XXXIII

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Scusate gli eventuali errori, ma questo è il terzo capitolo della giornata e sono particolarmente stanca. Penso che lo correggerò domani, per ora godetevi questo capitolo di passaggio, perché nel prossimo ci sarà un altro colpo di scena😏
-Angel ❤️

Buona lettura

Il mattino seguente mi svegliai con uno splendido sorriso sulle labbra. Mi catapultai fuori dal letto e corsi davanti allo specchio per ammirare la mia innata felicità.

Andai in bagno per lavarmi i denti e il viso e successivamente tornai in camera, nel momento esatto in cui entro Louren -una nostra domestica- che mi sorrise e mi disse che mi avrebbe aiutata a prepararmi.

Tolsi la camicia da notte ed indossai un abito interamente blu scuro, Louren mi fermò i capelli con una spilla del medesimo colore, dopodiché animò il mio viso con del leggero trucco. Scesi al piano inferiore per fare colazione e, nonostante fossero le otto del mattino, sentivo già tutti indaffarati nei loro compiti.

I miei genitori erano a tavola che dialogavano con Angel e Damon, quest'ultimo non appena mi vide mi stampò un bacio sulla guancia e mi diede il buongiorno. Il tutto avvenne davanti agli occhi dei presenti, ma non lo rimproverai per quel gesto, infondo gli altri sapevano che eravamo legami e che quindi eravamo destinati a stare insieme.

«Che delizia», dissi, osservando i dolci e le bevande poste sul tavolo. Presi un croissant e del latte, per poi mangiare in silenzio.

Dovremmo dirglielo

Sentì una voce nella mente e mi guardai attorno, per poi puntare lo sguardo su Damon e sorridere.

Alla fine c'è l'abbiamo fatta anche noi.
Si riferiva ai pensieri... Finalmente potevamo comunicare tramite essi!

Il potere del donare il sangue al proprio partner. Penso che sia arrivato il momento, Jane, so che forse avresti voluto aspettare un po', ma-

Ho capito Damon, sono consapevole dei problemi che abbiamo. Ti chiedo solo di farmi parlare e di non svelare oltre ciò che dico ai miei genitori.

Lo vidi annuire e quindi mi schiarii la voce, «so che siamo tornati da nemmeno un giorno, ma dobbiamo assolutamente parlarvi di qualcosa di estremamente importante.»

Mio padre alzò subito il viso e sgranò gli occhi, «ti prego, non ditemi ciò che sto pensando... Siete ancora troppo giovani per governare, inoltre non ho ancora dato la mia benedizione a-»

«Padre, aspettate un secondo! Di cosa state parlando?», lo interruppi.

«Voi di cosa volete informarci?»

«Di questioni che possono riguardare l'intero regno, non sono personali», capii subito a cosa si riferisse e penso che lo capirono anche il resto dei presenti. Mio padre si ammutolì ed abbassò il viso con fare imbarazzato, dunque continuai con la mia spiegazione, anche se non era per niente iniziata. «Nel futuro abbiamo riscontrato molti problemi legati al passato, purtroppo quest'ultimo ha subito un cambiamento a nostra inconsapevolezza e questo cambiamento sta mutando pian piano il futuro, dunque dobbiamo riparare l'errore per permettere all'equilibrio di ripresentarsi.»

«Di quale errori state parlando?»

«Nel futuro sono stata aiutata dai Reali della Northside e quei Reali eravamo proprio io e Damon; sono rimasta sconcertata quando la me del futuro si è rivelata per ciò che era, ossia me. Loro mi hanno accolta in casa e hanno fatto sì che pian piano riacquistassi la memoria, mi ha messa al corrente della mia vera natura. Quando arrivò Damon scoprimmo che qualcosa del nostro passato e del loro non coincideva: quel qualcosa è Ken. Il Re ci aveva detto che tempo fa loro avevano distrutto completamente l'anima di Ken prima di viaggiare nel tempo per ritrovarmi, invece noi non abbiamo mai distrutto la sua anima.
Ho subito diversi attacchi nei mesi passati, attacchi dagli scagnozzi di Ken. Non sappiamo come, ma lui ha uomini che lavorano per la sua liberazione e per liberarlo c'è bisogno di un cristallo. Purtroppo non abbiamo idea di cosa sia né dove si trova questo cristallo, purtroppo temiamo che lui possa farmi qualcosa perché nel futuro la Regina Jane è scomparsa e non si sanno le motivazioni-»

«Aspettate, aspettate, volete forse dirci che Ken è tornato e vuole liberarsi? Chi pazzo si unirebbe a lui? Tutti i nostri popoli sanno quanto sia pericoloso, sanno che per colpa sua figli e mariti sono morti in guerra», disse esasperato mio padre.

«Purtroppo questa è la verità padre, dobbiamo agire quanto prima possibile. Sappiamo sicuramente che per annientarlo ci occorre un raro incantesimo.»

«Avremo mai un momento di pace? Non è possibile», scosse il viso mia madre.

«L'avremo madre.»

«Io vi aiuterò, conosco già qualche buon libro da consultare», disse Angel.

«Da come avete detto, non abbiamo alternative, dobbiamo assolutamente agire. Questa volta vorrei tenere fuori gli umani, il popolo ancora non si è ripreso dall'ultima battaglia.»

«Non ci sarà bisogno di informare e coinvolgere il popolo. Ken non ha un esercito con cui difendersi, ha solo un paio di uomini e possiamo sbrigarcela in segreto, senza far uscire la voce fuori dal castello», si alzò Damon, «se permettete devo recuperare un libro dalla libreria», se ne andò senza aggiungere altro.

Mia madre mi fissò intensamente, ma non disse nulla, mentre io riflettevo sulla questione dei miei zii. Dovevo dirgli che avevo visto loro in camera mia? Che erano -a mio parere- gli uomini che mi avevano aggredita?
Non potevo farlo, proprio come aveva ipotizzato Angel del futuro, potevo essere sotto qualche illusione o incantesimo, seppur io fossi sicura di ciò che avevo visto. Volevo averne la certezza, prima di parlarne con loro.

«Vado ad informare Adrien di questo problema, ci farà comodo avere una guardia dalla nostra parte. Inoltre, Jane, resterete sempre in compagnia di qualcuno, non voglio assolutamente che vi accada qualcos'altro.»

Annuii a ciò che disse mio padre e puntai lo sguardo su mia madre, la quale si era alzata da tavola, «mentre voi trovate l'incantesimo che ci servirà, io mi concentrerò sul cristallo. Penso di avere già qualche idea, ma voglio averne la certezza.»

Io ed Angel ci recammo in biblioteca, dove trovammo Damon che consultava un libro che non avevo mia visto. Restammo tutte e tre in silenzio per circa due ore, ogni uno impegnato nella propria lettura. Dovevamo lavora sodo, per superare velocemente quella tragica situazione.

Mi chiesi se Ken sapesse del mio ritorno a casa, ero sicura che lui seguisse i miei spostamenti, altrimenti non sapevo spiegare le continue apparizioni dei suoi scagnozzi ovunque. Forse potevo attirarlo io con qualche inganno, ma come potevo rintracciarlo?

Lui si trovava nel flusso di qualche secolo, viaggiava e si spostava continuamente, senza mai atterrare. Doveva essere una vera tortura ritrovarsi in quel tunnel di vento che collegava spazio e tempo, ma lui era uno spirito, non doveva provare chissà quanto dolore.

Eppure dentro di me avevo una pessima sensazione, una di quelle premonitrici che mi suggeriva che presto qualcosa sarebbe accaduto.

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