Scacco matto

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"Mio padre" fu l'unica cosa che riuscì a dire, o meglio sussurrare, di fronte alle affermazioni di Alex.

"Proprio lui, il più viscido avvocato di tutta Toronto" non avevo il coraggio di alzare lo sguardo per paura di incontrare il suo, mi vergognavo. Quel profondo e amaro turbamento interiore che avevo iniziato a provare da quando andavo a letto col fratello del mio ex ragazzo, ora si era riacutizzato, sembrava avesse la stessa forza dello sguardo di Medusa. Ero Paralizzata. Scevra di forze vitali.
Ecco come mi sentivo, paragonabile ad un oggetto inanimato

"Ovviamente senza offesa Courtney" disse il più piccolo dei fratelli al quale avevo inconsapevolmente rovinato la vita.

"Apprezzo il tentativo Alex, ma non so proprio cosa dire"

"Un semplice mi dispiace é più che sufficiente" sembrava quasi ironico, noncurante del mio sgomento

"Credi di essere spiritoso?" Alzai la testa come una molla incrociando finalmente i suoi vispi occhi azzurri "magari è una realtà alla quale sei ampiamente abituato ma , al momento é come se una grossa incudine mi fosse caduta sulla testa"

"Ho fantasticato tante volte su una scena del genere, ma al tuo posto c'era tuo padre, proprio l'uomo che ha collaborato affinché il mio di padre, che credevo ci amasse, potesse farla franca e sparire senza lasciare alcuna traccia"

"Credi davvero che se lo avessi saputo sarei stata ferma a guardare?"

"No"

Quella schiettezza mi colse di sorpresa. E allora per quale ragione coinvolgermi nella loro vendetta?

E fu proprio questa la domanda che gli posi

"Courtney" disse avvicinandosi a me "sai giocare a scacchi?"

Non avevo la minima voglia di assecondare le sue manipolazioni

"È una richiesta così eccessiva la schiettezza?"

"Non sei nella posizione di fare richieste, hai già tante domande sospese"

Mi arresi.

"Si" sospirai profondamente "Conosco gli scacchi"

"Cosa si deve fare per vincere una partita?"

"Scacco matto" rotei gli occhi al cielo

"Che brava" sorrise e immediatamente fui colta dalla voglia di vederlo inghiottire i suoi stessi denti

"E quando si fa scacco matto?"

"Quando il re è posto sotto diretto attacco, senza protezione o possibilità di muoversi in una casella libera" il moro annuì compiaciuto e mi esortò a continuare la frase allargando le braccia, ma non proferì più parola per qualche secondo.

"E dunque?" Disse quasi esasperato, alzando il tono di voce

"Sei tu che attacchi il mio re, dovresti dirmelo tu"

"Te la concedo Courtney" si avvicinò ulteriormente "ipotizziamo che fra il tuo re e il nostro non ci siano tanti gradi di separazione, nessun pedone, nessun cavallo, nessun alfiere e nessuna torre, chi rimane?"

"La regina"

"Conosci modo migliore di attaccare se non attraverso la sua stessa regina?"

"Per tua informazione questa partita io non l'ho mai voluta giocare, tanto meno avrei scelto di proteggere il mio re"

"Ma Courtney la natura non ti lascia alcuna possibilità di scelta, non scegli di chi essere figlio e di conseguenza non scegli cosa ereditare da loro"

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