(21) Persa

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✿ Rachel's P

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Rachel's P.O.V.

Ormai neanche le lacrime riuscivano a fuggire dai miei occhi, avevo solo un grande vuoto dentro ed una rabbia che mi stava divorando lentamente. Ma non quella rabbia che ti fa diventare impulsiva, scoppi e poi dopo passa, no. Intendo quella rabbia vera che ti rimane dentro, quella che ti brucia e non ti lascia respirare, quella che ti corrode piano e ti devasta il cuore, quella che ti spinge al muro e non riesci più a rialzarti, quella che ti dà la consapevolezza di aver sbagliato tutto.

Non ridevo più e mi incazzavo per le piccole cose, perché ho capito che le persone sono cattive, mandano a puttane il rispetto e calpestano la dignità altrui; e quindi sono diventata ciò che mi è stato fatto.

Me ne stavo ferma davanti la porta d'ingresso mentre mi sentivo come se avessi un serpente nello stomaco che si stava divertendo a capovolgere le budella. Raccolsi il giubbotto blu dall'attaccapanni ed uscii di casa. Di fronte a me era tutto bianco, la neve aveva ricoperto gran parte della strada ed andare a scuola in bicicletta sarebbe stato più difficile del solito. Mi avvicinai ad essa sganciandola dal lucchetto e la spostai fuori la recinzione. Poi, come ogni mattina, gettavo uno sguardo alla casa di Zayn prima di andare via, ma stavolta qualcosa mi fermò.

Presi da terra alcune pietroline e le strinsi in un pugno, iniziai a tirarle sulle finestre di casa sua ma non accadde l'effetto che speravo. Mi inginocchiai sulla neve e scavai finché non trovai delle pietre più grosse, e quando una di esse colpì il vetro alcuni pezzi volarono a terra con un rumore assordante.

Sorrisi di fronte a quella scena e tirai un'altra pietra rompendo la finestra vicina. «Siete tutti dei fottuti traditori!» Un altro colpo. «Dicevi che ti preoccupavi per me, eh? Che mi amavi? Che mi capivi? Che eri diverso e che ci saresti sempre stato? Solo cazzate!» Urlai talmente tanto che la temperatura fredda mi congelò anche il respiro. Ansimavo mentre mi guardavo intorno, scoprendo alcuni vicini curiosi che stavano riprendendo la scena con un cellulare. «Fatevi i cazzi vostri, stronzi!» Una vecchietta accanto alla casa di Zayn mi guardò schifata prima di rientrare nella sua abitazione, seguita a ruota da tutti gli altri. Solo un ragazzo rimase sul portico di casa sua a fumare e a fissarmi senza vergogna, avrei voluto affrontarlo se solo le imprecazioni di Zayn non mi avessero fermata.

Lo vidi uscire con solo i boxer bianchi indosso ed i calzini neri, aveva il viso contratto mentre osservava il capolavoro che avevo adoperato sulle sue finestre, probabilmente il rumore fracassante lo aveva svegliato da un sonno profondo. Solo dopo pochi attimi si accorse della mia presenza oltre la recinzione di casa sua, ed i suoi occhi si incastrarono subito nei miei senza lasciarmi via d'uscita.

Stavo per girarmi ed andarmene ma lui fu più veloce; mi raggiunse tirandomi da un braccio mettendosi di fronte a me, ed io d'impulso alzai una mano per tirargli uno schiaffo ma Zayn arrestò la mia azione tenendo il mio polso a mezz'aria, poi con uno spintone mi fece cadere sulla neve immobilizzandomi sotto di lui.

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