Trent'uno

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«Ah...ok» risponde con un tono basso, quasi sussurrato.

«Bene ragazzi, adesso lasciatemi godere questa mia permanenza, alla prossima!» dico poco prima di porre fine alla videochiamata «non gli avete detto nulla della visita, vero?» dico voltandomi verso le mie sorelle.

«Non lo sanno?» risponde leggermente sorpresa Brenda.

«Meno persone lo sanno meglio è» confesso abbassando il volto.

«Non gli abbiamo detto nulla» dice Chiara.

«Grazie» dico sospirando, tornando lentamente con la schiena appoggiata sul materasso.

«Comunque ti abbiamo lasciato una compressa per il mal di testa sul comodino, prendila» continua la più piccola.

Annuisco ed afferro la compressa e il bicchiere che gli era affiancato, prendendola in velocità.

«Riposa un altro po', d'accordo?» dice Chiara dandomi un veloce bacio sulla fronte.

«Grazie piccolina» dico sorridendole, sentendo il mio corpo che piano piano si concede a Morfeo, facendomi cadere nuovamente in un sonno profondo.

...

Delle voci lontane ma alte mi fanno svegliare ed aprire gli occhi, alzandomi dal busto e stropicciandomi gli occhi. Dopo alcuni minuti di trans, tolgo le calde coperte dal mio corpo, alzandomi ed uscendo dalla porta, dirigendomi in cucina.

«Hey» dico per poi sbadigliare.

«Manu, tutto bene? Ti senti meglio?» inizia a bombardarmi mia madre.

«Sì mamma» dico roteando gli occhi e sbuffando.

«Siediti che parliamo» dice indicandomi la sedia di fronte a lei.

Mi siedo e la fisso, appoggiando i gomiti sul tavolo.

«Allora, come hai conosciuto tutti quei ragazzi?» va dritta al punto, fissandomi dritta negli occhi.

«Sono i miei vicini» rispondo.

«Tutti quanti?» dice sorpresa.

«Sì, sono una boy band, vivono tutti e sette insieme, compresa la ragazza che era con loro.»

«Anche lei è una cantante?»

«No, sono migliori amici d'infanzia» rispondo.

Annuisce.

«E come l'hanno presa il fatto che te ne sei tornata qui per la visita?»

«Loro non sanno niente, ho preferito che non lo sapessero.»

«Perché?» domanda confusa.

«Meno persone lo sanno meglio è!»

«Si ma non pensi a come si possano sentire una volta che lo scopriranno?» 

«Non ci voglio pensare, adesso cambiamo argomento per favore» dico tagliando corto.

Annuisce e sospira.

«Allora, il 19 Novembre hai la visita, sei ansiosa?»

«Tzé, più che ansiosa sono stufa di sentirmi dire sempre le stesse cose» dico scocciata.

«Hai avuto altri attacchi?» domanda seria.

«No» mento.

«Emanuela, ti ho fatta io, ti conosco molto bene. Quante volte è successo?»

«Due volte» dico rassegnata, sbuffando infine.

«Perché non me l'hai detto?» domanda.

«Per non farti preoccupare» rispondo seria.

Scuote la testa.

«Lo sai che a me puoi dire tutto, anche se è qualcosa di negativo. Sono tua madre, devi fidarti di me.»

«Non è questione di fiducia, ma di non volerti vedere triste o sofferente» ammetto.

«Vale lo stesso discorso per i ragazzi?»

Annuisco per poi abbassare la testa.

«Emanuela...devi capire che facendo così non eviti il dolore a nessuno, perché quando poi lo scopriranno si sentiranno peggio, perché a dirglielo magari è stata un'altra persona» proferisce.

All'improvviso mi vieni in mente Alex...ho fatto bene a fidarmi di lui? Terrà sul serio questo mio segreto per lui, senza dire nulla ai ragazzi?

«Lo so mamma.»

«Adesso aiutami a fare la cena» dice alzandosi dalla sedia.

«Cena?»

«Sì, sono già le otto e mezza.»

Guardo l'ora dal mio orologio da polso, che segna ancora l'ora Coreana, ovvero le 04:30. Avevo in mente di chiamare Alex, ma a quest'ora starà dormendo, lo chiamerò più tardi.

Scusa ma scelgo te||Kim Taehyung||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora