C'era il sole e avevi gli occhi belli, Lui ti baciò le labbra ed i capelli.

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-Ancora non le hai parlato, non è vero?-

Nemmeno gli argomenti scomodi sono poi tanto scomodi quando a darne voce è lei.

-No.- ammetto, dopo un po'. -Non... Ho avuto tempo.-

Fisso, incantato, i cerchi immaginari che disegna con le sue dita affusolate sul mio sterno, all'altezza quasi del mio cuore.

-Lei è Rose...- sussurra.

Lo ha capito.

In realtà non ne ho avuto il coraggio.

Lo so, le cose si fanno in due. Ed io non sono stato il solo a sbagliare.

Ma la maggior parte della colpa è mia, e questo l'ho capito, ormai.

-Lei è Rose.- ripeto.

Si alza, mettendosi seduta, e costringendomi gentilmente a fronteggiarla.

Stringo le sue cosce e la attiro a me, perché mi sono reso conto che quando è vicina, tutto sembra andare per il verso giusto.

Anche io.

-Sono passate settimane, nel frattempo dovremmo ritornare di nuovo alla Tana...- dice, mentre cerco di distratta baciandole il collo.

Afferra i capelli sulla nuca, e fa in modo che la guardi negli occhi.

-Sto solo aspettando il momento giusto..- provo a pararmi il culo inutilmente.

-Stai procrastinando. Che è diverso. E tu non sei così.-

Vi ho già detto che la mia ragazza ha sempre fottutamente ragione?

Sbuffo.

-Alice, cosa dovrei dirle esattamente? Cioè, non saprei nemmeno da dove iniziare.-

Lei poggia una mano sul mio petto, sorridendo.

Lentamente mi spinge, mettendosi a cavalcano su di me, e guardandomi dritto negli occhi.

-Tanto per cominciare..- dice, mentre mi bacia sul petto -Potresti dirle che ti dispiace.-

Torna a baciarmi. Piccoli, lenti baci dal cuore, al collo.

Arriva alla bocca, sfiorandola.

Il suo respiro e il mio si incontrano a metà strada.

-Il resto verrà da sé.-

Ribalto le posizioni, accarezzandole i fianchi, e poi le cosce, portandole dietro il bacino.

-Perché hai sempre ragione?- sospiro, mentre le nostre intimità si sfiorano.

-Non lo so...- dice, con un ghigno degno dei figli di Salazar.

Entro in lei, deciso.

Amo il modo in cui mi fa sentire.

Questa connessione, fisica e mentale, che non ho mai provato con nessuno.

Con lei, è orgasmo anche quando parliamo solamente.

La mia mente ha bisogno di lei, il mio corpo ha bisogno di lei.

Io, ho bisogno di lei.

Mi prendo tutto quello che mi da, e lei si prende tutto quello che ho da darle.

Crollo, piacevolmente sfinito, fra le sue braccia.

Chiudo le palpebre, mentre lei sussurra quanto mi ama.

Ma forse lo sto sognando soltanto.


*****


Un uomo che si abbottona la camicia?

Dovrebbe stare tra le sette meraviglie del mondo.

Lo so. Sto perdendo il lume della ragione.

Ma andiamo...

Scorpius Malfoy si sta rivestendo, in maniera provocatoriamente lenta (lo stronzo), abbottonandosi la camicia della divisa, i polsini, e sistemandosi la cravatta.

Oggettivamente, chiunque direbbe che è bellissimo.

E sexy. Ho già detto che è sexy?

Ultimamente dice in che gli piaccio.

Che mi ama, me lo ha detto in segreto.

Ed è da quel momento che ho iniziato a vederlo veramente.

Non tanto perché mi ha detto quelle due paroline magiche e pesanti.

Più che altro, per quello che è venuto dopo.

Adesso si morde il labbro, guardandomi come un predatore guarda la sua preda.

Siamo nella Torre di Grifondoro, deserta, per via dell'uscita a Hogsmeade.

Dice sempre che tutto questo rosso lo irrita, ma è qui, quindi...

Beh, dicevo... È dal momento in cui mi ha detto ti amo, prima urlando, poi sottovoce...

Ho iniziato a vedere di più di lui.

È per quello che è venuto dopo, dicevo.

Sì...

Non è che ci prendiamo per mano tutto il tempo, o limoniamo in tutti gli angoli del castello come la maggior parte dei nostri compagni...

Per 'quello che è venuto dopo' intendo la sensazione di leggerezza.

Non frivolezza o altro.

Dieci minuti di chiacchierata che in realtà sono due ore e non te ne accorgi.

Alzare lo sguardo e vedere che il suo è già su di me, mi stava già cercando, e viceversa.

Pensare di conoscerlo, e quindi averlo già catalogato. E invece non conoscerlo affatto, perché lui non è chi dice di essere.

È passionale, irriverente, ma gentile, e delicato, e...

E poi abbiamo fatto l'amore...

La prima volta al buio.

Fuori era giorno, ma abbiamo tirato le tende, chiuso le porte a chiave.

Ci siamo amati al buio, imparando a fidarci dei nostri altri sensi oltre la vita.

(Oltre al fatto che è bravo, fottutamente bravo, e non è solo una chiacchiera da bagno del secondo piano con Mirtilla Malcontenta.)

La seconda volta, invece, c'era il sole.

E lui aveva gli occhi belli.

Ed era bello anche lui, bello proprio come il sole.

-Non guardarmi in questo modo.- ride.

-Come ti starei guardando, scusa?-

-Lo sai.-

Si china per baciarmi, come se fosse un gesto quotidiano, come se potessimo farlo tutti i giorni.

Con la mano gli accarezzo il collo.

-Smettila. O farò tardi...- dice, mordendo e succhiando il mio labbro inferiore.

-Non può sostituirti qualcuno, che so, Albus...?-

Già solo pronunciare il nome di Albus mi fa rabbrividire.

Scorpius se ne accorge.

-Io sono il Capitano, devo allenare io la mia squadra.-

Prende il borsone da terra e se lo mette in spalla.

Mi bacia ancora una volta, prima di andarsene.

-Vedete di risolvere questa cosa. Sono stanco di stare tra due fuochi.-

Perché, ultimamente, ha sempre ragione?

Mi vesto.

Nonostante mi costi ammettere il fatto che Scorpius Malfoy abbia ragione...

Beh... Ha ragione. Devo risolvere la questione.

Devo parlargli quanto prima.


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