quarto giorno

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La giovine si sveglia sospettosa; sente che sta accadendo qualcosa d'importante, ma non sa cos asta succedendo. I romani gli sembrano fin troppo tranquilli per la fama di feroci educatori della propria progenie e anzi sembra quasi che si trattengano per evitare incidenti con Annibale. Ma lei è sicura che prima o poi si smaschereranno. In quel momento sente un sommesso sospirare come se qualcuno trattenesse il fiato per evitare di urlare di dolore. Non sa dove sta accadendo e decide di scendere e andare fuori dalla villa per vedere cosa sta accadendo. Nota il padre di Scipione fustigare il figlio, la verga fa un rumore sordo quando batte la schiena,  i suoi fratelli sono lì a guardare il giovine romano che stoicamente sta trattenendo le urla mentre il suo genitore lo sta torturando.  Dopo dieci bastonate lo lasciano lì esausto, i servi lo slegano e lo portano in una stalla. 

Lei va al triclinio per aspettare lo ientaculum. Rimane sul suo posto per momenti interminabili, fino a quando Annibale nella sua stanza con aspetto arrabbiato e serio per dire:« Il vostro amico è stato appena fustigato da suo padre per un banale diverbio tra i due. Ricordate che oggi non è il giorno adatto per vedervi continuare a fare gli amici d'infanzia. Non siamo in una nazione amica e i romani non sono noti per essere delle persone simpatiche con chi ritengono molesto o pericoloso per i loro interessi»

«Ma non abbiamo fatto nulla di scandaloso!» 

« Davvero? Siete andati in taverna il primo giorno e un altro girovagate in campagna da soli. Credete che non siete sotto discreta sorveglianza o pensate di essere i più furbi? Ricordate che qui e a Cartagine le lingue parlano molto ed eventi con eventuali ripercussioni politiche si notano subito»

«Ma abbiamo solo parlato»

«Secondo voi alla gente gli importa qualcosa se parlate e basta? Loro sono già arrivati alla rappresentazione teatrale di voi due con una marea di marmocchi da crescere. Sono certo che entro la fine del mese anche a Cartagine si parlerà di questo e il consiglio degli anziani ordinerà la tua reclusione in Spagna. Io non farò nulla per proteggerti e non voglio farlo. Ricordati che ti ho portato con me solo perché ritenevo che non saresti sopravvissuta un mese in ostaggio al consiglio degli anziani. Non farmi pentire della mia scelta», conclude sbattendo la porta.

Alla fine arrivano anche gli altri che si fanno portare qualche fetta di pane con olive e miele come pasto, nessuno dice una parola di quello che è successo e tutti cercano di far finta che nulla è cambiato per il momento. Sofonisba aiuta Cornelia a sparecchiare e a ripulire la  sala dalla sporcizia.

« Vi devo portare al balneum della mia gens, perché dopo quattro giorni è ora di socializzare con altre donne, ma è aperto dopo mezzodì. Dopotutto non potete conoscere solo noi e basta a Roma, sopratutto se le trattative dureranno ancora a lungo»

Cornelia vuole che i suoi ospiti si trovino bene, ne va della sua immagine di perfetta matrona. Il buffo è che una volta lei era la ragazza più ribelle di Roma. Aveva scandalizzato tutti prendendo una spada dall'armeria delle legioni, fu punita a un anno di reclusione, a pane e acqua, e a venti frustrate. Da allora si è fatta più furba e si limita a ubriacarsi come un uomo, quando nessuna persona appartenente al   patriziato la vede. Purtroppo sa  che, in parte, suo figlio Scipione è ribelle quanto lei da giovane. Non sa come intervenire per evitare il deteriorarsi della situazione, può solo sperare che il suo bambino diventi più astuto e infranga le norme sociali quando è sicuro di non essere visto.

« Ma certamente, ma cosa facciamo ora?»

«Per ora vi porto al teatro a vedere qualche tragedia greca. Del resto miei figli preferiscono allenarsi piuttosto  che accompagnare la propria madre a vedere qualche tragedia di Eschilo e io vorrei avere un po' di compagnia oltre alle mie solite amiche»

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