Audentes fortuna iuvat

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Duncan era esattamente davanti a me, il mio stupore era paragonabile a quello di chi dopo una vita passata in un deserto trova un'oasi piena d'acqua, con la differenza che quello non era un miraggio

"Duncan?" Speravo che il receptionist mi avrebbe risposto con qualcosa del tipo "signorina con chi sta parlando?" invece, non si trattava di un'allucinazione, era lì in carne ed ossa

"Amore finalmente ti stavo aspettando"

Amore?

Avrei dovuto chiamare il mio psicanalista, non appena salita in camera.

"La mia ragazza è un po' sorpresa, credo che possa fare un'eccezione per una Barlow e trovare una camera matrimoniale" mentre Duncan organizzava la sua vacanza con il receptionist ripresi coscienza

"Vuole scusarci un secondo?"

Dissi intimando a Duncan di seguirmi con gli occhi

"Cosa stai facendo?"

"Prenoto la camera dolcezza"
digrignai i denti per la rabbia

"Io sono venuta qua per chiarirmi le idee, sei l'ultima persona che voglio vedere, vattene subito"

"E chi sarebbe la prima? Mio fratello?"

Purtroppo quel giorno il "Progettatore", proprio quello che sta nell'alto dei cieli e che ha deciso di dare un neurone ciascuno ai fratelli Nelson ce l'aveva con me, e ne ebbi la prova quando intravidi James entrare dalla porta principale costringendo me e Duncan a nasconderci dietro uno dei grandi pilastri decorativi della hall.

Lo osservai con la coda dell'occhio, inesorabilmente non fui indifferente, stavo guardando il mio uomo andare in una camera d'hotel con un'altra donna, mi sentivo punta nell'orgoglio.
Per una che crede di sapere tutto non è facile appurare la totale ignoranza del proprio partner.
Non era una ferita d'amore.
A risentirne era solo il mio orgoglio.
Nessuna passionale voglia di bloccarlo, gridargli contro, schiaffeggiarlo.
Solo la razionale consapevolezza di poter soffrire anche senza amore e la masochistica voglia di provare una sofferenza più intensa.

Era arrivato il momento di non essere avara con i sentimenti.

"Courtney ha preso l'ascensore, possiamo andare" disse Duncan rompendo il silenzio

"Tu non verrai con me"

"Perché speri che James sia qui da solo così potrai tornare al suo guinzaglio?"

"Me ne vado io" ma prima che potessi muovere un passo mi bloccò il polso con la mano

"Perché lo stavi guardando?"

"Perché sei qua?"

"Per accertarmi che tu stia bene" stentavo a credere che la questione gli fosse a cuore, e sopratutto che il suo interesse nei miei confronti iniziava a scaldarmi più di quanto James non abbia mai fatto

"Puoi restare" mi guardò interessato, avevo già trovato quello che stavo cercando, ma più guardavo i suoi occhi azzurri e più forte era la consapevolezza di aver cercato nei posti sbagliati.

"Prima che tu possa cambiare idea, non ci sono più stanze singole" ammiccò e andò a ritirare le chiavi della nostra stanza,
3º piano,camera 121, ora dovevamo scoprire quella di James, non sarebbe stato più così eccitante se ci avesse visto.
Non appena le porte si chiusero Duncan parlò

"Se questa volta restiamo bloccati mi farai un regalino principessa?"

"Finiscila" dissi dandogli un pugno sulla spalla

"Condivideremo di nuovo lo stesso letto, non sei eccitata neanche un po'?"

Ma prima che potessi dire qualsiasi cosa l'ascensore si aprì al secondo piano rivelando la figura di una bella ragazza,alta e dai capelli biondo cenere.

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