De Confessionibus

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Il mio corpo è scosso dai brividi.

Forse è la parete fredda contro la mia schiena.

O è il fatto che mi stia baciando, la sua mano che stringe il mio fianco, mentre con l'altra mi accarezza dolcemente il viso.

Dovrebbe essere tutto sbagliato, e strano.

E invece mi sento bene. Mi sento benissimo.

-Quindi...- mormora sulle mie labbra -dovrei smettere..?-

Maledetto.

-Dovresti...-

Lo sento ridere, mentre mi accarezza i fianchi.

-Bugiarda.-

Prima che possa replicare a questa affermazione, mi zittisce con un altro bacio.

-Oh! Questo, sì che si addice ai miei film.-

Mi stacco subito da Malfoy.

-Anais!-

-Oh no, vi prego. Vado via, continuate pure.-

Gira sui tacchi e si allontana.

-Ti odio!- esclamo.

-Non è vero.- urla, senza voltarsi.

Faccio un bel respiro, e mi volto verso Malfoy.

Che ha un sorriso a trentadue denti schiaffato sulla faccia.

-Non una parola. Questo non succederà mai più.-

-Sì, mai più.- Si stacca dal muro, sistemandosi la cravatta e il mantello, e leccandosi le labbra...

Merlino, per favore...

Si piega e mi da un altro bacio.

Poi si allontana.

-Hei!- devo darmi assolutamente un tono.

-Sisìi! Non succederà mai più, Weasley. Concetto afferrato!-

Raccolgo la borsa da terra.

Cosa sta succedendo?

Beh. Ignoro il fatto che tutto questo mi sia piaciuto. Oppure il fatto che la scorsa notte gli abbia permesso di farlo. Che mi sia addormentata nel suo letto e che abbia trovato piacevole anche svegliarmi tra le sue braccia, le gambe come due destini incrociati, e il suo respiro caldo e leggero sul collo che non era davvero niente male.

Raccolgo la borsa da terra, mi dirigo a lezione.




*****



Mi da fastidio che mi guardino in questo modo.

Come se stessi per rompermi da un momento all'altro, come se fossi una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, oppure come uno di quei poveri disgraziati al reparto psichiatrico del San Mungo.

E gli occhi di lei che mi guardano, ed io che come al solito fraintendo.

Ci sono tutti.

Ed io mi sento un completo e fottuto idiota.

Li sto trattando malissimo, perché non fanno altro che preoccuparsi per me.

Perfino James mi ha chiesto 'Come stai?' ieri mattina.

Ma non possono trattarmi come un lattante.

Alice passa alla mia destra con quel Johnny, Jimmy o come cazzo si chiama...

Nemmeno mi guarda.

E come potrebbe...

-Forse è il caso che la smetti di mangiucchiare quella piuma, e magari mi dici che cazzo ti prende da un paio di giorni a questa parte.-

Scorpius mi leva la piuma dalle mani, e aspetta una mia risposta.

-Non mi succede niente.-

Non risponde.

La McGranitt comincia a sproloquiare sugli animagus e sulla trasfigurazione umana e bla bla bla.

Trasfigurazione mi piace molto, ma oggi non sono veramente in vena.

Solo oggi?

La vocina nella mia testa somiglia incredibilmente a Rose.

Cazzo.

-Senti..- Scorpius abbassa la voce -Puoi anche fare la ragazzina depressa e isterica e non dirmi niente. Fai come ti pare. Non ti disturberò più, se non vuoi. Ma non la tua festa di compleanno. Perché la stiamo organizzando da secoli. E tutto quell'alcol non si berrà da solo.-

Almeno non cerca di psicoanalizzarmi.

È il mio migliore amico.

Lo tranquillizzo.

Lei che fugge lontano pure sta volta. Ed io, pure sta volta che la perdo.

-Lì in fondo... Tè e pasticcini vanno bene? Oppure volete che andiamo a fare lezione da un'altra parte?-

-Mi scusi, professoressa. Non accadrà di nuovo.-

-Lo spero per voi, Potter.-

Questa donna...



*****


Albus se ne va via con Scorpius.

Questo è un buon segno. Forse riuscirà a confidarsi con lui, a cacciarsi il peso che lo opprime.

-Rose?-

Alice mi fa cenno di seguirla.

-Dimmi..-

-Albus ha qualcosa che non va.-

-Lo so. Ma non so cosa gli succede. È strano da un po', forse..-

-Sono io.- mi interrompe.

-Cosa?- Non capisco.

-Sono io, la causa. Il suo malumore, il suo peso.-

Ci guardiamo per un po', in silenzio, mentre il vociare e lo scorrere degli studenti passa intorno a noi.

-Sono io...- ripete sotto voce -È tutta colpa mia.-



*



Mi accarezza i capelli.

Dice che sua madre lo so faceva sempre, quando voleva tirarla su, o semplicemente consolarla.

Stavolta siamo nel suo, di letto.

Le ragazze non ci sono. Abbiamo disertato Hogsmeade con delle scuse del cazzo, per passare un po' di tempo insieme.

Cerchiamo di convincerci di questo. Che sia solo un passatempo.

Magari è così.

Il fatto è che non riesco a fare a meno del suo profumo, della sua bocca, della sue pelle sotto le dita. Non riesco a fare a meno di lei.

-Sei bella.-

Non si scompone, ma una risata sincera scuote il suo corpo, e sorrido anch'io sul suo petto.

-Anche tu lo sei.- Continua ad accarezzare i miei capelli.

Mi alzo sui gomiti, intrappolandola tra le lenzuola dorate e il mio corpo.

Un lungo bacio.

-Tu lo sei per davvero.-

Da dove mi arrivano queste parole?

Per zittire questa boccaccia torno a baciarla.

I nostri corpi si muovono talmente in sintonia, che in un attimo sono perduto.

Dentro di lei sto bene. E non solo fisicamente.

Parliamoci chiaro.

-Ti amo...- senza pensarci, così come arriva.

Non l'ho detto davvero!

O forse si.

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