CAPITOLO XI

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Stavo aprendo la maniglia quando la sua mano si posò sulla mia.

Stavo aprendo la maniglia quando la sua mano si posò sulla mia

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"Non capisci che che mi preoccupo per te, Alice?" mi disse. Adesso, il suo tono era cambiato. La rabbia sembrava sparita, lasciando un qualcosa di dolce.

"Ho paura per te, non voglio che ti accada qualcosa. Comprendimi. Voglio solo il tuo bene" mi spiegò sfiorando le mie labbra con le sue dita. Questi tocchi. Ogni volta, era così. Erano una droga per me. Mi infiammavano ed io volevo bruciare con lui.

Le nostre labbra erano vicinissime, mancava poco quando una voce urlò il mio cognome "Alleviiiiii"! Era la Wally

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Le nostre labbra erano vicinissime, mancava poco quando una voce urlò il mio cognome "Alleviiiiii"! Era la Wally. Di scatto, mi allontanai da lui. Proprio in quel momento entrò la MALEFICA.

"Allevi, si può sapere cosa ha fatto?" mi chiese adirata.

"A fare cosa, professoressa" risposi con stupore. Davvero, non sapevo cosa potessi aver combinato per farla arrabbiare in quel modo.

"A danneggiare il PC".

"Il PC?"

"Si, il computer. Adesso, non cerchi di non capire. Il compito che le avevo assegnato quest'estate. Si è rotto il PC, fuso" 

Fu in quel momento che compresi la gravità di ciò che era successo, è il mio volto cambiò espressione. Il mio lavoro andato in fumo? No, non ditemi che è vero. Non potevo crederci nemmeno io stessa.

"Professoressa Boschi, davvero, ho salvato ogni cosa, sono stata attenta, glielo giuro!" le dissi con sincerità.

"Adesso, basta! Domani verrà il tecnico per verificare il danno. Se dovesse riscontrare che è causa sua, le avviso che sarà cacciata da quest'istituto immediatamente" così senza avere la possibilità di ribadire, se ne andò.

Volevo morire. Non ci potevo credere. Mi girai verso Claudio che stava trattenendo una risata. Sapevo benissimo che tutta questa situazione era assurda, ero furiosa.

"E tu, non dire nulla" lo intimai puntandogli il dito contro. Claudio sorridendo alzò le mani.

"Allevi, lo sai, non mi permetterei mai" e alla fine la risata la fece, eccome, se la fece tanto che la sentirono anche nell'aula degli specializzandi vicino al suo ufficio.

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Yukino si era abbassata al volere del padre. "Yuki, ma come ti comporterai con Marco? I tuoi studi?" le chiesi. Volevo farla ragionare, non poteva ritornare in Giappone. Non avrei avuto più una coinquilina con cui condividere l'affitto.

"Alice-San, purtroppo devo andare. Mia madre...." E scoppiò a piangere  

Faceva fatica a parlare, era molto scossa.

"Mio padre è malato. Me l'ha confessato mia madre. Ha bisogno di me". Fu allora che compresi le sue ragioni. "Bè, allora Marco accetterà più facilmente il tuo distacco, se gli dici la verità". 

"È inutile".

"Perché?" le chiesi disperata.

"Non potrò tornare in Italia a breve termine, Marco mi deve odiare, così sarà più semplice dimenticarmi"  - Le lacrime ormai le coprivano il volto - "Ti prego non dire nulla a Marco, fammi questa promessa".

Alla fine, con l'animo a pezzi risposi "Sì" e l'abbracciai. Naturalmente, Marco, come era prevedibile reagì male alla notizia della dipartita di Yukino. Non volle sentire ragioni quella sera tanto che se ne andò sbattendo la porta di casa nostra.

"Partirò tra due giorni, stagli vicino, avrà bisogno di te" mi disse la mia amica giapponese.

"Sei sicura della tua scelta? "-  le chiesi - "Sì" rispose decisa. E' così capi che era davvero intenzionata a partire e, perdevo una grande amica oltre che la mia coinquilina.

Naturalmente, pensai anche a mio fratello Marco. Sicuramente, non sarebbe stato piacevole per lui sapere che Yukino si sarebbe trasferita in Giappone. Secondo me, in lui, vi era la remota possibilità di poterla riconquistare.

Con questa sua decisione, invece, Yukino aveva chiuso tutte le porte. Mi dispiaceva molto tutto questo, in fin dei conti, mi vedevo già zia di una piccola giapponese nata a Roma. Un vero peccato.

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È cosi, Alice perde la sua amica Yukino. 

Adesso cosa farà?

Seguitemi nei prossimi capitoli.

A presto.

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