Decimo giorno

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La ragazza si sveglia, si guarda felice e pensa che oggi potrebbe essere un bel giorno per vivere. Non si fa troppe illusioni sulla durata del suo soggiorno a Roma. Per come la vede lei durerà ancora qualche giorno massimo due o tre settimane. Un poco le dispiace di lasciare qui Circe e Marzia.

Scende e vede gli altri già belli distesi a consumare il pasto mattutino, gli sguardi sono ancora tesi, a parte quello delle sue conoscenti e di Scipione che sono sorridenti

« Ragazze che ne dite di andare fuori per un giro? »

« Viene anche Scipione che si è ripreso dalle bastonate », dissero loro due

Il quartetto se ne va in direzione della città,  molta gente neanche si accorge della loro presenza mentre loro se ne vanno in giro per la città. Alla fine vanno in un locale dall'aria lussuosa almeno dal punto di vista dei romani. 

« Come questo locale sembra così ben curato rispetto al resto della città?»

« Perché questa è l'osteria dei patrizi e l'oste deve essere un po' più raffinato del solito»

I quattro rimangono lì per ore ad ascoltare i scherzi salaci dei giovani patrizi, mentre loro discutono svogliatamente del più e del meno. Circe e Marzia ridono a crepapelle della goffa corte che una loro coetanea fa a un ragazzo. Loro sarebbero state meno timide e subito pronte ad accarezzarglielo. 

« Faccio vedere a quella ragazzina come si seduce. Tanto gli uomini pensano solo a quello» 

Circe si avvicina al ragazzo e gli tocca le parti intime e quello arrossisce di colpo, le gli parla sottovoce e l'uomo in evidente voglia di far sesso la porta al  piano superiore dove ci  sono i letti. Sofonisba rimane stupita della lussuria del ragazzo e della puttanaggine di Circe.

« Ma è uno sconosciuto»

« Mia sorella disprezza le timide e questo è il suo modo per oltraggiarle. Personalmente non la sopporto neanch'io ma sono anni che fa così e non so più dove sbattere la testa per convincerla a non fare così»

Sofonisba guarda incredula Scipione e Marzia, si chiede il perché accettano un simile comportamento da Circe, tutti sanno che una donna di facili costumi non troverà mai marito né potrà mai essere ritenuta affidabile dai suoi stessi concittadini. Non li comprende e guarda tutta imbarazzata Scipione chiedendosi se quello che pensa di lui sia un illusione o meno. 

Scipione si avvicina sempre di più alla punica senza che quest'ultima dica nulla, i due non parlano si guardano e basta; a volte basta uno sguardo e il fare finta di niente per non creare imbarazzi alle proprie famiglie. Rimangono così senza dirsi niente fino all'ora di pranzo. 

Usciti si dirigono si da subito ai templi per portare una torta di farro al tempio di Giove capitolino, le sue sorelle guardano maliziose la ragazza punica mentre si dirigono nell'area dei templi. 

Apre solennemente la pancia della capra e ne estrae le interiora. Le guarda per un tempo che sembra interminabile e dice sottovoce al console il responso mentre le scalinate sono bagnate dal sangue di animali sacrificati in precedenza,la punica non si stupisce perché anche nella sua città sta succedendo la stessa identica cosa e si solleva leggermente la tunica per evitare di bagnarla di sangue.  Entra su un tempio anonimo e lasciano a un uomo dalla tunica bianca. Se ne vanno in giro per la città bighellonando. Ritornano a casa verso la tarda sera trovando solo una cena tiepida a base di pollo ripieno di farro e poi vanno a dormire

SofonisbaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora