Trentatré

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«Forza, andiamo» dice mia madre.

Iniziamo a salire la scalinata, entrando poco dopo dentro l'ospedale e dirigendoci a passo svelto verso l'ambulatorio.  Arrivati aspettiamo per qualche minuto, sedendoci in sala d'attesa.

«Emanuela» mi sento chiamare da una voce femminile.

Alzo il volto, che prima era rivolto verso il pavimento, vedendo un'infermiera che si guarda in torno, con in mano una scheda. Mi alzo e lei mi fissa, sorridendomi in fine.

«Da quanto tempo...» dice dirigendoci verso la stanzetta.

«Già» rispondo sorridendo forzatamente.

Entro dopo di lei e chiudo la porta alle mie spalle.

«Emanuela, a da molto che non ci vediamo» dice sorridendomi il dottor Luhan.

Annuisco e mi siedo sulla sedia di fronte alla sua scrivania.

«Ho saputo che ti sei trasferita in Corea...»

«Sì» affermo.

«E come ti senti?» domanda fissandomi negli occhi.

«Bene» dico facendo una scrollata di spalle.

«I farmaci ti fanno effetto? Hai riscontrato strani effetti collaterali?» dice andando al punto.

«Tutto regolare.»

«Adesso faremo la spirometria e vediamo come sta procedendo la tua cura, d'accordo?»

Annuisco alzandomi dalla sedia e mettendomi dentro la cabina di vetro, dove all'interno c'è l'apparecchio per la spirometria.

«Sai già come fare, al mia tre butta fuori tutta l'aria, d'accordo?»

«Sì» dico.

Inserisco le labbra sul boccale.

«Uno..due...tre, butta fuori tutta l'aria che hai nei polmoni» dice.

Faccio come detto, sentendo il cuore battere forte per lo sforzo che ripeto per altre due volte.

«Bene, esci pure da li» dice mentre fissa il monitor del computer.

Scendo dalla sedia e ritorno a sedermi di fronte alla scrivania. Passano secondi di ansia e frustrazione, ponendo fine a tutta la mia ansia quando noto che sorride.

«Che succede?» dico lentamente, cercando di non andare in paranoia.

«Non dico che il problema si sia risolto del tutto, però sei sulla buona strada» afferma sorridendomi.

Spalanco gli occhi.

«È serio?» dico trattenendomi dall'urlare di felicità.

«A quanto pare quelle compresse sono quelle giuste. Continua a prenderle per altre settimane e poi sarai guarita del tutto.»

«Non sto sognando vero?» dico ancora scioccata.

«No Emanuela, finalmente dopo anni stai chiudendo questo tuo capitolo della vita.»

Mi alzo dalla sedia e vado ad abbracciarlo.

«La ringrazio» dico.

«Io ho fatto solo il mio lavoro, sei te quella che ha fatto il più grosso.»

Mi stacco da lui appena mi rendo conto di quello che ho fatto, ricomponendomi.

«Tra nove mesi ti vorrei rivedere per un controllo» ammette serio.

«D'accordo.»

«Bene, allora adesso puoi andare. Mi raccomando, ricordati di prendere le compresse una volta al giorno» dice serio.

«Lo farò!» rispondo a tono «salve» dico per poi uscire dalla stanzetta, sconvolta e con un sorriso a trentadue denti.

Scusa ma scelgo te||Kim Taehyung||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora