Capitolo 24

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"Ecco a lei, buona giornata!"
Esclama la farmacista porgendomi il sacchetto  di plastica che infilo subito nella borsa nera ringraziandola in modo impacciato.
Esco camminando per le strade di New York allontanandomi il più possibile dalla farmacia con ancora le guance in fiamme.

Quando siamo tornati a New York ho preso la mia auto e ho raggiunto il mio appartamento bisognosa di qualche giorno in cui stare da sola.

Questa mattina sono uscita camminando ovunque mi portassero le mie gambe fino a trovarmi davanti ad uno studio medico, specificamente dalla ginecologa.
Sarò rimasta fuori circa dieci minuti a fissare l'edificio per poi decidere di entrare e dovevo avere una faccia sconvolta se la segretaria mi ha messo in coda nonostante non avessi un appuntamento.

Inutile dire quanto mi sentì in imbarazzo quando mi sedetti nella sala d'attesa con altre donne tranquille e rilassate, persino delle ragazzine erano al loro agio, mentre io non ho fatto altro che toccarmi i capelli nervosamente finché non ho sentito il mio nome venire pronunciato dalla segreteria che mi fece accomodare nello studio della ginecologa, ovviamente donna.
Mi ha visitato dicendo che era tutto apposto, mi ha persino prescritto le pillole, ha detto che se dovessi avere rapporti sessuali senza protezioni eviteranno una gravidanza indesiderata.

Sono letteralmente corsa fuori come un ladro con la paura di essere beccata nonostante non avessi fatto niente di male.

Mi fermo davanti ad un cartello pubblicitario che ho notato essere da per tutto, è da questa mattina che mi perseguita così decido di raggiungere il poster gigantesco attaccato alla parete rossa di mattoni, dove sono riunite anche delle ragazze che ridacchiano divertite.

"Ho sentito dire che i suoi figli sono degli uomini affascinanti, anche meglio dei modelli  di New York." Annuncia eccitata la bionda.

Rotolo gli occhi e leggo la piccola didascalia. L'evento si svolgerà al Metropolitan Opera House, questa sera.
Si tratta di una sfilata di moda, La Morel.
L'ho già sentito da qualche parte ma non ricordo dove.

"Ho ancora un biglietto, sapete se c'è qualcun'altra disposta a comprarlo?"
Chiede un ragazza, mi volto verso di loro interessata e penso che una serata sola come i vecchi tempi mi farebbe soltanto del bene.

"Lo compro io, se per te non è un problema."
La raggiungo mentre lei annuisce spostando il ciuffo rosa dagli occhi.

"Certo!" Tiro fuori il portafoglio e le porgo dieci banconote da cento dollari.

Conosco il costo di un biglietto per accedere ad una sfilata di moda potrebbe sembrare esagerato spendere tutti questi soldi ma ne ho veramente bisogno.

"Vanno bene?" Chiedo alla ragazza dal corto caschetto rosa che annuisce felice.

"Più che bene." La saluto ed infilo il biglietto dentro al portafoglio.

Raggiungo il miglior ristorante giapponese della città in vena di abbuffarmi di tutto il loro cibo. Non ci vengo da parecchio tempo ma diciamo che sono una cliente abituale.
Entro e vengo accolta da Takeshi, che mi saluta con un sorriso caloroso.
"Signorina Edwards, che piacere rivederla!"
È un ragazzo giovane, dai tratti giapponesi, bello e molto simpatico, dalle poche volte che abbiamo potuto parlare.

"Il suo tavolo è già occupato, vuole attendere o la porto ad un'altro tavolo, anche se gli unici tavoli disponibili sono a due." Spiega gentilmente.

"Non sono da sola, ho un fidanzato immaginario. Non lo vede?" Chiedo ironicamente indicando il nulla per poi farlo scoppiare a ridere.

Mi dice di seguirlo e così mi porta nella sala con tavoli pieni di coppie di amici e di fidanzati che pranzano insieme mentre io sembro essere l'unica deficiente che passerà la prossima ora ad amoreggiare con del delizioso sushi.

I only wanna be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora