(7) La mia droga preferita

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✿ Rachel's P

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Rachel's P.O.V.

La casa di Zayn era quasi della stessa grandezza di quella di mia zia, con la disposizione delle camere in modo differente. Mandai un messaggio a zia Mary quella sera, per avvertirla che sarei tornata a casa tardi, o che altrimenti avrei dormito a casa della mia amica Lydia. Dopo alcune obiezioni, mi diede il permesso esclusivamente per il fatto che il giorno dopo non avremmo avuto scuola.

«Per quale cavolo di motivo non hai della vodka in questa casa? Stai deludendo le mie aspettative.» Piagnucolai dopo aver bevuto un secondo bicchiere di Jack Daniel's.

Ce ne stavamo entrambi seduti sul suo divano, con la sola musica proveniente dallo stereo a farci compagnia. «Cosa ti aspettavi? Che avessi una scorta di alcool qui dentro? Apprezza lo zio Jack e non rompere le palle.» Zayn si riempì l'ennesimo bicchiere, per poi offrirne un altro a me.

Lo afferrai senza pensarci due volte. «Hai almeno qualcos'altro da offrirmi? Oltre l'alcool?» Il suo sguardo ammiccante incontrò il mio, ed io sperai che avesse afferrato il giusto concetto.

«Sei già sbronza dopo due bicchieri, non reggeresti.»

Posai il mio drink sul tavolo, dopo averlo finito, e raggiunsi Zayn mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe. «Mettimi alla prova.» Lo provocai con voce bassa.

Mi guardò per un periodo di tempo decisamente troppo lungo, prima di tirare fuori qualcosa dalla tasca anteriore della sua giacca. Mi spostò, rimettendomi al mio posto, per poi gettare della polvere bianca sul tavolino basso di fronte a noi.

«La principessa vuole giocare con la neve?» La sua voce era provocatoria, ma attenta.

Lo vidi sniffare quella roba dal naso. Gettò la testa all'indietro, fino a toccare il divano con le spalle.

Sentivo un fuoco che ardeva dentro di me, che bramava di essere liberato. E Zayn sembrava una calamita per le mie fiamme, le attirava a sé, facendole uscire.

Mi sporsi verso il tavolino, e feci la stessa ed identica sua azione di poco prima. Mi sentii pungere il naso un secondo dopo che quella polverina si addentrò nelle mie narici; era fastidiosa. In quel momento mi sentivo la mente libera da ogni pensiero o preoccupazione; il leggero fastidio al naso iniziò a placarsi, facendo spazio ad una sensazione di calma e spensieratezza. Non avevo mai provato nulla del genere, e mi piaceva, fin troppo.

Che senso aveva comportarsi bene ormai? Mio padre non c'era per punirmi, il mio fidanzato non c'era per fermarmi. Ero sola con me stessa, che chiedeva soltanto di fregarsene alla grande, lasciarsi andare, trasgredire. Niente regole, Rachel.

«Sembra come se dovessi starnutire per dieci anni.» Mi lamentai massaggiandomi il naso. «Perché vendi questa roba?»

«Non puoi chiedere ad uno spacciatore perché è uno spacciatore.»

«L'ho appena fatto invece. Allora?» Mi riavvicinai a lui, girandomi su un fianco per guardarlo meglio.

«Mio padre ci ha abbandonati qualche anno fa. La presi molto male.» Il suo tono era duro e serio. Girò la testa verso di me, ancora poggiata sul divano. I suoi occhi castani e con alcune sfumature dorate, mi guardavano con uno strano luccichio.

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