10 - Come la tempesta schianta, Cento braccia mozzate

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CANTO XXVII - COME LA TEMPESTA SCHIANTA

Achilléus guardò i Grýpes allargarsi sopra l'esercito, li seguí avventarsi al seguito del profeta. "Come puoi ancora dubitare?? Realmente è stato mandato dagli Dei!".

Chéirōn abbassò l'arco e guardò, pieno di meraviglia, l'intricarsi delle scie di fiamma ai frangenti di suono solido; infastidito (ma altrettanto ammirato...anche se mai l'avrebbe ammesso!) l'immortale schioccò le chele sui tuoni sovrapposti dei dardi che esplodevano.

"...anche se così fosse la sua forza non è inferiore alla mia! Comanda ai tuoi di avanzare, che non cessino il fuoco!". Il Grigio Savio annuì, alzò il braccio sinistro e il generale Nadu-Karal, che gli stava accanto, fece lo stesso con un corno: soffiò tre note brevi e una lunga, altri suoni identici si ripresero sopra il fischio delle frecce e i ruggiti della mischia aerea.
Il Pelide sollevò di nuovo la faccia, le chele che fremevano verso il gatto che combatteva alla testa dei figli del Febo. Sei indubbiamente potente...ma io non sono da meno! "Patroklễs!".

"Comanda érotas!" schioccò il mirmidóne al suo fianco. "Guideremo la prima carica, sei con me?".

"Sino a che thánatos ci prenda entrambi". L'espressione del Pelide si addolcì, ma fu solo per un attimo mentre risaliva in arcione. "Vecchio Re le tue membra sono salde?".

"Non dubitarne nemmeno per un secondo, o alleato irrispettoso!" nitrì Chéirōn sollevando il pugno. Una nuova bordata di dardi in fiamme rombò sui combattenti in volo e spiovve accendendo il crepuscolo di esplosioni, sporcando l'amaranto di sbuffi neri. Le frecce tennero la cadenza mentre le schiere si distanziavano, primo dei suoi il Re centauro avanzò col collo piegato verso l'alto, incapace di distogliersi.
...messo degli Dei oppure no riconosco la tua forza rimuginò il Pelide guardando le schiere delle Rapitrici ritirarsi: ma più indietro altre sopraggiungevano...e in quel momento l'urlo del Centimane scosse il mondo come un terremoto.

Il Padre del Piccolo Popolo sentì un brivido percorrerlo: basta indugiare! Tu non ruberai la gloria al Re Immortale!
"MIRMIDÓNES!" tuonò, ubbidienti i suoi figli innumerevoli sbatterono le sarisse: "HÙI!".

"Páme!" comandò e l'esercito si mosse sul suono della terza salva di dardi che esplodeva, intrecciato ai colpi dei tamburi e alle note acute dei diaulòi. Istanti dopo la neve iniziò a sciogliersi al seguito dei Grýpes che si abbassavano; in lontananza il Centimane brandì mani di roccia, come era stato mille anni addietro, e il Pelide strinse gli occhi e la spada, l'esaltazione smorzata suo malgrado.

...vedremo se davvero riuscirai a proteggerci: come se il mostro gli avesse letto nel pensiero, il primo proiettile precipitò verso di loro come una meteora. La schiera ondeggiò.

~-_'•

Orfeo inghiottì nel vedere quel macigno grosso come una fattoria che gli veniva incontro; abbassò la faccia, Pegaso lo guardò altrettanto preoccupato, per tutta risposta la presenza del nulla gli cantò dentro cattiva e risoluta: lanciati all'attacco. Noi prevarremo.
Il musico rialzò il muso, guardò l'isola di roccia roteante, iniziò a tremare: no non posso io non posso io-

Orfeo ed Euridice: del perduto AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora