Capitolo 20

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"Ne manca uno, cerca di non uccidere anche questo. Abbiamo bisogno di avere informazioni che ci possano aiutare a trovare Sánchez."
Rimprovero Adam che alza le spalle.

Mi manca il fiato, non è stata per niente una passeggiata, a quanto pare in giro c'erano più di quattro uomini che erano pronti a combattere fino alla morte pur di non dire parola e questo non ha fatto per niente piacere ad Adam.

Butto a terra la pistola scarica ed aiuto il ragazzo a trascinare l'ennesimo cadavere agli altri cinque.

"Sai, non avrei mai pensato di dirlo ma sei molto eccitante quando sferri pugni e calci. Persino ora che stai trascinando un cadavere morto." Alzo gli occhi al suo commento poco raffinato ma a tradirmi è un risolino che mi sfugge dalle labbra.

"Aspetta hai qualcosa sul viso..."
Mi avvicino e sfioro il graffio sulla sua guancia con un accenno di barba.

Non so che diavolo mi prende, quando sono accanto a lui è come se mi dimenticassi di tutto quanto, sto bene ma poi la parte razionale del mio cervello mi sveglia e mi riporta alla realtà ricordandomi che è Adam Carter, colui che non sa cosa siano i sentimenti degli altri.

"È l'ultimo numero della sua rubrica, non ci sono altri numeri." Dico allontanandomi e spengo il cellulare rimettendolo in tasca.

"Sánchez è troppo furbo per lasciare che un stupido coglione, metta a repentaglio i suoi affari. Non era un professionista ed i suoi uomini sono stati addestrati a rimanere fedeli qualunque cosa succeda."
Ha ragione è da più di un'ora che combattiamo ma nessuno ha accennato mezza parola.

Sentiamo un rumore e ci mettiamo in postazione.

Come previsto arriva un'altro degli uomini di Sánchez in difesa con la pistola per aria, Adam velocemente afferra il suo braccio destro e con l'altra mano sferra un pugno sulla parte esterna del gomito dell'uomo spezzandogliela, riuscendo così a prendere la sua arma.
Lo attacco da dietro e assesto un calcio sul suo ginocchio piegando l'articolazione al contrario ruotandogli così la gamba e facendolo cadere a terra.
Adam punta già la pistola su di esso ma l'afferro dalle sue mani sotto il suo sguardo infastidito.

"Questa volta si fa a modo mio." Sbuffa e lo ignoro guardando quest'uomo ancora giovane che stringe i denti dal dolore.

"Questi sono tutti i tuoi amici, diciamo che non ci hanno poi accolto in modo caloroso che ci aspettavamo qui in Messico." Spiega Adam ridacchiando mentre lui lancia uno sguardo alla montagna di cadaveri.

"Va all'inferno." Sibilla guardandolo con odio.

"Mmh non lo so, forse ci arriverai prima tu di me." Risponde Adam con tono per niente ironico.

"Facciamo così, mi dici qualcosa che noi non sappiamo o ti prometto che la tua morte sarà lenta e dolorosa che ti pentirai di non aver avuto la loro stessa morte." Stento a riconoscere la mia voce fredda mentre il suo sguardo cambia in terrorizzato.

"Io sono solo uno dei tanti uomini di Sánchez, non si fida di nessuno se non del suo cerchio ristretto di ex militari che lavorano affianco a lui.
Stasera ci sarà una festa in tema retrò, qualcosa del genere e so che Sánchez ha riunito tutti i suoi uomini migliori per sorvegliare l'hotel in cui si svolgerà ciò.
È qualcosa di importante, posso darti l'indirizzo."
Lo guardo negli occhi e lo so che la prima regola che mi ha insegnato Andrew è quella di non fidarmi mai ma è più forte di me.

Ripete l'indirizzo ad Adam che lo scrive sul cellulare mentre io afferro con entrambi le mani la sua gamba e la ruoto con forza rimettendola apposto, facendolo urlare dal dolore, anche se zoppicando riuscirà a camminare.

"Non farmene pentire." Dico aiutandolo ad alzarsi mentre annuisce con foga ed Adam mi guarda come se ora volesse puntare la pistola su di me.

"Ci sono altri uomini?" Chiedo fingendo che non esista.

I only wanna be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora