Arrivò anche l'ultima partenza di aprile, una vacanza di 5 giorni con mio papà e mia sorella Aggie a Gran Canaria. I ponti e il mio compleanno erano stati il pretesto perfetto per qualche giorno di ferie.
Avevo iniziato il mese partendo con mamma e lo concludevo viaggiando con papà e sorella maggiore.
In una fase della vita in cui le occasioni per stare insieme erano sempre meno, quello fu un mese davvero speciale.Saliti sull'aereo chiesi i sacchetti per il mal d'aria, non perché pensassi di averne reale bisogno ma perché recentemente avevo iniziato a star male e vomitare la mattina appena sveglia, e mia sorella, nonché assistente di volo (o erroneamente definita "hostess"), aveva insistito affinché li richiedessi.
Fortunatamente poi andò tutto bene e non ebbi bisogno di usarli.
Le ore di volo trascorsero velocemente, io e mia sorella parlammo con una ragazza che stava lasciando tutto per ad andare a vivere alle Canarie, voleva dare una svolta alla sua vita e provarci. Pensai che era un'idea meravigliosa e al contempo coraggiosa. Ora mi chiedo se ce l'avrà fatta, se vivrà ancora lì...Arrivati a destinazione ci accolse uno splendido sole primaverile, di quelli che avvolgono e riempiono di energia, senza soffocare. Il cielo era azzurro limpido e io mi sentivo semplicemente benissimo.
Avevo energie, voglia di camminare e scoprire posti nuovi.
Il secondo giorno raggiungemmo a piedi Mas Palomas dal nostro hotel a San Augustin, seguendo il bellissimo lungo mare e ritrovandoci davanti ad un paesaggio suggestivo è surreale: le dune del deserto davanti mare.Il terzo giorno decidemmo di fare un'escursione in pullman per girare l'isola.
Sveglia presto, salite e curve...Una giornata che accusai parecchio.
Non avevo ancora avuto forti nausee in auto e non potevo immaginare che sul pullman sarebbe stato ovviamente anche peggio...Io non lo potevo immaginare, ma forse qualcun'altra con un po' più di criterio sì! Io invece ci provo, sempre, faccio la donna forte e indistruttibile, per poi scontrarmi con i miei limiti, o con il buon senso.
Fu quindi una gita un po' tosta per me, soprattutto la mattina, perché la maggior parte del tempo la passammo sul pullman, ma ne valse assolutamente la pena. Passammo dai caratteristici paesaggi di montagna avvolti nella nebbia alle scogliere a picco sul mare e poi ancora alle spiagge e alla capitale Las Palmas.
Il giorno dopo era il mio compleanno e avevamo deciso di prendercela comoda. Io e mia sorella la mattina facemmo un corso di acqua gym super divertente e, mentre eravamo in piscina, vennero a proporci un'escursione che mia sorella voleva assolutamente fare: la gita in catamarano con (probabile) avvistamento di delfini. Io mi sentivo bene e ottimisticamente pensai "si può fare!". Decidemmo, perciò, di prenotare per il giorno seguente, il nostro ultimo giorno di vacanza.
Al pomeriggio pioveva e andammo a fare un massaggio (il mio era un massaggio speciale per donne incinte, anche se sicuramente era pensato per pance più grosse della mia), poi rientrammo tutti e tre in stanza con una fantastica sorpresa dell'hotel che mi fece trovare una piccola torta e dello spumante con un messaggio di auguri. La sera guardammo uno spettacolo in hotel e poi andammo a dormire.
La mattina del giorno dopo ero in forma, ma già sul pullman diretto al porto iniziai ad avere la nausea e pensai che quella gita non era stata la trovata più geniale che potesse esserci...
Salii sul catamarano pensando che comunque al massimo avrei sofferto la prima mezz'oretta, poi tutto sarebbe passato e mi sarei goduta la giornata ma, ovviamente, mi sbagliavo...
In partenza, la guida, dopo averci dato il benvenuto, iniziò a sottolineare alcune fondamentali regole per la permanenza sulla barca: "...Come sapete, in questa gita avete diritto all'open bar, quindi bevete quanto volete ma, mi raccomando, se avete bevuto troppo e state male non andate in bagno, vomitate in mare!!".
Io e mia sorella avevamo scelto una postazione a prua, ma capimmo in seguito che anche quella non era stata la migliore delle decisioni. Più saggio sarebbe stato prendere posto insieme a mio papà nella parte centrale, all'ombra. I sobbalzi del catamarano si avvertivano maggiormente a prua e, molto spesso, arrivavano ondate di acqua gelida.
Avvertii subito che qualcosa non andava, che il fastidio non passava ma, da leggera sensazione di nausea si stava tramutando in vero e proprio malessere.
Avvistammo alcune tartarughe marine e delfini e, mentre la situazione peggiorava e mi chiedevo come avrei retto tutte quelle ore di dondolio continuo, provai almeno un minimo di soddisfazione e fortuna.
Poco dopo però la fortuna mi abbandonò del tutto e mi trovai a scavalcare disperatamente cose e persone per potermi gettare con la testa fuori dalla barca e vomitare in mare, come gentilmente richiesto dalla nostra guida.
Con gli occhi di tutti puntati addosso.
Quando mi risollevai con gran vergogna, un ragazzo spagnolo mi sorrise e in inglese mi disse "bevuto troppo?!". Lo guardai imbarazzata e poi risposi "magari, invece sono solo incinta!".
Lui e i suoi amici mi aiutarono insieme a mia sorella a sollevarmi e ad abbandonare la prua. Il ragazzo si premurò anche di andare a recuperare del ghiaccio da mettere sui polsi e io restai accasciata su una delle panche, un po' mortificata e un po' demoralizzata per il resto della gita.Mi sentii leggermente meno imbarazzata quando una ragazza inglese che stava bevendo birra dal momento dell'imbarco si ritrovò ad imitare la mia stessa scena "battezzando" a sua volta il mare.
Mi dispiaceva passare la giornata così, senza godermi l'escursione. Oltretutto ci sarebbe stata la possibilità di provare la moto d'acqua e il "bananone" gonfiabile e mi ricordo che, anche stando male, continuavo a domandare a mio papà e a mia sorella "ma io secondo voi non posso farlo?? Non posso proprio??". Tant'è che mio papà e mia sorella per poco non mi mandavano a quel paese!
Forse sottovalutavo un po' la delicatezza dei primi tre mesi, specialmente considerato il fatto che i piccoli erano due...
Pensai che le "rinunce da mamma" stavano già cominciando (in una minima, minuscola parte ovviamente) e mi domandai quanto in futuro nella mia vita sarei arrivata a rinunciare per i figli...
La sera tornai in hotel stravolta e, prima di tornare in camera per la doccia, mi stesi su una delle sdraio in piscina per riprendermi un po'. Girava ancora tutto, troppo...Mi sentivo ancora come se fossi sulla barca, il dondolio continuava imperterrito. Chiusi gli occhi, ma peggiorò. Era come se fossi appena scesa da una terribile giostra. Ed ecco, vomitai per seconda volta in quel giorno e, per la seconda volta, imbarazzata, mi guardai intorno. Fortunatamente, a parte mio papà e mia sorella, nessun altro aveva assistito alla scena.
Tornai in camera, mi sdraiai e pensai di riposare un po' nella speranza di star meglio. Scesi a cena, ma dovetti tornare su. Non solo non riuscivo a mangiare ma la testa mi girava vorticosamente e avevo paura di vomitare ancora.
Non avevi mai provato nulla di simile, neppure dopo la peggiore delle sbronze.
Mi rimisi a letto, distrutta.
Il mattino dopo si tornava a casa, peccato concludere così la vacanza... "È proprio da me!", pensai.
Il giorno dopo ero assonnata ma la testa fortunatamente aveva smesso di girare.
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Sono 2 ✌️!!
General FictionStorie di una gravidanza doppiamente non convenzionale. "Sono 2" è il racconto della mia gravidanza, un diario, a posteriori, di quello che ho vissuto e provato. È un libro che mi avrebbe fatto piacere leggere durante la mia gravidanza e spero possa...