Non c'é due senza tre

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-Preferisco chiarirlo immediatamente, mi dispiace aver abbandonato la scrittura e credo di aver trovato l'ispirazione solo ora, non pretendo di avere ancora lettori interessati, ma vorrei ristrutturare un po' la storia, e mi manca avere una sorta di "nicchia" qua con cui scambiare pareri di vita, oltre che di scrittura. Spero di poter ancora leggere tante belle storie e di trovare tanti nuovi lettori, mi farebbe piacere che mi consigliaste storie, e se ancora c'è qualcuno che legge la storia più in ritardo del sito che mi lasciasse un parere, buona lettura-

Coraggio.
Forza d'animo connaturata, o confortata dall'altrui esempio, che permette di affrontare, dominare, subire situazioni scabrose, difficili, avvilenti, e anche la morte, senza rinunciare alla dimostrazione dei più nobili attributi della natura umana.
Accurata definizione.
Ma perché mi sentivo priva di forze?
Senza alcun tipo di supporto, ma solo con un grosso rammarico addosso?
E poi dominare? Cosa avrei dovuto dominare se non avevo più la forza di dominare nemmeno il mio comportamento?
Dov'erano i miei nobili attributi mentre suonavo alla porta di qualcuno che con molte probabilità non avrebbe fatto altro che aumentare i miei dubbi?

In quel momento la porta si aprì rivelando il pezzo del puzzle mancante.

"Courtney giusto?"

Capelli neri e occhi azzurri. Un marchio distintivo, inequivocabile, che per un attimo mi ricordarono quelli del fratello più grande, aumentando il peso sul cuore

"Si, tu devi essere Alex" dissi timidamente

"Alex Nelson, in carne ed ossa" sfoggiò un sorriso ammaliante, attestando ulteriormente gli effetti della genetica "vogliamo spostare la conversazione dentro casa?"

Riuscì solo ad annuire, seguendolo dentro le quattro mura in cui si era svolta la travagliata vita dei tre fratelli

"Sono contento che tu abbia accettato di parlarmi, ammetto di aver perso le speranze qualche tempo fa"

In effetti ne era passato di tempo dal suo invito, non troppo velato, durante il mio strambo gioco con Duncan sul tetto di quel locale in cui lavorava prima di iniziare gli studi. Mi aveva portata lì, infrangendo qualche regola chiaramente, grazie al rapporto confidenziale col barista, e ora che me lo ritrovavo davanti, ammisi di essere stata piuttosto stupida a non aver colto immediatamente la somiglianza. Solo quando arrivarono i panini tutto mi fu chiaro, in fondo al mio sacchetto c'era un piatto molto più  interessante di quel che pensavo, un biglietto.

"Conto sulla tua discrezione, usalo quando tutto sarà confuso"

Firmato Alex Nelson, in allegato numero e indirizzo.
"Devo ammettere che avevo preso la tua proposta come un tentativo piuttosto invadente di protezione nei confronti di tuo fratello Duncan, ma non capivo cosa ti portasse a pensare che un ragazzo così coraggioso come tuo fratello maggiore avesse bisogno di aiuto"

Alex sorrise "ho appreso dagli errori di due Nelson, anzi se volessimo contare anche mio padre, per quel poco che ricordo, tre Nelson"
Notai un cambiamento nel suo sguardo.
Forse amarezza.
"Credo di esser molto più coraggioso e furbo di loro, infatti tu sei venuta da me"

Genotipo e Fenotipo marchio di fabbrica Nelson, belli, sicuri e saccenti. In un lampo la convivenza con Lindsay mi sembrava un ricordo idilliaco.

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