L'atmosfera è di vigile attesa e nessuno sembra fidarsi troppo di chi viene dalla città, persino i cartaginesi guardano se sta arrivando qualche gruppo armato da Roma, ma non arriva nessuno e tutti si calmano un poco.
La ragazza si innervosisce nel costatare una simile atmosfera d'incertezza, si chiede se anche tra i romani ci sono le stesse tensioni interne presenti a Cartagine. Dagli sguardi dei romani le sembra di sì. Sospetta che all'interno della casa troverà la stessa aria tesa che trova all'esterno.
«Vedo che non vi fidate troppo dei vostri conterranei, signor Scipione», esclama sardonico Annibale.
Il senatore di mezz'età squadra il giovane generale cartaginese, se fosse stato suo figlio lo avrebbe picchiato. Ma è un suo ospite e deve trattenersi per non fare una pessima figura. Decide di dirgli la verità, del resto lo sanno anche le pietre che anche Annibale ha dei forti nemici interni. Dopotutto anche i politici più smaliziati hanno bisogno di sfogarsi con qualcuno, di svuotare la propria mente dalle incazzature della giornata.
«Negli ultimi anni i plebei hanno cominciato a fare richieste sempre più pressanti riguardo a spartizione del bottino e diritti politici e poi anche voi avete i vostri bei problemi interni?» Risponde acidamente il senatore.
Il giovane non sa come rispondere al senatore, sa che la domanda è retorica e che il padrone di casa sa già la risposta a sommi capi. Sente che sfogarsi con uno sconosciuto per la marea d'inutili chiacchiere sul futuro di Cartagine sia un qualcosa di stupido e necessario per la sua mente al tempo stesso, non sa più cosa o chi , da mesi, maledire e forse ora sa il vero significato della parola solitudine. Il sentirsi da solo in mezzo alla moltitudine, assediato dai propri pensieri e dal proprio passato giorno e notte. Il suo io non riesce più a reggere la pressione degli eventi, proprio quanto si è a un passo dall'inizio del sogno di suo padre.
«Quegli insulsi degli aristocratici pensano che Cartagine si debba espandere nel deserto, perché secondo loro ci sono delle ricchezze non sfruttate. Ancora devo capire se fingono di essere beoti o lo sono e basta»
L'uomo si trattiene a stento dal ridere, non crede che dei nobili, di qualsiasi parte del mondo conosciuto, siano così idioti. Anzi, ritiene che il suo ospite stia fingendo di non capire il reale obiettivo dei suoi avversari politici. Si sente un poco offeso dalle menzogne del generale, ma capisce perfettamente le sue motivazioni. Preferisce metterlo un poco in difficoltà con una richiesta piuttosto che mandarlo a quel paese.
«Allora ci siamo ben capiti signor Annibale, posso chiedervi di ordinare ai vostri uomini di dare una mano ai miei nel sorvegliare la casa ?» Domanda il padrone di casa.
«Certamente. Uomini, unitevi ai romani per pattugliare la proprietà», ordina con fare calmo e autoritario.
Senza farselo ripetere due volte i mercenari dalle varie etnie e dalla corazza di cuoio si uniscono ai ben più corazzati soldati romani, il boschetto di ulivi e meli si riempe di uomini armati pronti al combattimento mentre i loro signori entrano in casa. Sofonisba nota l'assenza di affreschi tra le pareti a differenza della sua ben più lussuosa residenza a Cartagena, inoltre l'intonacato in alcune parti si è staccato dalle pareti dando al corridoio d'ingresso un aria di trasandatezza e povertà. S'incammina con il resto del gruppo verso la sala da pranzo dove il resto della gens Cornelia li aspetta, li guarda e le sembrano tutti ben nutriti e lo stesso poteva dire dei servi invece il tavolo a suo avviso è da tagliare e usare il legno per scaldarsi d'inverno. Le si avvicina una donna dai fianchi larghi e dal seno ormai cadente, la signora è ben vestita e il suo sguardo incute una dose di rispetto e timore ai romani nella stanza; immagina sin da subito che è la padrona di casa.
«Salve sono Cornelia la madre di quel donnaiolo di mio figlio Publio e la moglie di quel bisbetico del suo omonimo padre», sentenzia con uno sguardo crudele verso i suoi uomini.
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Sofonisba
Исторические романыSofonisba è con i suoi fratelli Annibale e Asdrubale Barca in missione diplomatica a Roma per conto del consiglio degli anziani al fine di scongiurare un secondo conflitto romano-cartaginese. In realtà nessuno crede che tale missione abbia successo...