La ragazza si sveglia un po' nervosa, ormai quello che è fatto è fatto. L'unica cosa che rimpiange è non essere riuscita ad avere ancora un rapporto più intimo con Scipione e le sue cugine, ma del resto in quindici giorni è impossibile avere delle amicizie vere e proprie. Ripensa a quando era più ingenua prima d'incontrare Cornelia e le sue nipoti, ironia della sorte la padrona di casa è diventata quella figura materna che non ha mai avuto. Scende per fare colazione e trova tutti sorridenti, suo fratello Annibale si sente già un po' meglio con il passare del tempo. I suoi occhi tradiscono la sofferenza per l'inattività forzata, ma non ci può fare nulla se non sperare che il suo corpo guarisca in fretta. Scipione il giovane ride per il solletico che le sue cugine gli fanno. Cornelia e i servi portano delle focacce di grano al miele e del latte speziato
« Vi vedo in gran forma nonostante la ferita fratello »
« Ci vuole ben altro per impensierirmi, voi vi sentite ancora in grado di fare da spalla a nostro fratello? » Domanda freddamente.
Sofonisba suda freddo, non si sa come rispondere a suo fratello riguardo a ciò. Per lei la missione ormai è fallita e conviene ritornare in patria piuttosto di rimanere lì a fingere di poter ottenere l'impossibile. Ma del resto il suo capofamiglia le ha ordinato di farlo e lei non può esimersi dagli ordini del suo fratello maggiore.
« Compirò il vostro volere capofamiglia, ma voi dovete ricordare che ormai abbiamo fallito e dobbiamo organizzarci per andarcene da qui prima che sia troppo tardi»
Annibale scoppia in una fragorosa risata, Sofonisba si chiede cosa ha detto di così divertente da far ridere il suo parente più serio e meno incline alle risate.
« Si vede che non conoscete Roma, i romani non uccidono i diplomatici stranieri come sono soliti fare i spartani.Non rischiamo nulla ma ora andate al Senato»
Tutti a parte Cornelia e Annibale vanno al Senato, la ragazza non si aspetta nulla d'importante da questa giornate che si preannuncia spenta e inutile da parte di tutti. Arrivano nel cuore pulsante del potere politico a Roma e trovano i senatori intenti a sonnecchiare e a russare. Scipione il vecchio guarda Asdrubale e i due decidono di fare un noiosissimo discorso sull'avanzamento dei negoziati. Sofonisba cade di botto dal sonno e dalla noia insieme a più della metà dei senatori, troppo a lungo sono state tirate le trattative e nessuno vuole più sentire parlare dell'argomento.
Asdrubale scuote la sorella per svegliarla e lei si rialza dal torpore, lei lo guarda e vede lo sguardo di chi se ne vuole andare via in fretta e in furia da quel posto. La scorta li porta nella loro casa dove l'aspettano del maiale arrosto e birra. Tutti si chiedono se quella furba di Cornelia non vuole risparmiare qualcosa sui pasti mettendo della birra al posto del vino, ma nessuno le chiede ciò, troppo impegnati a gustarsi il maiale e la sua pelle croccante.
« Oggi vi voglio far vedere qualcosa che abbiamo importato dagli etruschi a parte il prosciutto: i gladiatori », propone Conrelia
Sofonisba si guarda attorno, non capisce cosa significa la parola gladiatori ma osserva che i suoi fratelli hanno compreso cosa voglia dire la matrona romana. I due sorridono e sperano che la matrona le apra gli occhi su cosa sono realmente i romani e sulla loro insaziabile sete di sangue.
« Schiavi che combattono tra di loro in luoghi aperti per commemorare i defunti, almeno all'inizio, adesso qualsiasi cosa venga in mente ai patrizi romani. Soprattutto quando scoprirono che ciò distraeva la plebe dai problemi del paese, non mi stupisce che questi "spettacoli" aumentino proprio in questo periodo », esclama seriamene Annibale.
Scipione il vecchio diventa paonazzo in viso mentre suo figlio e le sue cugine cercano di trattenersi dal ridere. Cornelia guarda il giovane condottiero romano e sorride sardonicamente, per lei i spettacoli gladiatori sono solo uno spreco di buoni potenziali legionari da usare per difendere Roma dai suoi nemici. Il generale di mezz'età non dice nulla per non litigare con l'ospite di riguardo, ma lancia occhiatacce ai suoi parenti che chinano la testa davanti al padrone di casa. Poco dopo Cornelia fa un cenno a Sofonisba e alle due sorelle di seguirla.
Il quartetto viene seguito a ruota da una nutrita scorta di due dozzine di uomini, Cornelia si sente infastidita da una scorta del genere, ma dopo quello che è successo neanche lei può evitare di avere qualcuno che le guardi le spalle. Il gruppo arriva in un grande spiazzo segnato da un ampio cerchio di frondose querce. Al centro due uomini armati di spade e armature di cuoio che duellano tra di loro, guarda gli elmi ammaccati e di grezza fattura. Lo scontro dura per un giro di clessidra ed il vincitore, con una profonda ferita alla gamba destra, decapita lo sconfitto davanti al pubblico urlante.
Sofonisba si chiede quanto sia pericolosa una civiltà dove la morte è spettacolo per la plebe insieme a un esercito che si tiene in allenamento in continuazione. Non ha mai dubitato delle capacità come condottieri dei suoi fratelli ma ora si chiede se non stanno facendo il passo più lungo della gamba.
Si guarda attorno e nota spaventata lo sguardo feroce ed estasiato dei giovani, non ha mai visto un sguardo simile nel volto dei giovani cartaginesi né nel viso dei mercenari. Ogni parte del loro corpo trasuda di voglia di vedere e dare la morte, si chiede siano esseri umani o mostri forgiati da un dio della guerra e con un volto umano per sviare le loro prede.Se ne vanno a nella taverna di Dominica per lasciare Sofonisba lì a imparare un po' di cucina prima di sposarsi. Dominicia l guarda e le dice:« Aiutami a fare la pulsa»
La cuoca porta Sofonisba in cucina vede un grande paiolo da dove esce del vapore.
«Girate il mestolo fino a quando non finisce la sabbia nella clessidra.Chiamami che dobbiamo portarlo in sala»
La ragazza osserva per un giro di clessidra e poi chiama:« La pulsa è pronta »
Dominicia arriva con dei servitori e versa la pulsa nei piatti, per poi portarla in sala. Sofonisba riceve ordini simili fino a quando non se ne vanno via tutti gli avventori e può cenare con dei panini al prosciutto. Ritorna a casa con la scorta e se ne va in camera, trova Scipione lì ad aspettarla. Rimane stupita da una simile sfrontatezza da parte del giovane.
«Cosa fate qui?»
Ma riceve come risposta un pronto bacio, le loro lingue si uniscono e lei avverte un odore di vino e carne arrosto solo che si lascia conquistare dall'irruenza del romano. Le sue mani scendono fino ad arrivare dove solo una moglie o a una cortigiana è lecito toccare, si gode il momento per un tempo che le pare infinito, poi è lo stesso Scipione a staccarsi il suo sguardo è rattristato da ciò.
« Vi devo permettere di dormire, mi piacerebbe fare altro ma non posso cedere alla passione», dice sottovoce.Il ragazzo se ne va silenzioso, e la ragazza piange prima di dormire.
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Sofonisba
Historical FictionSofonisba è con i suoi fratelli Annibale e Asdrubale Barca in missione diplomatica a Roma per conto del consiglio degli anziani al fine di scongiurare un secondo conflitto romano-cartaginese. In realtà nessuno crede che tale missione abbia successo...