Prologo

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Sotto l'attento sguardo di un agente pignoratore, stavo raccogliendo la roba dalla mia stanza, cercando di far entrare più cose possibili in valigia

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Sotto l'attento sguardo di un agente pignoratore, stavo raccogliendo la roba dalla mia stanza, cercando di far entrare più cose possibili in valigia. Ma non potevo prendere tutto. Mi hanno concesso di portare via solo il dieci percento del mio grandissimo guardaroba, oltre al mio laptop e a due paia di scarpe.

Con una sola valigia avrei dovuto ricominciare la mia vita. Tutto grazie a mio padre. Mi ha tenuto nascosto i nostri problemi finanziari fino al momento in cui fummo costretti a lasciare la nostra immensa casa nel centro di Londra.

"Non sono riuscito a pagare in tempo i miei debiti, mi dispiace cara." Fu ciò che mi disse prima di scoprire di esser stato coinvolto in delle truffe, e che non aveva neanche i soldi necessari per pagarsi un buon avvocato.

«Rae il taxi è arrivato.» Mi informò mio padre piombando in quella che ormai non sarebbe più stata camera mia. «Verrò a trovarti il prima possibile, te lo prometto.»

Prima di lasciare definitivamente la mia vecchia casa, raccolsi il mio inalatore per l'asma da sopra la scrivania; conservandolo in borsa frettolosamente. Era una cosa con la quale vi ero cresciuta. Alcuni attacchi arrivavano senza nessuna motivazione precisa, mi mancava il respiro all'improvviso, interrompendo qualsiasi azione stessi compiendo in quel momento. Altre volte invece venivano causati da situazioni particolari, come stress, ansia, o rabbia. Ma per fortuna non sempre.

Camden Town era la mia destinazione, uno dei borghi situati al nord di Londra. Era lì che viveva mia zia Mary, ed era lì che mio padre aveva deciso di spedirmi finché lui non avesse risolto la situazione. Per me era come passare dalle stelle alle stalle.

Durante il tragitto passammo vicino al mio prezioso Big Ben, quasi a sbattermi in faccia cosa stavo perdendo. Eppure Camden non era lontanissima, ma essendo minorenne e non avendo un mezzo, l'unica soluzione per riandarci ogni tanto sarebbe stata usare i mezzi pubblici. Rabbrividivo solo all'idea.

Il taxi si fermò in una strada ricoperta da tantissime case a schiera che contornavano tutta la via, ognuna di un colore diverso, dando l'impressione di trovarsi in un pacchetto degli m&m's.

Scesi dal taxi mettendo la mia borsa in spalla, e recuperando il mio trolley dal bagagliaio.

«Rachel! Finalmente!» Una donna sulla trentina si precipitò fuori da quella che doveva essere la mia provvisoria dimora. Era una casa di un giallo acceso, con un vecchio cancello cigolante, e tantissimi vasi di una varietà di fiori diversi ad ornare il piccolo ingresso.

«Ciao zia Mary.» Le sorrisi prima di essere avvolta in uno stritolante abbraccio, facendomi cadere la borsa per terra.

Non veniva spesso al centro di Londra, e tanto meno noi non andavamo a trovarla più del dovuto. Vivevamo in due mondi opposti, ed era forse questo a creare la vera distanza tra noi.

Lei è sempre stata un po' hippie; per mio padre era troppo scalmanata per far parte del nostro sfarzoso stile di vita, e d'altro canto a lei non è mai piaciuto essere incatenata dalle regole del bon ton, quindi si distaccò quasi completamente dal nostro mondo. 

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