Chiamiamo un taxi

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L'ultima volta che avremmo fatto il nostro solito percorso, hall, ascensore, terzo piano e stanza 121, avrei potuto ripeterlo altre mille volte, senza mai essere stanca

"Ti mancherà?" Per un momento temevo che potesse sentire i miei pensieri, e dal momento che prevenire è meglio che curare, confessai senza rimorsi la verità

"Si"

"Anche a me" disse chiudendosi la porta della stanza alle spalle prima di fissarmi mentre mi avvicinavo a lui, sbottonando la camicetta, rivelando il reggiseno bianco in pizzo

"Che stai facendo?"

Non l'avevo mai visto così stupito.

"Tu solitamente dormi in jeans e camicia?"dissi lasciando cadere la camicia ai suoi piedi

"Lo sai cosa succede se continui"
disse mentre i suoi occhi seguivano ogni piccolo movimento delle mie mani che avevano iniziato a sbottonare i jeans e li lasciavano scivolare lentamente lungo le mie gambe, mostrando l'intero completino intimo mentre mi miei fianchi ondeggiavano per accompagnare ogni movimento.

"Allora non sei così insicura" disse cingendomi i fianchi nudi con le braccia, solo sentire il contatto con la mia pelle nuda mi procurò dei brividi lungo tutta la schiena

"per essere il tuo primo spogliarello sei stata brava, ma non è completo" disse abbassando la spallina nel reggiseno iniziando a baciare dolcemente il collo assaporando ogni centimetro di pelle fino al seno mentre le sue mani scesero sopra le mutande, stringendo saldamente il mio sedere facendo aderire i nostri bacini

Questa volta non ci sarebbero state interruzioni o inibizioni, non volevo dimenticare quella notte e non volevo che lui la dimenticasse. Lo tirai per i capelli costringendolo a staccarsi dal mio collo e provai a baciarlo, ma fu più svelto e spostò il volto

"Non avere fretta" sussurrò facendomi stendere sul letto salendo a cavalcioni su di me, e senza esitazioni lo accolsi stringendo le gambe attorno al suo bacino mentre con la mani cercavo di sfilargli la maglietta.
In pochi secondi l'indumento toccò il pavimento, accompagnato da scarpe, cintura e pantaloni, iniziavo a tollerare sempre meno la pressione del suo corpo sul mio, morivo dalla voglia di togliere anche l'ultimo indumento che ci divideva, ma la sua prontezza rendeva impossibile ogni piccola presa d'iniziativa.
Aveva iniziato a far aderire i nostri corpi, facendomi sentire costantemente quanta voglia avesse in quel momento, accarezzando delicatamente ogni parte del mio corpo, stringendo sporadicamente e soffermandosi sulle parti sensibili, mentre la lingua esplorava il mio seno.
Quello che per lui era solo l'inizio a me stava facendo impazzire, avevo bisogno di scaricare tutta l'adrenalina che avevo in corpo

"Duncan baciami" sussurrai per la prima volta dopo innumerevoli sospiri di piacere

Duncan risalì inchiodandomi con i suoi occhi azzurri, ancora pieni di desiderio e passione spostando la mano destra dal mio interno coscia alla mia guancia accarezzandola dolcemente col pollice incitandomi a schiudere le labbra mentre si avvicinava a me facendo finalmente incontrare le nostre labbra.
Fu un bacio casto, le sue labbra poggiarono sulle mie lasciandole immediatamente, reiterò questi rapidi incontri per un paio di secondi prima di restare poggiato sulla mia bocca permettendo alle nostre lingue di incontrarsi, iniziando un nuovo eccitante gioco. Quel bacio era frenetico, disperato, desiderato, come se entrambi avessimo realizzato il nostro più grande obiettivo. Le nostre lingue si attorcigliarono molteplici volte e le nostre labbra le accompagnavano con movimenti sincroni e veloci, per poi separarsi solo dopo numerosi casti e rapidi baci per riprendere fiato.
Ci guardammo negli occhi, facendo toccare le nostre fronti e lasciando che i respiri si mischiassero per un paio di secondi

A che gioco stiamo giocando?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora