Sofonisba si sveglia pensando alle parole di Asdrubale, sa che i dei che si occupano della morte e dell'oltretomba non so mai stati tanto popolari e non crede che Plutone faccia eccezione a Roma ma non capisce chi sia Dis Pater e quale sia il suo rapporto con Plutone. Sente che lo deve chiedere all'unica persona di cui si fida ciecamente e sia abbastanza saggia da non dire nulla ad Annibale. Scende verso la sala da pranzo e nota che ci sono solo Cornelia e le sue nipoti, si sente fortunata che non ci sia nessuno.
« Vorrei parlarvi Cornelia»
« Parlerete con me e le mie nipotine fra poco ma in un luogo a riparo dalle orecchie indiscrete dei servi» , risponde con fare tranquillo mentre beve del latte.
Sofonisba si mette a mangiare mentre attende di sapere dove vuole portarla. Spera che sia un luogo lontano da dove si trova e sia abbastanza isolato per poter parlare liberamente. Finisce di mangiare e Corneliala prende per mano
« Andiamo a fare questa passeggiata»
La ragazza la segue e insieme alle due sorelle si mettono in cammino, dopo diverso tempo arrivano alle porte delle rovine di Veio
« Dobbiamo arrivare al tempio che in cima a quel colle. Dopo mi direte tutto»
Il quartetto s'incammina sotto l'arcata annerita della porta cittadina, le case attorno alle mura sono crollate a causa dell'incendio scatenato dalle legioni e solo il cumulo di macerie rimane a indicare che lì ci abitavano delle persone con i loro sogni e le loro delusioni. Sofonisba fa attenzione a non inciampare in qualche pietra annerita che ogni tanto ostruisce la via. Arrivano davanti al tempio e da lì capisce il perché voleva venire lì Cornelia. Dalle gradinate del tempio si ha una visuale libera per centinaia e centinaia di passi a causa della posizione del tempio e dei cumuli molto bassi di macerie.
« Fino a una decina d'anni fa qui ci venivano in tanti per prendere delle pietre per costruire le proprie case, ora che è rimasto ben poco da prendere non vedi anima viva dentro le mura di questa città in rovina, Un posto ideale per parlare di cose che devono rimanere segrete»
« Vorrei sapere chi è il Dis Pater è che rapporto c'è tra lui e Plutone», chiede Sofonisba.
« Perché chiedete una cosa del genere?» Domanda Cornelia.
« Perché il daimon di Scipione ha detto di essere lì per conto del Dis Pater e di Plutone»
« Quindi il messo delle due divinità non era nient'altro che il suo spirito protettore? Interessante. Questo spiega anche perché hanno trovato corpi di banditi che forse voi due non avevate né visto né sentito prima vero?» Domanda freddamente Marzia.
Sofonisba suda freddo, le sue tre conoscenti sono arrivate alla verità e non può farci nulla a riguardo. Può solo mentire e dire mezze verità ad oltranza fino a quando se ne andrà dall'Italia.
« No, li ha uccisi prima di parlare tranquillo con noi e darci i cavalli per arrivare a casa. Scipione gli ha chiesto di scortarci e lui ha acconsentito a farlo, tenendo il passo degli equini a trotto fino alla strada che collega Roma a Capua», dice lei.
Cornelia pensa a cosa dire, sa che la ragazza non dice tutta la verità ma non le interessa scoprire cosa è successo veramente. Come madre di Scipione sa che sapere la verità o meno non cambierà le sorti della sua gens ormai gravata dal dubbio di venerare i dei del sottosuolo. Non può fare nulla contro questo fango che copre il buon nome dei suoi antenati e di quelli del marito.
« Ammettiamo che io creda alla vostra lacunosa e falsa versione Sofonisba e non ti chiedo altro. I dei che vi hanno aiutato sono i più impopolari, malvagie divinità esistenti nella religione romana. Tante volte Plutone ha offerto ai suoi fedeli una morte orribile a descrivere a parole quanto a vederla dal vivo, non oso immaginare cosa hanno provato quei poveretti negli ultimi istanti della loro vita. Quando a Dis Pater lui è il re delle ricchezze minerarie del sottosuolo, ma ne è geloso e per questo molti minatori sono molti a causa sua e come se non bastasse molte città sono state danneggiate dalle sue punizioni sotto forma di frane e terremoti.»
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Sofonisba
Fiction HistoriqueSofonisba è con i suoi fratelli Annibale e Asdrubale Barca in missione diplomatica a Roma per conto del consiglio degli anziani al fine di scongiurare un secondo conflitto romano-cartaginese. In realtà nessuno crede che tale missione abbia successo...