Ossessioni

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Aprii lentamente gli occhi, ancora assonnata, ma mi resi subito conto di trovarmi in un letto che non era il mio. La stanza era illuminata da un debole luce che entrava dalla grande finestra di fronte al letto con le serrande ancora abbassate, eppure la scarsa illuminazione mi permetteva di capire dove mi trovavo, era la stanza di James.
Istintivamente mi giarai trovando la schiena nuda e bellissima del mio ragazzo facendomi istintivamente spuntare un sorriso imbarazzato.
Era da tanto che non mi svegliavo così, io e lui avvolti solo dalle coperte.
Un coraggio improvviso invase la mia mente e decisi di inizare a baciargli la schiena e ad accarezzarlo dolcemente, spostando la mano dalle spalle larghe fino ai fianchi facendogli emettere dei piccoli sospiri quando mi spingevo oltre. La situazione iniziava a scaldarsi sempre di più fin quando non fui sovrastata da quello che credevo fosse il suo corpo.

"Buongiorno principessa"

Sbattei le palpebre più volte eppure continuavo a vedere gli occhi azzurri di Duncan, la sua cresta verde, i suoi piercing e il suo sorriso malizioso

"No-non sei mai stato James.."

"Non sei felice?"

Lo guardai spaventata e molto confusa, ma non riuscii a dire una parola.

"Courtney è questo quello che ti meriti" Mi prese dolcemente il viso accerezzandomil il labbro inferiore con il pollice, la sua attenzione non era rivolta interamente alla  mia bocca, infatti,mentre avvicinava il viso al mio anche il suo corpo iniziava a fare maggiore pressione su di me, e prima che le nostre labra s'incontrassero iniziai a sentire i nostri nomi pronunciati da qualcuno fuori dalla stanza, fuori da quella casa, fuori dalla mia testa.

"Courtney! Guarda Geoff si sta svegliando"

Quando aprii gli occhi non c'era più nessuna stanza, nessun letto e nessun tradimento. C'eravamo ancora io e Duncan, vestiti e in ascensore.
Non c'era più nulla di compromettente, se non la mia testa sulla sua spalla che alzai di colpo subito dopo aver preso piena consapevolezza che quello non era più un sogno ma la realtà, quella fatta di eventi e persone vere, proprio come la mia amica Bridgette e il suo ragazzo che ci guardavano preoccupati

"Ci avete fatto prendere un colpo,abbiamo chiamato tutta la notte! State bene? Ma da quanto tempo siete qui dentro?"

Decisamente troppe domande per una che aveva appena aperto gli occhi

"Quanto basta per impazzire"

Mi girai verso Duncan che aveva dato quella risposta, sulla quale non potevo che trovarmi d'accordo, quel sogno era un segno di follia

"Sono d'accordo" fu l'unica cosa che riuscì a dire

"Ora sono davvero sconvolto, da quando voi due la pensate allo stesso modo?" Questa volta fu Geoff a parlare

"Fratello siamo d'accordo sul fatto che dimenticheremo quest'incubo davanti ad un bel caffè che mi offriraii proprio tu"

Mentre parlava Duncan si era alzato e aveva messo un braccio attorno al collo del suo amico

"Le signore vogliono unirsi a noi? Paga Geoff"

Lo guardai con tanta invidia, riusciva a riacquistare la sua solita aria strafottente in soli pochi secondi

"Io passo mi è bastata stanotte" dissi guardando con la coda dell'occhio Duncan che mi strizzò l'occhio in segno d'intesa prima di allontanarsi ognuno accompagnato dai propri amici.

Sebbene il tragitto verso casa fosse breve Bridgette lo rese infinito con le sue domande sulla notatta, che mi limitai a definirla una notte di convivenza forzata ma pacifica, anche se questo non fu sufficiente per farla arrendere

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