XXV

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SCUSATE GLI EVENTUALI ERRORI

Angel

Da quando Damon era andato via, esattamente tre giorni fa, il tempo sembrava non scorrere mai. Senza di lui mi sentivo vuota, il mio cuore piangeva perché sapeva che gli mancava l'altra metà. Mi sembrava di essere tornata a quasi un anno fa: quando scappò e mi lasciò da sola.

Lo avevo perdonato, ma ancora una volta ero sola e quella volta non per sua spontanea volontà; il suo intento non era uccidere me e tutta la nostra famiglia, anzi, le sue erano buone intenzioni: quella volta Jane era la sua priorità. Ciò mi portò a pensare a quando sarebbero tornati. Ero combattuta con me stessa, da una parte ero convinta  e felice che avrebbero vissuto insieme come il legame comandava, ma dall'altra parte speravo che Jane non si sarebbe mai avvicinata a lui fino a quel punto.

Abel e Meredith avevano intenzione di regnare ancora per un bel po' di tempo, volevano che la figlia si riprendesse da tutto ciò che le era capitato e che fosse realmente pronta a prendersi la grande responsabilità del regnare. Se Jane non sarebbe salita al trono, sarebbe rimasta una principessa e quindi sarebbe ritornata nelle Campagne del Est; Damon l'avrebbe seguita sicuramente e io sarei rimasta nuovamente sola.

Era un pensiero egoistico, ma non potevo farci nulla, le paranoie mi assalivano ad ogni ora della giornata.

Rimasi seduta ancora un po' sull'altalena che papà fece mettere anni fa ed osservavo da lontano Luke che si allenava con Adrien. I Reali avevano lasciato il paese per giungere qui, Damon doveva tornare entro tre giorni, ma purtroppo ancora non era arrivato. Iniziai a pensare che fosse successo qualcosa, sicuramente l'aveva trovata, non capivo quanto ci volesse a darle una stupida perla e tornare qui.

«Come mai quell'espressione così seria?», la voce di mia madre mi allontanò dai miei pensieri.

«Stavo pensando a Damon», confessai, sospirando.

«Anch'io, non faccio altro che pensarci giorno e notte; non dovrebbe impiegarci così tanto tempo», mi poggiò una mano sulla spalla, «ma dobbiamo essere positivi e credere in lui.»

Credere in lui... Perché mi risultava così impossibile credere in lui?

Damon

Ero in camera di Jane da più di venti minuti e la mia pazienza iniziava a volare via. Doveva dirmi qualcosa, ma si bloccava continuamente e dopo avermi rivelato l'aggressione, non sapevo cos'altro doveva confessarmi.

Sospirai pesantemente e mi passai una mano tra i capelli. Era già un enorme passo avanti che ne avesse parlato con me, dato che era stata lei stessa a dirmi che non lo aveva detto a nessuno per mancanza di fiducia; significava che si fidava di me, ma il suo nuovo comportamento mi dava i nervi. Ero abituato ad una Jane diversa e quella nuova non mi piaceva affatto, eppure glielo avevo detto, perché non faceva nulla per migliorare?

«Ciò che voglio dirti riguarda delle anomalie che sono avvenute quando sono stata aggredita», serrai i pugni e stetti zitto; odiavo quando pronunciava quella parola. «Ricordi quando ti ho detto che con un semplice grido riuscivo ad allontanarli?», annuii, sì, usava inconsapevolmente la magia. «Dopo che sei andato via per parlare con il Re, mi sono ricordata che in entrambe le volte sono riuscita a vedere un fascio di luce che dal mio corpo si propagava verso il cielo, creando una nube scura. In città pensavano fossero gli alieni ed inizialmente nemmeno io capivo cosa fosse, i Reali nemmeno sapevano da cosa era prodotto quel fascio. Sapevo che in qualche modo era collegato a me, ma non volevo ammetterlo perché non credevo a ciò che i miei stessi occhi vedevano; dopo tutto ciò che mi avete raccontato, penso che sia arrivato il momento di accettarlo...»

Il fascio di luce, la nube scura, mi erano particolarmente familiari. Quando ero ancora a casa per ben due volte li avevamo visto i fasci di luce e in seguito la nube oscura. Come sospettavamo, Jane ne era la causa.
«Jane per ben due volte hai usato la magia inconsapevolmente. Quando ero a casa, penso proprio nelle stesso momento, i raggi che sono partiti dal tuo corpo -e si sono espasi fino al cielo- abbiano raggiunto il nostro secolo. Hai creato un portale tra il futuro e il passato e penso che ciò sia dovuto alla troppa paura avuta in quel momento, desideravi tornare a casa e hai creato il portale. Non è la prima volta che ne vedo uno, circa un anno fa ti ho rapita e portata in un mondo parallelo e per fare ciò mi sono servito di un portale; sono abbastanza comuni nel nostro mondo.»

«Mi hai rapita?», ecco l'unica cosa che era riuscita a captare del mio lungo discorso.

«Sì, ma quella è un altra storia, te ne parlerò in seguito. Adesso dobbiamo pensare ai portali che hai aperto.»

«È un male? Potremmo utilizzarli noi per tornare a casa», sapevo che lo avrebbe detto.

«Non possiamo, è troppo pericoloso. C'è la possibilità che Ken possa viaggiare nel tempo e bloccarci, dato che lui stesso è bloccato tra i due secoli.»
Ken? Chi era Ken?
«Prima che tu mi chieda chi sia Ken, penso sia arrivato il momento di dirti come sei arrivata qui. Devi sapere che nel 1642 nel nostro mondo scoppiò una guerra, ma non una guerra qualunque tra mortali. I nostri genitori hanno da sempre combattuto contro i nemici più potente, per evitare che questi ultimi compromettessero la pace che vi era tra i popoli. Ken non è un essere umano, né un vampiro, uno stregone e un ibrido; lui è uno spirito che, alleato con mio padre biologico, ha deciso di vendicarsi della sua morte attaccando noi. Ricordi ogni attimo di quella guerra, durò massimo due giorni, pochissimi se consideriamo la durata delle guerre passate, ma quei due giorni furono devastanti. I nostri soldati si allearono per combattere contro uomini di loro competenza, ma per le bestie creata da Ken c'era bisogno del nostro intervento. Pur di proteggerti ti abbiamo portata in un luogo sicuro, ma poco è servito perché durante la guerra Ken ti ha trovata ed usata come scudo contro di noi. Il piano era semplice: intrappolavamo lo spirito di Ken nel sigillo, successivamente nella dimensione spazio e temporale e lì sarebbe rimasto. Purtroppo il piano ha funzionato, ma nell'attimo in cui tua madre e mia sorella hanno lanciato l'incantesimo tu sei comparsa dal nulla e lui ti ha usata come scudo, poco è servito dato che lui stesso è rimasto intrappolato nel tempo mentre tu sei stata catapultata qui.»

Lei rimane in silenzio ad ascoltarmi, senza stupore, bensì solo interessata, dunque continuai. «Quando sono giunto qui mi è stato detto dal me del futuro che loro in passato hanno distrutto il suo spirito, mentre noi non lo abbiamo fatto. Il passato è cambiato e sta avendo conseguenze sul futuro. Gli uomini che ti hanno attaccato sono sicuramente suoi scagnozzi, Ken deve aver trovato un modo per liberarsi e per far ciò gli serve il cristallo che stanno cercando. Questa è solo una mia ipotesi, ma penso che sia quella giusta.»

Le sbatté le palpebre e si portò una mano sulla fronte, «io... Io ricordo qualcosa», strinse gli occhi colpita da una fitta di dolore e fu allora che mi avvicinai, inginocchiandomi accanto a lei. «Vedo scene... Quando parlavi, vedevo scene», borbottò.

«La tua mente sta ricordando, è una nota positiva.»

«È per questo che siamo ancora bloccati qui? Dobbiamo distruggere lui?», chiese con voce roca ed espressione dolorante.

«Sì, la Regina sta molto male e pensiamo sia dovuto a te; ossia, se succede qualcosa a te, lei potrebbe scomparire del tutto. Non volevo dirti la verità così velocemente, ma non c'è tempo da perdere, la situazione sta degenerando e non sappiamo cosa fare.»

«Giusto, se io morissi, lei non ci esisterebbe più... Perché lei è me nel futuro», ragionò ad alta voce. «C'è qualcosa che posso fare?»

«Sì, ma per fare ciò avrai bisogno dell'aiuto di mia sorella, che guarda caso sta giungendo qui.»

Spazio autrice:
Questo capitolo è fondamentalissimo!
Mi sta venendo l'ansia perché siamo a metà storia e ci saranno tanti colpi di scena!
-Angel ❤️

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