XXVIII

1.7K 94 19
                                    

«E adesso hai ancora paura?», questa volta fui io ad avvicinarmi e lei a fare un passo indietro. Eravamo entrati in un gioco di cui solo noi conoscevamo la fine ed era un gioco estremamente pericoloso.

«Non potrei mai avere paura di te, non dopo i bellissimi momenti che ho rivisto», si munì di coraggio e mi fronteggiò come una volta faceva sempre. Finalmente rividi in quegli occhi quella lucentezza ormai persa e la sua espressione si tramutò in fiera e decisa.

Incontrollatamente le afferrai il mento tra il pollice e l'indice e lo alzai verso il mio. Ancora una volta i nostri occhi erano vicinissimi, così come le nostre labbra, addirittura i nostri nasi si sfioravano. La vidi deglutire e una familiare sensazione di tachicardia si impossessò del mio corpo.
L'odore del suo sangue divenne fortissimo, il suo cuore pompava ad alta velocità e sapevo che era giunto il momento di allontanarmi... Ma non ci riuscivo!
«I tuoi occhi», sussurrò, «sono rossi.»

Il respiro ritornò affannoso e ormai non riuscivo a pronunciare più una parola, la gola ardeva da far male. «Hai sete? Ormai so cosa si prova quando si ha quella irrefrenabile voglia di bere. Una volta mi hai offerto il tuo sangue, lascia che sia io ad offrirti il mio», scostò i suoi capelli da un lato.

Quelle parole furono melodia per le mie orecchie, ma non potevo e lo sapevo benissimo. Lei non conosceva ancora la nostra leggenda, la leggenda dei legami. Se avrei bevuto il suo sangue, il nostro legame si sarebbe completato e nessuno dei due avrebbe potuto sottrarsi ad esso. Lei aveva già bevuto il mio, non potevo lasciarmi andare!
«No, grazie, il Re mi consente di usufruire dalla sua scorta», dissi con voce roca, mentre le gengive iniziavano a pulsare.

«Oh... Va bene», annuì dispiaciuta. Perché era dispiaciuta? Lei voleva che io lo facessi? Non era solo per ricambiare il favore?

Le diedi le spalle ed iniziai ad avvisarmi verso l'uscita della camera, «è arrivata Angel, adesso sta parlando con il Re, ma sono sicuro che sarà felice di rivederti.»
Non attesi una sua risposta, bensì mi allontanai quanto più possibile da lei e mi recai verso il seminterrato del castello, dove il Re aveva le sue scorte.

Avevo una sete pazzesca, incontrollabile, mai prima di allora mi era capitata una situazione del genere. Aprii il contenitore freddo che conteneva le sacche di sangue e sgranai gli occhi sconvolto quando vidi che era vuoto... Vuoto!
Dov'erano finite tutte le scorte? Cosa avrei fatto adesso?

Con il respiro sempre più irregolare, mi lasciai andare contro la parete rocciosa e chiusi gli occhi. Non potevo ritornare di sopra, o avrei fatto una strage, dunque l'idea migliore era quella di restare lì sotto ed attendere la notte... Cosa alquanto impossibile, dato che prima o poi sarebbero venuti a cercarmi.

Caso dovevo fare? Perché stavo cadendo nel panico più totale?

Chiusi ancora una volta gli occhi e provai a riprendere il controllo. Dovevo solo distrarmi in qualche modo e tornare di sopra. Eravamo in serio pericolo e non potevo perdere il controllo.

Mi piantai le mani dietro lo nuca ed alzai il viso verso il soffitto, scollegando totalmente l'olfatto da ciò che più mi deliziava. Passavano secondi, minuti, non sapevo esattamente quanto, ma dopo un bel po' riuscii nuovamente a riprendere il controllo.

Soddisfatto di me stesso, mi alzai la pavimento e lentamente mi recai verso il primo piano. Feci per oltrepassare l'atrio, ma una voce catturò la mia attenzione. «Dov'eri finito? Ti stavamo cercando tutti!»

Mi voltai verso il Re confuso, non pensavo che notasse la mia assenza. «Non volevo farti preoccupare, ero... Ero-»

«Damon, sono te, so cosa ti frulla nella testa quando stai per fare una cazzata. Purtroppo non riesco più a prevedere le tue mosse perché tutti i ricordi che avevo del passato stanno svanendo con il tempo e non ho tempo da perdere in cose futili. Jane, la mia Jane, mi è appena sparita tra le braccia; la tua invece è caduta nel panico più totale perché ha costantemente paura che qualcuno possa comparire da un momento all'altro mentre tu non ci sei. Ti pregherei dunque di non commettere chissà quale cazzata e di concentrarti sul tuo obbiettivo», disse tutto ad un fiato sorprendendomi. Il suo non era un rimprovero nei miei confronti, era uno sfogo personale.

«Sire sei me, ed è giusto, così com'è giusto che ho -abbiamo- commesso tanti errori durante la nostra vita, ma ti assicuro che non voglio fare alcuna cazzata. Ero nel seminterrato per un improvviso attacco di sete, le scorte sono stranamente sparite e dovevo prendermi del tempo per calcarmi», mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla spalla, «hai appena perso la tua donna e so come ci si sente, mi sono sentito morire quando ho visto Jane sparire insieme a Ken. Devi fidarti di me... Di te stesso, Jane tornerà indietro te lo prometto», solo in quel momento vidi le sue difese abbassarsi e gli occhi diventare lucidi. Io non avevo mai pianto in vita mai, mai!

Mi sorprendeva il cambiamento che avevo subito con gli anni, mi ero addolcito fin troppo, ma sapevo che sotto quella dolcezza si celava un guerriero pronto a lottare per la sua donna.
«Damon! Eccoti!», come non potevo non riconoscere l'acuta voce di Angel. «Razza di imbecille, come osi sparire improvvisamente in una situazione del genere, pensavamo ti avessero rapito!», la delicatezza di mia sorella mi aveva colpito.

Feci per parlare, ma fui interrotto dallo sparire della luce. Improvvisamente tutto attorno a noi divenne scuro e i miei sensi subito si attivarono. «C'è stato un blackout, Sire, probabilmente dovuto al temporale», subito una guardia si avvicinò.

Il temporale, ero talmente preso da me stesso, che non avevo nemmeno sentito i tuoni e il tremendo acquazzone che di infrangeva contro i vetri della tenuta.
«Ci mancava solo il blackout, manda qualcuno a controllare che sia tutto apposto», ordinò lui.

Il mio primo pensiero volò a Jane, sicuramente si era spaventata molto. «Vado da Jane», avvisai loro e mi diressi verso la sua camera.

Ciò che vidi mi sconvolse totalmente: il nulla, Jane non c'era.

Spazio autrice:
So che questo capitolo può risultare molto strano e complicato. Ci sono tanti avvenimenti non spiegati: la sparizione delle sacche di sangue, la Regina che si dissolve tra le braccia del suo Re, il blackout e la sparizione di Jane.
In poche parole c'è sparizione ovunque 😂.
Tenetevi pronti, perché i prossimi capitoli saranno spettacolari, pieni di colpi di scene.
-Angel ❤️

Sentimenti DistantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora