Do she love me? Do she love me not?

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-Non credi che Hagrid potrebbe arrivare da un momento all'altro?-

Chiude la porta a chiave.

Non so perché. Sono terrorizzato.

-Albus Severus Potter..- il mio nome pronunciato dalle sue labbra non è mai stato così bello come adesso. -Sei più bello, quando taci per un po'.-

Seduto sul letto di Hagrid, mi ritrovo ad odiare questa distanza che ci separa e, al tempo stesso, a sperare che il tempo si fermi.

Invece si avvicina sempre di più, fino a sedersi sulle mie ginocchia.

-Hagrid torna tra qualche giorno.- dice, guardandomi negli occhi, coi suoi che sono così belli, talmente da vederci un futuro spalancato dentro. -Madame Maxime lo ha invitato per Natale, e lui ha colto l'occasione per star lì un po' più del dovuto..-

Mi accarezza il viso, circondandomi con entrambe le mani, e accarezzando le labbra con i pollici.

L'impulso di stringerla e di baciarla ha la meglio sulla ragione.

Ogni volta è come respirare aria fresca, pulita, dopo una lunga apnea.

In meno di due secondi è sotto di me, bella come non mai.

E mi sento in colpa.

Mi stacco da lei, allontanandomi.

-Al..- mi richiama.

Non riesco a guardarla. -Albus.. Ho.. C'è qualcosa che non va? Che ho fatto?-

Oh, Alice!

-No.- dico -Non... Sono io. Non dovrei. Non dovrebbe essere permesso che io ti baci, che ti abbracci, che ti ami.-

Subito, mi raggiunge, cingendomi la vita e poggiando la guancia sulla mia schiena, dove si sente anche il cuore.

-Perché?- chiede.

-Perché non... Dopo tutto quello che ho fatto.. Io..-

-L'ho detto... Lo ripeterò ancora una volta.-

Fa in modo che io mi giri, e che la guardi.

Cosa ho fatto per meritarmela una seconda volta?

-Sei più bello quando taci, Albus Severus Potter.-

Stavolta è lei a trascinarci sul letto di Hagrid.

-Sei sicura?-

-Taci, Potter. Taci.-

Torna a baciarmi. E, da lì, sono perduto.




*****




-Sei contenta, adesso?- domanda, la voce che si incrina, ma lo sguardo che resta fermo nel mio e non vacilla.

Io...

Non so cosa dire, non so cosa fare. Mi formicolano le gambe.

Ed il primo, strano impulso che sento è quello di scappare.

Non so se da lui, o verso di lui. Magari stringerlo.

-E la colpa è solo tua!- dice -Guarda, cosa mi hai fatto! Guarda, cosa mi ritrovo a dire.-

Mi volta le spalle, e torna a guardare fuori.

-Colpa mia?-

Improvvisamente, sono arrabbiata.

-Non è colpa mia se hai problemi con te stesso. Non starò qui a discutere con te di questo.- sbotto, avvicinandomi e fregandomene altamente del fatto che lui sia più alto e più forte di me.

-Problemi con me stesso?!- a momenti urla. Come se fosse lui, quello che è stato appena accusato di colpe non sue.

-Sì. Sì! Hai problemi con te stesso. Ce li hai, se definisci i tuoi sentimenti come  macchie sulla tua reputazione, che onestamente non è proprio immacolata di suo.- ed io urlo ancor più forte.

-Stai farneticando..-

-No, quello che farnetica sei tu. E pensare che...-

Forse dovevo restare a letto, e farmi i fatti miei.

-Se non hai niente di meglio da dirmi, andrò via.-

La voglia di scappare, adesso, è più forte della tentazione di restare, di questa forza sconosciuta che mi preme contro lui.

Silenzio. Bene.

Corro via. Nemmeno so di preciso dove.

Un'irrazionale parte del mio cervello spera che lui mi corra dietro.

E invece non lo fa.



*



Vorrei correrle dietro.

La colpa non è sua. E, in realtà, non c'è nessuna colpa e nessun colpevole.

Adesso lei è andata via.

Ed io vorrei tanto raggiungerla, e dirle che non è vero niente. Che magari tutto questo è solo una di quelle stronzate dei meccanismi di difesa, e bla bla bla...

E invece i miei piedi rimangono incollati al pavimento, costringendomi a guardare per un po' il punto un cui lei stava pochi minuti fa.

Magari non era venuta nemmeno per litigare.

Ora che ci penso, sembrava volesse dirmi qualche cosa di importante.

Accendo un'altra sigaretta.

Poi un'altra e un'altra ancora...

Sono un idiota veramente. Un disastro.

Ma, d'altronde, doveva succedere prima o poi.

Dovevo dirglielo. Magari non in questo modo, e magari non mandando tutto a puttane due secondi dopo.

Albus ed Alice escono dalla capanna di Hagrid.

Sembra che camminino a trenta centimetri da terra.

Perché la fortuna non può girare anche per me?

Quando mai ti è importato della Fortuna?

Devo trovarla, e dirle tutto ciò che provo senza mezzi termini.

Perché la verità è questa: io mi sono innamorato di lei.

Ammetterlo a me stesso fa un certo effetto. È proprio vero, che quando si dà un nome alle cose, queste diventano reali, vere.

Io mi sono innamorato di lei.

E non riesco a pensare, a studiare, non riesco nemmeno sopportarmi se non la vedo almeno una volta.

Ed è vero. Ho dei seri problemi con me stesso.

E l'unica volta in cui questi scompaiono per un po', è quando c'è lei intorno.

Devo assolutamente trovarla.



Pickin petals off the Flowers like...

'Do she love me? Do she love me not?'

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