Agente 007

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Iniziai quella giornata con tanta adrenalina in corpo, come se mi fossi buttata senza il paracadute da un aereo, che forse per me sarebbe stato più semplice rispetto al fatto di chiedere dei chiarimenti a Duncan su quel biglietto ambiguo, ma non ero codarda e dovevo assolutamente chiarire ogni interrogativo in merito.
Il mio passo svelto, il mio continuo scrutare ogni millimetro della facoltà e i miei sussulti ogni volta che qualcuno mi salutava mi facero apparire una povera pazza persino agli occhi di Bridgette, che era venuta nella mia facoltà per usufruire dell'aula studio.

"Cos'è che ti mette tanta agitazione? Non sarà per quel biglietto"

"No assolutamente temo solo che la professoressa di diritto commerciale non venga" Bridgette alzò un sopracciglio con aria perplessa "adoro le sue lezioni" suonava meno falso nella mia testa

"Non sono Lindsay" La risposta di Bridgette fu estremamente accurata.

"Lo so" presi una piccola pausa prima di arrendermi "ma non capisco cosa voleva dirmi e devo chiederglielo" ammetterlo aveva decisamente lesionato il mio orgoglio ma Bridgette seppe rasserenarmi

"Hai detto tu stessa che non è il vichingo che credevi, perché non cercarlo tu stessa?" Prese una piccola pausa, come se stesse riflettendo "potresti chiedere a Geoff dov'è, il numero lo conosci, oppure andare al quinto piano sul terrazzo, solitamente studia lì"

Dopo aver ringraziato Bridgette iniziai la salita della vergogna per le scale della facoltà, ovviamente avevo bocciato l'idea dell'ascensore da quella notte, ma pare che la fortuna quel giorno non fosse dalla mia parte, nessuna traccia di Duncan al quinto piano

"Cerchi Duncan?" La voce di Geoff alle mie spalle mi fece rabbrividire

"Anche tu qui?"

"Sono venuto a fare una sorpresa a Bridgette" annuì come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo, in fondo loro erano una coppia vera

"Comunque sì, lo stavo cercando"
Geoff sorrise, con un'aria quasi maliziosa, così aggiunsi "James mi ha detto di dirgli una cosa"

Si accigliò,ma fortunatamente non era mai stato un tipo di particolare intelligenza e non indagò ulteriormente

"È andato via poco fa, aveva delle cose molto importanti da fare"

Immaginando il genere di cose di cui si occupava Duncan mollai la missione "trova il punk", che molto probabilmente era in ottima compagnia e, dopo aver ringraziato Geoff , andai a lezione.

Non appena preso posto, sentì il mio telefono vibrare dentro la tasca dei jeans

"Volo anticipato, sto partendo ci vediamo lunedì"

Lessi quel messaggio una decina di volte prima di chiudere la borsa, alzarmi dalla sedia, durante la lezione e uscire dall'aula diretta a casa di James.
Non poteva essere tutto frutto del caso, mi stava nascondendo qualcosa e io dovevo scoprirlo.

Quando varcai la porta d'ingresso il senso di colpa si fece strada nel mio corpo.

Un ladro non entra dalla porta e non ha le chiavi, quindi non sono un ladro.

Peccato che questa misera frase di consolazione che mi ripetevo aumentava solo la mia disperazione.
Intrufolarmi in casa si James, frugare tra le sue cose, cercare le prove di un possibile tradimento, anche solo il fatto di credere che mi tradisca non è da me, ma non potevo fermarmi.

Era un bisogno compulsivo che non riuscivo a sopprimere.

La cucina fu un buco nell'acqua, esattamente come il bagno, i suoi cassetti e il suo armadio.

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