VI

2K 123 24
                                    

«Ho il turno fino alle sei di domani mattina, per favore, resta chiusa in casa e non aprire a nessuno. Sul tavolo ti ho lasciato due panini con il prosciutto, sono per la cena, così non dovrai usare il forno o qualsiasi altra cosa. Avevo chiesto qualche giorno di riposo, ma non mi è stato concesso, quindi sono obbligata ad andare. Eva, per favore, non sai usare il telefono quindi non puoi chiamarmi, ma per favore non incendiare la casa e non uscire da qui. La signora Kell è la mia vicina di casa, una donna affidabile e gentilissima, le ho spiegato la situazione e mi ha detto che se avrai bisogno di aiuto, lei ci sarà. Inoltre-»

«Per favore basta parlare inutilmente, Coraline, capisco che sono una vostra responsabilità, ma non sono una bambina. State tranquilla, passerò l'intero pomeriggio in casa a leggere i libri che mi avete consigliato e dopo aver cenato andrò a letto. Non c'è nulla di cui possiate preoccuparvi.»

«Mi sto fidando di te, Eva, adesso devo andare. Per qualsiasi cosa-»

«Devo andare alla porta accanto e parlare con la signora Kell», la interruppi.

Lei annuì e, dopo aver preso la sua borsa, mi salutò con un cenno della mano ed uscì di casa. Erano da poco passate le cinque del pomeriggio e dovevo assolutamente sbrigarmi se volevo raggiungere la biblioteca. L'unico problema era arrivarci, ricordavo a malapena la strada, ma in caso mi sarei persa, avrei chiesto indicazioni a qualche cittadino.

Indossai i sandali che mi aveva dato e, con lo stesso vestito di quella mattina, uscii di casa. Quella volta con me non vi era un'altra donna, bensì ero da sola, quindi dovevo stare attenta.

Percorsi le scale di ben dodici piani, pur di non prendere quell'oggetto animato che andava su e giù. Quando uscii in strada, rimasi ferma e mi guardai a destra e a sinistra. Dovevo raggiungere un palo con una lettera M e scendere gli scalini che portavano verso un tunnel sotterraneo.
Mi incamminai verso destra e con mia grande gioia vidi la famosa lettera M in rosso.

Scesi la scalinata che mi portò nel tunnel sotterraneo, dove tante persone camminavano verso dei quadrati fatti dal materiale delle spade, ci passavano su un pezzo di carta e solo allora oltrepassavano il quadrato sorretto da un palo.

Non ricordavo che Coraline avesse anche lei un pezzo di carta, io non ne avevo uno, come avrei fatto a passare? Osservai attentamente i movimenti delle altre persone e notai che tra un uomo ed un altro vi era un lasso di tempo di pochi secondi per poi inserire nuovamente il piccolo foglio. Se riuscivo ad oltrepassare il quadrante insieme alla persona davanti a me, sarei potuta passare senza problema.

Mi posizionai dietro ad una donna, passandomi una mano tra i capelli dal nervoso. La donna davanti a me passò il foglio sul quadrato e, nel momento esatto in cui fece un passo in avanti, io la seguii a ruota. Sorrisi e la seguii verso la... Com'è che Coraline l'aveva chiamata? Metta? Metra? Metro... Qualcosa.

Salii al suo interno quando arrivò e mi sedetti al primo posto libero. Ricordavo che andava molto veloce e che quella stessa mattina per poco non vomitavo, ma avrei fatto di tutto pur di raggiungere il mio scopo.
Dovevo scendere alla quarta fermata, quindi contai ogni qualvolta che la meravigliosa creatura che trasportava umani si fermava.

Scesi quando finii di contare e salii nuovamente verso la superficie. Vidi subito il mercatino, che stava togliendo gli oggetti esposti per tornare a casa, e camminai velocemente dritto. Quando giunsi quasi alla fine, mi guardai a destra e vidi la donna che vendeva libri. Le chiesi gentilmente la più vicina biblioteca e lei me ne indicò una proprio a pochi passi da me.

Entrai nella biblioteca e stetti zitta, vi era un silenzio a dir poco agghiacciante. Deglutii ed avanzai verso una donna anziana seduta dietro ad un tavolo in legno.
«Mi scusi, potrebbe dirmi dove trovare libri del 600?»

Alzò lo sguardo e si sistemò gli occhiali sul naso, «non abbiamo libri del 600, abbiamo libri riferenti a quel secolo.»

«Sì, certo, dove posso trovarli?»

«Fila centrale, quinta colonna.»

«È possibile portare qualche libro a casa?», non potevo restare lì per un paio di ore, avevo troppa paura di rimanere fuori casa a lungo.

«Sì, ma devi riportare i libri che hai preso entro una settimana, altrimenti scatta una denuncia», ancora con queste denuncie? Ma nel 2019 non sapevano far altro?

In serata

Indossai il pigiama, anziché la mia comoda veste da notte, che Coraline mi aveva fatto trovare sul mio letto e mi sdraiai su di esso. Nel 2019 usavo parole molto complesse, soprattutto nell'ambito scientifico e tecnologico. Ero stata costretta ad indossare i pantaloncini -perché erano corti- e non facevo altro che muovere le gambe per cercare di trovare una posizione comoda.

Siccome faceva molto, troppo caldo, lei mi aveva consigliato una canotta e dei pantaloncini, ma non erano per niente comodi! Sentivo le gambe prendere aria, troppo scoperte e qualcosa mi stringeva in vita; come facevano a dormire con quei cosi?

Mi grattai la nuca e, osservando la luce che avevo acceso dall'interruttore, osservai il libro davanti a me. Ne avevo presi tre, Coraline mi avrebbe sicuramente punita a frustate quando avrebbe scoperto che avevo disubbidito alle sue regole.

Aprii il primo libro e lessi la prima pagina. Su di esso vi erano scritte le usanze del XVII secolo e ciò non mi importava più di tanto, infatti lo sfogliai velocemente.
Il secondo libro, invece, era molto più interessante: la guerra del 1642.

Lo aprii ed iniziai a leggere attentamente:
Nel 1642 le truppe delle Campagne del Sud si unirono a quelle della Campagna del Nord. La popolazione del Sud aveva precedentemente affrontato situazioni spiacevoli, portando così all'inizio di una crisi morale ed economico che sconvolse la maggior parte delle famiglie e che le costrinse a migrare nelle Campagne dell'Est.
Le Campagne del Nord furono prese sotto attacco da nemici sconosciuti agli occhi degli studiosi, centinai inizialmente furono le morti di cittadini innocenti....

Sorvolai i dettagli e lessi le pagine successive:
Re William e suo fratello Re Abel si unirono contro le truppe di un nemico senza identità. La causa che lo spinse ad attaccare ed uccidere la popolazione non ci è mai stata rivelata. Fatto sta che il 1642 fu un anno di rivolta. Non molti uomini morirono in guerra, ma alcuni di loro raccontarono alle proprie famiglie di aver lottato non solo per la patria, ma per l'intera razza umana.
"Davanti ai nostri occhi c'era il nulla, eppure i miei compagni sono morti uno dopo l'altro dissanguati. Non una freccia, non una spada li avevano oltrepassato il corpo"
Le parole di uno dei sopravvissuti scatenò la curiosità di molti, soprattutto degli intellettuali, che iniziarono a basare le loro ricerche su qualcosa che nessuno mai aveva visto.

Non capivo, c'era stata una guerra e il nemico non era il Re di qualche altra popolazione? Cosa contro avevano lottato?

Nei mesi successivi il regno fu estraniato dal mondo, il castello chiuse i portoni e si interruppero anche gli scambi commerciali con i paesi confinanti. I Reali non si mostrarono per più di novanta giorni al loro popolo, le cause sono inspiegabili, in molti sostengono che sia stata la scomparsa della Principessa Jane ad aver alimentato tale depressione.

Vi era la scomparsa di una ragazza? La figlia dei Reali era scomparsa subito dopo la fine della guerra. Continuando a leggere capii che il nemico era stato annientato, ma mai si era capito che fine avesse fatto la Principessa.
In un pensiero assurdo e lontano anni luce pensai che fossi io quella ragazza scomparsa, ma mi ritrovai a ridere di gusto.

Era impossibile una cosa del genere, come era impossibile che pensavo di essere venuta dal 1642. Tutto era troppo confusionario e da sola non c'è l'avrei mai fatta a uscirne senza impazzire.
Purtroppo non potevo chiedere aiuto a nessuno e iniziai seriamente a pensare che sarei rimasta lì per il resto della mia vita. Era illogico cercare di capire che strana maledizione mi aveva allontanata dalla mia famiglia, ma era ancora più illogico pensare di ritornare indietro.

Sentimenti DistantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora