XXIX

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Jane

Vidi Damon andare via di corsa. Possibile che fosse spaventato da qualcosa? No, impossibile, non poteva essere spaventato da me, allora perché fuggiva sempre?

Sapevo che mi nascondesse qualcosa, lo aveva appena provato, lui mi vedeva molto di più che una semplice cugina ed io? Io come lo vedevo?
Sicuramente lo vedevo come il mio protettore, l'uomo a cui aggrapparsi in ogni caso, la mia ancora; ma non sapevo se ciò che provavo per lui andava oltre l'affetto.

In passato provavo piacere per lui, non volevo esprimere la parola amore perché non ne ero sicura; lo avevo visto nei sogni, vedevo i miei occhi come brillavano davanti a suoi, ma chissà se ciò era cambiato.

Decisi di seguirlo verso il piano inferiore e conoscere finalmente Angel, ma mi sorpresi quando mi accorsi che lui non era presente in salone. Dov'era finito?

«Jane, eccoti qui finalmente, come ti senti?», chiese subito il Re non appena mi vide.

«Sto bene, grazie mille», i miei occhi si posarono sulla figura di una bellissima donna. I suoi occhi, i suoi lineamenti facciali, la sua postura, era così simile a Damon... La sua perfetta copia al femminile. «Salve», dissi educatamente.

«Mi fa piacere vederti sana e salva, sono Angel, Damon mi ha spiegato la tua situazione e puoi stare tranquilla: conosco un ottimo incantesimo che ti aiuterà a farti ritornare la memoria», musica per le mie orecchie!

«Davvero? Finalmente grazie mille, non ne potevo più di questa terribile situazione, non potete capire com'è frustrante non conoscere il proprio passato ed essere all'oscuro di tutto.»

«Puoi darmi del tu, è vero che sono la Regina della città dell'est, ma non amo più tutte queste formalità. Damon, se sei d'accordo, possiamo procedere passo dopo passo e risolvere tutti i problemi. Partiamo dalla sua memoria, successivamente -tramite i suoi ricordi- proverò a capire chi sono questi uomini che compaiono all'improvviso», si rivolse al Re.

«Penso che sia un'ottima idea, potremmo-»

«Sire!», entrò una guardia con il fiatone, facendoci mettere tutti sull'allerta. «V-Vi manda a chiamare la Regina, chiede di vedervi urgentemente.»

Il Re non appena udì quell'urgente richiesta, balzò in piedi e corse fuori dalla camera. Mi voltai verso Angel, consapevole che ormai per la Regina non vi era più nulla da fare se non sperare. La vidi con il viso chino e le mani strette in grembo, il dispiacere era dipinto nitidamente sul suo volto e in parte mi sentii in colpa.

Se tutto fosse stato portato al termine in passato, esso non sarebbe mutato e la Regina non sarebbe in fin di vita. Seppur non conoscessi di persona Ken, o almeno non ricordassi il suo viso, iniziavo seriamente ad odiarlo per tutto ciò che ci stava facendo. Era un uomo egoisto, crudele e spregevole.

Se tutti noi lo volevano morto, ci doveva pur essere un motivo valido, perché lui non lo capiva? Semplice pensare ad una sua arresa, purtroppo sapevo che non sarebbe mai stata possibile.

«Jane, sai dov'è Damon? Potrebbe essermi di aiuto per l'incantesimo», le parole di Angel mi risvegliarono.

«Non saprei, doveva essere qui con me, ma sembra essere sparito», risposi in un sussurro.

«Sparito? Impossibile, deve pur essere nel castello. Adrien, potresti cercarlo?», chiese educatamente alla guardia che mi affiancava sempre. Lui annuì e si allontanò da noi.

Un improvvisa ansia si impossessò del mio corpo, se gli fosse successo qualcosa? Cosa potevo fare per trovarlo?
Molte volte lui era riuscito a percepirmi, non sapevo come, ma lui poteva leggermi nella mente e nell'animo, forse se mi sarei concentrata, ci sarei riuscita anch'io... Ma non sapevo come fare, per nulla.

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