Ebbene sì, ecco la parte n.3 di tutte queste considerazioni! Non potevo tralasciare l'aspetto psicologico ed emozionale.
Dal parto in poi le emozioni sono fortissime e nuove. A volte è anche difficile riuscire a gestirle, con sbalzi ormonali di cui nemmeno ci rendiamo conto. Non tutte le donne reagiscono allo stesso modo. Alcune cadono nella cosiddetta "depressione post parto", altre sono felici e serene e altre ancora cercano un equilibrio in una situazione tutta nuova altalenandosi tra stati d'animo euforici e crolli morali dovuti a stress e stanchezza.
Anche le donne più pazienti e calme a volte si ritrovano a fare i conti con se stesse e con gli altri.
Ecco alcune delle cose a cui secondo me sarebbe bene porre attenzione.- È tutto nuovo
Se è la prima gravidanza il momento in cui esci dall'ospedale sei felice ma al contempo dentro di te ti chiedi "E ora??". Nessun posto è come casa, ma non avrai più qualcuno a cui rivolgerti per ogni minimo dubbio o comportamento del neonato. Potresti sentirti un po' persa, un po' in ansia nella speranza che tutto vada per il meglio. Oppure potresti sentirti abbastanza tranquilla e fiduciosa.
Nessuna di queste sensazioni è sbagliata. Ti aspetta un periodo molto intenso ma ogni mamma ha le capacità per esserne all'altezza.
Trova qualcuno con cui sfogarti ogni volta che ne avrai bisogno, che sarai stanca, senza forze e nervosa. Qualcuno che ti faccia sentire sicura e ti rassereni.
La tua vita non sarà mai più come quella di prima ma questo non vuol dire che non potrai tornare a fare cose che facevi prima, o che sarà più limitata. Sarà anzi più piena e bella di prima.
Quando ti senti persa cerca lo sguardo dolce di quella vita appena nata, capace di farti perdere nei suoi occhi ma anche di ritrovarti.- Pressing allattamento/commenti/consigli non richiesti
I giorni dopo il parto più della metà dei messaggi ricevuti chiedevano "riesci ad allattare?"/"Come va con l'allattamento?". Non so se per lo più fosse curiosità per la particolare condizione gemellare o il repertorio delle domande di circostanza.
Nella mia situazione difficoltosa, tra patologia neonatale e "tiraggio del latte", queste domande creavano pressione, specie se rivolte da persone con cui non ero particolarmente in confidenza.
Ricevere inoltre commenti e informazioni non richieste del tipo "io avevo un sacco di latte che non sapevo più dove metterlo" oppure "io ho sempre allattato non so aiutarti con il latte artificiale perché non ne so nulla" mi facevano sentire inadeguata. Non erano detti con cattiveria ma erano commenti sbagliati al momento sbagliato. Frasi che denotano scarsa sensibilità ed empatia. Io non stavo chiedendo aiuto o pareri a chi si intrometteva con queste frasi, quindi quei commenti gratuiti risultavano per me alquanto sgradevoli e fuori luogo.
In generale il bombardamento di consigli non richiesti o di domande al negativo tipo "ma non farai mica questa cosa, vero?!" mi facevano innervosire, mi sembrava di avere a che fare con persone che mi ritenevano impreparata, incompetente e bisognosa di ogni tipo di aiuto, anche se non richiesto.
Gli ormoni post parto sicuramente giocavano a mio sfavore ma questa invadenza mi diede parecchio fastidio in quel delicato periodo.
La verità è che la maggior parte delle persone lo fa a fin di bene, senza calibrare però il tono e le modalità, quindi è meglio entrare nell'ottica ancora prima che succeda, per prepararsi al meglio a gestire anche queste situazioni.- "Consigli della nonna" vs "aggiornamenti e studi di medicina"
È una questione delicata. Magari hai fatto un corso preparto o comunque ti sei informata sui primi mesi di vita dei neonati, hai sentito pareri medici. Parti, quindi, dal presupposto che nessuno osi contestare le indicazioni mediche moderne, ma cosa accade se queste si scontrano con le teorie messe in pratica nei decenni dalle madri?! Ci sono infallibili metodi usati e tramandati per anni e ci sono anche aggiornamenti e studi medico scientifici. E, a volte, queste due correnti divergono. A quale dare retta? Forse la risposta sembra facile e scontata e lo sarebbe in una situazione in cui puoi dare ascolto unicamente alla tua testa, ma i fattori che entrano in gioco sono ovviamente più di uno.
Che i neonati non debbano dormire a pancia in giù per prevenzione del rischio di morte in culla sembra, fortunatamente, ormai un concetto condiviso universalmente e dovrebbe essere difficile trovare qualcuno contrario al riguardo.
Invece, può succedere ad esempio che un pediatra ti abbia detto che, anche con l'allattamento artificiale, il neonato non ha mai necessità di bere acqua (è sufficiente l'acqua già presente in esso), fino allo svezzamento. Te l'ha detto un pediatra e te l'hanno ribadito svariati altri medici con cui hai avuto modo di parlare. Dall'altra parte però ci sono madri, nonne, zie, suocere, eccetera, che inorridiscono e dicono "non è vero, così morirà di sete. Io ho sempre dato acqua ai miei figli, anche appena nati". Provi a spiegare ciò che ti hanno detto ma di fronte hai un muro. Non puoi pretendere, tu inesperta e alle prime armi, di saperne di più di chi ha già cresciuto dei figli. E così al primo pianto a cui non saprai dare risposta seguirà il commento "Vedi, piange perché ha sete".
In ospedale ti hanno poi spiegato che la crema protettiva allo zinco va messa solo in presenza di irritazioni e non in maniera preventiva ad ogni cambio pannolino. È probabile però che ci sia la suocera/la cognata/l'amica di famiglia che insisterà per poter cambiare il pannolino e per mettere la crema anche quando non necessaria. Spiegarle che non ce n'è bisogno sarà come un affronto, come mettere in discussione il suo aiuto o i suoi anni di esperienza.
Questi sono solo esempi. Esistono molteplici situazioni di questo tipo che rischiano di scatenare discussioni anche con le persone a cui vuoi più bene.
Si discuterà sulla camomilla, sulle coliche, sulle irritazioni da pannolino, sul modo di infilare un body, sul perché piangono, sul perché rigurgitano...
Sarà difficile a volte calibrare il comportamento per non far rimanere male qualcuno ma, allo stesso tempo, fare ciò che si ritiene sia più giusto per il proprio figlio. E siccome gli aiuti, soprattutto i primi tempi, sono oro colato e non vanno mai rifiutati, dovrai soppesare ogni singola parola o presa di posizione.
Non avere paura di offendere qualcuno esprimendo in modo educato la tua opinione perché la priorità resta sempre ciò che ritieni giusto per il tuo piccolo.
Arriverà un giorno in cui ti sentirai più libera di agire e meno soggetta a condizionamenti di chi cerca necessariamente di darti delle dritte.- Troppe persone a salutare in ospedale / a casa
A volte molte visite portano gioia. Altre volte fanno piacere, ma sarebbe meglio diluirle nel tempo. I primi giorni in ospedale è giusto dare priorità a ciò che è importante, concentrarsi sul neonato e sulla sua cura. Capire e imparare, chiedere e togliersi dubbi.
Calibrare. Comprendere.
Non avere paura che qualcuno si offenda.
Quando tutto va bene le visite non fanno altro che aggiungere gioia ma se le cose non vanno perfettamente, pur facendo piacere, ti deconcentrano, riducono il tempo a disposizione e aumentano lo stress.
Per questo è sempre meglio mettere al primo posto la relazione con il bambino, scusarsi con gli altri e rassicurarli che organizzerete per vederli con le giuste attenzioni quanto prima possibile.- il legame speciale
Il mio maggior cruccio dei primi mesi.
Le piccole sembravano non riconoscermi. Non ero particolarmente paranoica ma, obiettivamente non notavo differenze tra quando stavano in braccio a me o in braccio a qualcun altro. Avevo visto neonati accorgersi quando a tenerli in braccio era un'altra persona e tornare a tranquillizzarsi solo tra le braccia della mamma.
Non lo ammettevo con nessuno ma questa cosa mi faceva soffrire molto.
Il fatto che dopo la nascita fossero state subito portate via e ricoverate probabilmente aveva inciso in questo ma mi chiedevo però se allora tutti quei discorsi e articoli sul neonato che riconosce la voce della madre che ha sentito per mesi da dentro la pancia fossero veritieri, se questo legame speciale mamma-bambino si sarebbe mai creato, pur non allattando al seno e pur avendo due bimbe di cui occuparmi contemporaneamente.
Gli ormoni anche in questo giocavano brutti scherzi e questa sensazione la vivevo molto male.
Se qualche neo-mamma si trovasse mai nella mia stessa situazione ci terrei a dirle di stare tranquilla. Potranno anche esserci mesi di dubbi e incertezze ma questo riconoscimento, legame e affetto speciale verrà fuori e sarà inequivocabile. Per il tuo bambino sarai senza ombra dubbio LA MAMMA, la figura che (insieme al papà) cercherà più di chiunque altro al mondo.
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Sono 2 ✌️!!
Aktuelle LiteraturStorie di una gravidanza doppiamente non convenzionale. "Sono 2" è il racconto della mia gravidanza, un diario, a posteriori, di quello che ho vissuto e provato. È un libro che mi avrebbe fatto piacere leggere durante la mia gravidanza e spero possa...