbiamo contrallare i battiti di entrambi".
Non sapevo che si potesse già sentire il cuore in quella prima ecografia e rimasi quindi in attesa con il batticuore.
E poi finalmente si sentì il primo pulsare a velocità folle. "Il battito di un embrione o di un feto è molto più veloce del nostro..." Mi emozionai e al contempo tirai un primo sospiro di sollievo.
"Ora sentiamo l'altro cuore".
Qualche minuto di attesa e ancora si sentì il cuoricino, simile ad un cavallo al galoppo.
"Tutto bene direi! Abbiamo concluso". La ginecologa mi sorrise e poi, mentre mi rivestivo, aggiunse: "Questi primi mesi sono molto delicati, potrebbe anche essere che uno dei due non sopravviva...".
Mi preoccupai e la guardai seria: "Devo avere particolari riguardi o precauzioni? C'è qualcosa da evitare affinché ciò non avvenga?".
Mi rispose: "stia tranquilla, purtroppo può succedere in qualunque caso, quindi non c'è nessuna accortezza in più rispetto a quelle di una gravidanza singola in questi primi tre mesi".
Cercai di non pensare alle eventualità più brutte e mi concentrai sul fatto che, poco prima di Natale, avrei:
- avuto una pancia gigante (non riuscivo ad immaginarmi in versione donna incinta)
- abbracciato due piccoli esserini (solo il pensiero mi faceva brillare gli occhi e battere il cuore all'impazzata)
- sarei diventata una mamma (questa parola mi faceva molto effetto, e ancora adesso ammetto che mi sembra un po' strano)

Mi sentivo serena e pronta a lasciarmi sorprendere da quell'esperienza tutta nuova e speciale.
Molta era la curiosità al pensiero dei cambiamenti del mio corpo e della mia vita in generale.
Fra non era svenuto alla notizia dei gemelli, anzi, pareva elettrizzato e tutti e due scoppiavamo di gioia.
Ripensai alla frase "La gravidanza non è una malattia" pronunciata dalla mia dottoressa quando dopo il test avevo preso appuntamento per farmi dare qualche informazione, dal momento che non ne sapevo proprio nulla di come si procede quando si è incinta...
E così quella sera andai serenamente ad una festa.

Sono 2 ✌️!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora