Sono finite le foto orribili... ne ho dovuta scegliere una normale... brr, basta dire brutte parole, noi non conosciamo la normalità, è una reazione umana averne paura, giusto?
Hello guys, vi ricordate quando dissi "inizio dal primo giorno di scuola", come se seguissi lo schema del calendario scolastico. E quanto è durato? "2 I compiti delle vacanze". Vi ricordate quando seguii veramente uno schema? No? Sicuri di non ricordarlo? Beh, nemmeno io.
Infatti oggi come argomento a caso ho scelto la passione che i professori mettono (o non mettono) nel loro lavoro.Possiamo parlarne per ore, girarci in torno e cercare 1000 altre risposte, ma la chiave per essere un buon professore è solo una: la passione.
Un professore sarà preparato quanto volete, potrà essere: bello, simpatico o intelligente, ma se manca la passione non è nulla.
Essendo più specifici: passione per cosa? Non la passione per la propria materia, è normale che un professore ami la sua materia... se così non fosse non l'avrebbe studiata (wow, vi sto aprendo un mondo). Serve la passione per insegnare.
Perché insegnare non è solo entrare in classe e spiegare la lezione, interrogare, mettere voti e assegnare compiti.
Ci vuole pazienza, empatia, disponibilità. Bisogna avere (oltre a un minimo di sanità mentale) una mente aperta, capace di comprendere (e magari anche accettare) altri punti di vista, concezioni diverse da quelle antiche a cui sono stati educati.
I professori devono lavorare con persone, per giunta in una particolare fase di crescita chiamata adolescenza. Devono capire che abbiamo dei sentimenti, delle opinioni, dei problemi, dei sogni e non devono essere calpestati solo perché ritenuti "infantili". I professori non hanno il diritto di umiliarci, dirci come dobbiamo pensare, dirci che non siamo abbastanza, dirci che se pensiamo diversamente è sbagliato. Piuttosto dovrebbero aiutarci ad andare avanti, a migliorare e a formarci come persone dotate di un pensiero critico, che spesso cercano di sopprimere. Siamo persone e abbiamo un'identità, che loro non devono cercare di cancellare.
I professori dovrebbero chiedere più dialogo, dovrebbero interessarsi anche al punto di vista di giovani ragazzi, dovrebbero cercare di comprenderci e consigliarci, non puntarci il dito contro per qualsiasi cosa e privarci di un confronto, di dialogo.
Ma fare tutto questo è complicato, non è facile stare con dei ragazzi, è come reimmergersi nel passato, ma in un passato innovato. Nuovi modi di pensare, nuovi valori morali, nuovi ideali. Una nuova generazione.
E non tutti ne sono capaci: c'è chi se ne infischia del parere dei ragazzi, che reputa sbagliato a prescindere, solo perché privo di esperienza. O c'è chi fa di tutta l'erba un fascio e omologa ogni studente alla massa, lo priva di personalità.
Ma esiste anche chi pensa al singolo individuo come importante parte integrante della società; c'è chi non pensa solo ad entrare in classe e spiegare la lezione: c'è chi si prende cura degli studenti; c'è chi lavora con i ragazzi per eliminare insicurezze, potenziare menti e incoraggiare voci che incerte si distinguono dalle altre.
Il professore dovrebbe supportare e aiutare gli studenti, li dovrebbe accompagnare lungo il breve percorso dedicato alla loro formazione morale. Fare da mentore per arrivare al meglio, al successo. Dovrebbero essere un punto di riferimento, qualcuno con cui non preoccuparsi di sbagliare. Perché la verità è che siamo solo ragazzi, con mille insicurezze, che hanno bisogno di trovare qualcuno che possa essere un valido esempio da cui prendere spunto per migliorarsi.
I ragazzi hanno bisogno di figure aperte al dialogo, professori di cui fidarsi, non di cui avere paura. Non è bello quando tra una classe e i professori si crea un rapporto pieno di stizza e odio. Noi studenti abbiamo bisogno di trascorrere anni piacevoli, sereni; i professori non dovrebbero essere visti come problemi. Non dovrebbero essere dei problemi.
Esiste chi sa essere professore, esiste chi ci prova, esiste chi se ne frega.
Purtroppo non tutti i professori hanno questa passione. Altri, invece, non sanno cosa sia realmente insegnare.
Questi, però, contribuiscono a far risaltare ancor di più coloro che di insegnare ne vanno fieri.Eh sì, anche io so essere seria... qualche volta. Rara. Molto rara. Quasi inesistente. Quasi.
Spero di essere stata abbastanza chiara, ho scritto ciò che pensavo esattamente come lo pensavo... per questo il capitolo potrebbe sembrare un po' confusionario. Beh, spero apprezziate lo stesso. (La speranza è l'ultima a morire)
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Chiamasi: scuola o Inferno?
De TodoVi prego di non giudicare il libro dalla copertina... ciò che contiene all'interno è peggiore di ciò che mostra all'esterno. Chiedo scusa in anticipo per eventuali shock cerebrali o sanguinamento agli occhi. E... non so che caspio si debba scrivere...