CAPITOLO XIII

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"È così avevi ragione" mi disse poco dopo in macchina mentre stavano tornando in istituto.

"Avrei desiderato sbagliarmi" ammisi delusa.

"Alice, lo capisci che Igor Morsi è un assassino? È per questo che non voglio che ti intrometti nelle tue indagini

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"Alice, lo capisci che Igor Morsi è un assassino? È per questo che non voglio che ti intrometti nelle tue indagini. Potresti metterti in pericolo." Aveva ragione, me lo diceva per il mio bene. Solo che è così difficile non farsi coinvolgere dai casi.

Stavo salendo le scale dell'istituto quando spuntò la Wally, ferma con le braccia conserte. Stava aspettando me.

"Pronta?" mi disse appena le fui davanti.

"Sì" risposi quasi senza voce, e prima di seguirla, Claudio mi lanciò uno sguardo di compassione. Per fortuna, stavolta, ne ebbe tanto che volle presenziare sull'esito che il tecnico avrebbe dato a momenti.

La Wally chiamò il tecnico nell'ufficio di Malcomess.

"Forza, Sacrofano, al massimo sarai sbattuta fuori da quest'istituto, e ti potrai dedicare a una tua agenzia di investigazioni visto che sei cosi brava a individuare gli assassini" disse sottovoce avvicinandomi prima di sedersi al suo posto. Lo guardai infuriata. Lui, tuttavia, sorrideva in modo diabolico.

Eccolo, il tecnico del PC. Nella mia mente cominciai a pregare tutti i santi possibili ed immaginabili. La Wally sorrideva come se aspettasse solo sentirsi dire che ero la colpevole del danno al pc.

"Un topo"

"Cosa ha detto?" chiese la Boschi con voce strozzata.

"Lo ripeto. Un topolino di laboratorio è scappato due giorni fa causando un danno al PC della dottoressa Allevi. Ha mangiato il cavo di alimentazione provocando un cortocircuito"

Non riuscivo a crederci. Ero salva. Guardai prima la Wally, il cui volto era diventato bianco cadaverico mentre in Claudio era scappato un sorriso.

"I dati?" chiese Malcomess.

"Salvi. Come già spiegato, il topo ha danneggiato solo il cavo. Il PC è salvo"

Non sapevo se urlare o piangere di gioia.

"Va bene" lo congedò il SUPREMO. Tornai a respirare. Non era colpa mia.

"Bene, Valeria, adesso che abbiamo appurato che non è colpa dell'Allevi possiamo occuparci dei nostri lavori" disse Malcomess.

"Sì" rispose lei con un filo di voce.

Sulle scale ad attendermi c'erano Lara e Paolone. Appena mi videro corsero ad abbracciarmi.

"La Wally, allora, ha avuto la sua lezione" mi disse Lara.

"Sì, dovevate vederla. Era sbiancata alla notizia".

"Un topo chi l'avrebbe detto che ti avrebbe salvato la vita" continuò Paolone.

"Già, non riuscivo a crederci. Le stavo scoppiando a ridere in faccia. Sono riuscita a fermarmi" ammisi.

"Bene, e adesso, Alice, puoi festeggiare il tuo compleanno con noi" spiegò Lara sorridendomi.

"No, l'ho detto. Quest'anno niente festeggiamenti. Tra due giorni vado a Sacrofano dalla mia famiglia" dissi convinta.

"Uff, Alice, che barba che sei"  - appoggiò Paolone - "Devi festeggiare con noi, anche per la tua salvezza dalla strega", e così scoppiammo a ridere.

Si sentì un colpo di tosse. Era Claudio.

"Adesso, cari ragazzuoli, al lavoro dopo questa sana ricreazione. Che ne dite?" disse con tono ironico.

"Sì, subito" rispondemmo all'unisono.

"Proietti, aspetta, vieni con me nel mio ufficio". Naturalmente, Lara rimase sorpresa da questa sua richiesta, tuttavia, lo seguì senza proferire parola.

"Tu sai le ragioni che hanno portato Conforti a chiedere di Lara" mi chiese Paolone.

"No" ammisi con sincerità. Questa cosa, lasciava sorpresa anche a me. Per quale ragione, l'aveva convocata nel suo ufficio. C'era sotto qualcosa? 



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E adesso, per quale ragione Claudio chiama Lara nel suo ufficio? 

Cosa stanno nascondendo questi due?

Sicuramente dovete continuare a leggere il proseguo per capire come andrà a finire la nostra storia.

Saluti a tutti :)

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