VIII

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Il Re continuava con il suo discorso, ma io non prestavo attenzione alle sue parole; infondo poco mi importava di un parco di cui non conoscevo nemmeno le caratteristiche. Il mio sguardo, però, non si staccò un attimo dai due, la Regina stava in silenzio e di tanto in tanto salutava con un radioso sorriso i bambini che scuotevano energicamente la mano.

Erano bellissimi, sembravano molto uniti e il popolo li acclamava come se non li vedessero da tempo; chissà com'era la loro vita, sicuramente molto diversa da quella di Coraline. Sicuramente la Regina non lavorava e aveva a sua disposizione guardie che la proteggevano e cameriere che la servivano, molto simile alla vita che ricordavo.

Non conoscevo i loro nome, eppure, i loro lineamenti erano troppo familiari. Scossi il viso e cercai di ricompormi, era impossibile che li conoscessi, venivo dal 1600 e i sovrani di un tempo erano sotto terra già da un bel po'. Forse, mi ritrovai a pensare, la mia mente ricordava i volti dei sovrani del passato e li collegava a quelli dei loro discendenti.

Coraline aveva catturato la mia curiosità quando mi aveva confessato le ipotesi del popolo sulla loro momentanea scomparsa nel tempo e poi sulla ricomparsa dopo anni. Vedendoli non mi sembravano sotto effetto del potere del demonio, dei visi così socievoli non potevano celare tale oscurità, qual era il loro segreto?

Un applauso generale mi fece allontanare dai miei pensieri e riportare nella realtà. Il fiocco era stata tagliato e un sacco di luci velocemente colpirono i visi di tutti gli uomini sul palco. Voltai il viso verso destra e notai persone con in mano un oggetto quadrato, era da lì che provenivano le luci. «Cosa stanno facendo?», chiesi.

«Le foto per la stampa, dovremmo aspettare la fine dell'intervista per poterli raggiungere. Non vedo l'ora!», mi spiegò lei come se io realmente capissi com'era la stampa.

La folla cominciò ad entrare nel parco, ma io non volevo, quelle strane piattaforme alte mi inquietavano parecchio, ancor più delle case del futuro. Coraline continuava a sbuffare, perché riteneva che ero alquanto ingenua da temere delle cose inanimate, ma io ci tenevo alla mia pelle. Le dissi dunque di recarsi lei nel parco e che io l'avrei aspettata vicino al muretto adiacente all'entrata.

«Non mi convince, non posso lasciarti qui da sola, ma non avrò occasione di visitare il parco! Ti prego, sii ragionevole, ci sono entrati persino i bambini, se fosse pericoloso, i sovrani avrebbero permesso che il loro popolo entrasse?»

In effetti il suo discorso era coerente, ma tremavo alla sola idea di camminare lì mezzo. Potevo accettare le case alte, la metropolitana, l'assenza di lettere e la presenza dei cellulari, ma non potevo accettare quella cosa!
«Vi ripeto che io lì non ci entro, resterò qui buona ad aspettarvi, non sono una bambina e sono consapevole di non conoscere il posto; la mia intenzione non è sicuramente perdermi.»

Sospirò pesantemente, «ci metterò massimo dieci minuti, correrò come una matta per vedere l'intero parco, ma tu promettimi che non parlerai con gli sconosciuti e che aspetterai me per avvicinarti ai reali; se lo farai di tua spontanea volontà potrebbero addirittura arrestarti, va bene?»

«Sì, ma adesso andate, non vedo l'ora di tornare a casa.»

Velocemente corse verso il parco ed io, da brava ragazza qual ero, mi sedetti sul muretto ed attesi il suo arrivo. Se mezz'ora prima vi era una gran folla, in quel momento non vi erano altro che i Reali e le persone con le foto. Provai ad udire ciò che stavano dicendo, ma non capii nulla, erano troppo distanti.

Feci dondolare i piedi e osservai le famiglie avanzare sorridenti verso il parco. Improvvisamente mi venne una fitta al cuore, osservavo la loro felicità e mi chiesi se anch'io ero così felice con la mia famiglia. I genitori tenevano stretti i propri figli tra le braccia, o per mano, e mi salirono le lacrime agli occhi quando pensai alla mia terribile situazione.

«Perché sei qui tutta sola?», mi chiese una voce alle mie spalle, facendomi sobbalzare dallo spavento.
Mi voltai verso un ragazzo appoggiato al tronco di un albero, con indosso un pantalone blu e una maglia nera. Aveva i capelli scuri, così come anche gli occhi, e  mi fissava con un mezzo sorriso.

Decisi di non rispondergli, perché avevo promesso a Coraline che non avrei parlato con nessuno.

«Ci sei?», mi si affiancò, poggiando le braccia sul muretto.

«Sì, non posso parlare con gli sconosciuti.»

Ridacchiò a quella affermazione, «dai ascolto alla mamma?»

«Vi chiedo gentilmente di allontanarvi, se non volete che mi metta ad urlare proprio di fronte alle guardie dei Reali.»

«Perché mi dai del voi? Avrai la mia stessa età e anche se urli le guardie non verrebbero mai in tuo soccorso: loro hanno l'unico compito di vegliare sui Reali.»

«Smettetela di rivolgermi la parola e andate via!», ringhiai, lanciandogli una veloce occhiata.

«Ah io da qui non mi muovo, se vuoi vattene tu», si impuntò, maledizione ma perché il futuro era così strambo? Nel passato se avessi chiesto ad un ragazzo di allontanarsi e non darmi fastidio, lui lo avrebbe fatto!

«Non posso muovermi, ho promesso alla mia amica che l'avrei aspettata qui. Gentilmente, quindi, vi chiedo di eseguire la mia richiesta.»

«Che strambo modo di parlare, vieni per caso dal 1600?», rise ancora, facendomi voltare di scatto.

«Come fate a saperlo?», forse anche lui era nella mia stessa situazione, forse poteva aiutarmi!

«Oh bhe, ho a che fare ogni giorno con persone del 1600. Sei una brava attrice comunque, questo è il tuo modo per allontanare i ragazzi?»

Come non detto, si stava solo burlando di me. Sospirai amareggiata. «Sì, sono una brava attrice.»

Lui si schiarii la voce ed alzò una mano davanti a lui, scuotendola poi a destra e sinistra. «Guarda la Regina si è voltata verso di noi.»

Sobbalzai e subito drizzai la schiena e mi misi composta, voltando poi lo sguardo verso i Reali; aveva ragione, la Regina aveva tolto lo sguardo dalle persone che la riempivano di domande e si era voltata verso di noi, per poi ritornare concentrata al suo compito.

«Che grande onore, ci ha fissato per dieci secondi», non capivo se stesse scherzando, o no.

«Siete un maleducato! La Regina si volta verso di noi e voi la salutate con un segno della mano? Dovevate inchinarvi ai suoi piedi come minimo!»

«Che esagerazione, l'ho comunque salutata, no?»

«Voi siete... Siete-»

«Daniel, piacere di conoscerti», mi porse la mano.

Indignata la fissai e, senza che facessi qualcosa, lui la afferrò e se la portò alle labbra, stampandoci un bacio su. «È un piacere fare la sua conoscenza, signorina-»

«Mmmm Eva», aveva improvvisamente capito come preferivo essere trattata?

«Signorina Eva, posso avere l'onore di intrattenermi in una normalissima conversazione con voi, mentre attendo di incontrare i Reali?»

«Anche voi avete il pass per entrare?»

«Naturalmente, sono sempre presente nelle loro vite, o almeno durante queste occasioni. Anche tu... Voi, li state attendendo?»

Annuii, «sì, la mia amica ha i pass, penso che tra un po' arriverà. Quanti anni hai Daniel?»

«Venti e lei?»

Bellissima domanda, quanti anni avevo? «Sono una ragazzina», dissi le parole che ricordavo dal medico.

«Questo lo vedo... Oh, hanno finito di parlare con quei uomini.»

Un gruppo di persone si stava avvicinando ai Reali con dei fogli in mano, i pass se ricordavo bene, e ci fu solo una cosa che mi chiesi: dov'era finirà Coraline?

Spazio autrice:
Nuovo capitolo, nuova comparsa!
Entra in gioco un nuovo personaggio: Daniel!
Cosa ne pensate di lui?
-Angel ❤️

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