(9) Libertà, follia, violenza

339 27 302
                                    

✿ Rachel's P

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Rachel's P.O.V.

Tornata da scuola trovai la mia amica, Emily, di fronte casa mia. «E tu che ci fai qui?» Le chiesi sorpresa ancora in sella alla mia bicicletta.

«Oh Rae, finalmente! Sono uscita prima da scuola per venire da te. Devo per caso portarmi lo spry al peperoncino la prossima volta che vengo qui?» Si guardò intorno circospetta, il che mi fece ridere, perché fino a qualche settimana fa anch'io ero come lei.

«Magari un coltello andrebbe meglio.» La presi in giro. La sua espressione scioccata però fu impagabile. Scesi dalla bici, riponendola all'interno della recinzione. «Entriamo, devo ancora pranzare. Tu hai fame?»

«In effetti sì, grazie.» Mi sorrise. Indossava una stretta gonna azzurra abbinata ad un top bianco. Il giacchino nero ed i vertiginosi tacchi la rendevano più sicura di sé di quanto in realtà non fosse.

Quando Emily mise piede nella mia abitazione la vidi sorridere mentre si guardava intorno. «Tua zia non è in casa?»

«È al lavoro, ritorna più tardi.» Risposi mentre mi sfilai la giacca per poi appenderla sull'attaccapanni; una bustina trasparente volò via dalla tasca, finendo per terra sotto lo sguardo della mia amica. La raccolsi velocemente nascondendola in un pugno.

«Rae? Stai bene? Sembri nervosa.» Si avvicinò a me guardandomi sospetta.

Io mi allontanai verso la cucina. «La fame mi rende nervosa.» Dissi con sarcasmo.

«Fame chimica magari?» Il suo tono era indagatorio. Emily era troppo astuta, persino per me.

Aprii il frigorifero. «Pasta o pollo?» Le domandai cambiando argomento.

Quando non ricevetti risposta raccolsi il pollo per entrambi. Misi il cibo in un piatto, per poi riscaldarlo nel microonde per qualche minuto.

«Rae, io sono venuta qui per supportarti. Mark è un vero coglione, è riuscito a mettere tutti contro di te nonostante è stato lui il verme. Ma io ne ho avuto abbastanza di continuare a frequentare certa gente. Tu sei mia amica, ed io ti voglio bene.» Il suo tono era sincero, pieno di rammarico. «Scusa se ci ho messo troppo tempo a farmi viva.»

Mi sedetti sulla sedia accanto alla sua. «Lo apprezzo molto, ma non devi scusarti. Puoi venire a trovarmi tutte le volte che vuoi, magari ti farò conoscere nuove persone. Sono sicura che ti piacerebbero.» Le sorrisi.

L'allarme del microonde mi avvisò che il cibo era pronto; mi alzai per andare a raccoglierlo.

«Se sono le stesse persone che ti fanno prendere quella roba allora non voglio conoscerle.» Le sue parole taglienti mi fecero cadere le posate dalle mani, arrivando a terra con un tonfo rumore.

Mi girai di scatto verso di lei allarmata. «Di che diavolo parli?»

«Non sono così stupida. Ho visto cosa hai nascosto poco fa. La bustina. Ed i tuoi occhi sono rossi come se non dormissi da giorni. Perché?» Si spostò una ciocca bionda dietro l'orecchio, fissandomi. I suoi occhi azzurri sprizzavano delusione.

BreathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora