Rabbia e tristezza

1.3K 67 1
                                    

-E tra l'altro, tu non saresti riuscito ad ucciderlo, troppo fifone per togliere la vita a qualcuno.-

-Come sai che volevo ucciderlo? E sì, l'avrei fatto.- dissi io coraggiosamente.

-Ma non farmi ridere. Hai una Beretta 92 da 9 mm nella tasca destra dei pantaloni e da come ti trema la mano tenuta verso la destra, anche se avresti potuto sparare, non lo avresti mai ucciso. Forse ferito, ma non ucciso. Ci vediamo domani a scuola.- disse lei prima di andarsene dal piazzale lasciandomi di stucco.

#ANGEL'S POV

Avevo rivelato il mio segreto a mio fratello e ai suoi amici.

Avevo fatto la cosa giusta? Ancora non lo so. Non penso che lo diranno in giro, sanno che se aprono bocca potrei ucciderli e questo mi fa sentire male.

Ci tengo a loro?

Da quell'incontro passò un mese e Zayn e i suoi amici cercarono di avvicinarsi a me, invano.

Appena venivano nella mia direzione, io la cambiato entrando in bagno o cambiando direzione.

Perché questo comportamento? Non mi capisco neanche io.

Forse ho paura di essere accettata da loro.

Forse vogliono eliminarmi.

Forse.. Aaaah!! Al diavolo!

Nell'ultimo periodo pensavo troppo e soprattutto su quei ragazzi.

Era una fredda giornata di ottobre, precisamente il 19 ottobre.

Uscii di casa con una maglia nera lunga, un paio di jeans blu scuro, un piumino bianco neve e le mie amate Converse con i tacchi. (#AUTRICE# Le Converse con il tacco esistono realmente e devo dire che sono stupende. Buona continuazione)

Entrai nella mia Porche nera e partii verso la scuola.

Appena arrivata, entrai dentro l'edificio. Per essere ottobre tirava un forte vento e faceva molto freddo.

Presi il mio libro di chimica, visto che ce l'avevo per due ore, e mi diressi verso l'aula appena entrata vidi un solo posto libero: vicino a Louis.

A malavoglia, mi sedetti lì e pochi secondi dopo entrò il prof Irkin e iniziò la lezione.

Dopo un'ora che facendo degli scarabocchi su un foglio, Louis mi picchietta la spalla.

-Hey Angy.- mi sussurrò all'orecchio il ragazzo.

-Non chiamarmi così.- dissi a denti stretti.

-Ok ok tranquilla. Io e i ragazzi volevamo parlarti.- continuò Louis.

-Perché mai dovr-

Non finii la frase che il prof Irkin urlò a me e a Louis di uscire dalla classe.

Detto fatto, andammo in caffetteria.

-Perché mai dovrei ascoltare quello che avete da dire?- chiesi io incrociando le braccia al petto.

-Ti prego. Senti mi dispiace per gli anni precedenti, ma non fare nient'altro.- disse il ragazzo dagli occhi color ghiaccio abbassando la testa.

-Che intendi dire?- chiesi curiosa.

-Beh.. Ecco.. Zayn.. Emh..- disse balbettando Louis.

-Vai subito al punto Louis.- dissi io velocemente.

-Beh, è stato Zayn a dirci di prenderti in giro.- diss Louis.

Ero rimasta di stucco.

-Zayn?!- urlai io.

- beh, ci ha pure pagato e visto che noi non avevamo chissà quanti soldi, abbiamo accettato. Mi dispiace tanto.- disse Louis.

Il ragazzo cercò di prendermi la mano, ma la ritrassi subito.

-Ora vede cosa gli faccio a quello stronzo.- dissi arrabbiata.

Proprio in quel momento suonò la campanella e vidi una miriade di ragazzi precipitarsi in caffetteria, segno che ora c'era la pausa.

Uscii dalla caffetteria seguita da Louis vagando per i corridoi.

Appena svoltai l'angolo del corridoio dove si trovava il mio armadietto, vidi i quattro ragazzi e le due ragazze.

Zayn si girò a guardarmi e quando vide che mi stabp dirigendo verso di lui arrabbiata, cercò di allontanarsi.

-Tu!!- urlai indicandolo -come hai potuto fare una cosa del genere!!- urlai prendendolo per il colletto della camicia bianca che indossava quel giorno.

-Io.. io..- disse balbettando.

Gli altri erano davanti a noi che assistevano alla scena.

-Tu, dovevi essere il fratello che doveva consolarmi, proteggersi da ogni male, essere presente, invece sei quello che mi ha rovinato la vita per sempre. Perché , è colpa tua se sono diventata così cattiva, è colpa tua se uccido le persone. Pensavi davvero che non avrei mai scoperto dell'attività di mamma e papà? Volevi proteggermi? Beh, hai sbagliato, del tutto. Ci rivredremo molto presto.- dissi per poi lasciargli il colletto e andarmene in bagno.

Chiusi la porta a chiave e mi posizionai davanti allo specchio.

Mi guardai e il riflesso mi faceva vedere un'anima rotta e spezzata.

Una lacrima di tristezza scese sulla mia giancia e la lasciai scendere tranquilla.

Ero stufa di essere così debole.

Ero cambiata per essere forte e senza sentimenti, ma nell'ultima non ci ero riuscita affatto.

Uscii dal bagno per dirigermi in segreteria e dire che sarei andata a casa perché stavo poco bene.

Dopodiché, uscii dall'edificio per poi dirigermi a casa.

KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora