"Ma Giulietta Giulietta proprio?"

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Sono ancora qui seduta sulla panchina con il ragazzo occhi belli alla mia destra e il maiale ancora per terra.

"Ti ha fatto tanto male?"

'Dio che voce angelica.'

"No", risposi secca.

Vidi il pervertito alzarsi da terra e scappare.

Mi sento ancora picchiare dentro lo stomaco e cosi faccio per vomitare.

"Oi tutto bene? Mi prende per una mano e io sento i brividi per tutto il corpo.

"Ma chi cazzo sei vieni qui e tiri un pungo ad uno ed ora ti occupi anche di me?" Gli dico tutto guardando ancora per terra non riesco a guardarlo negli occhi.

"Senti io sono uno che ti ha salvato la vita perche non so se l'avevi capito che 1. questo e un posto di spaccio e cose varie e 2. che quello sicuramente non ti voleva portare a casa e rimboccarti le coperte." E cosi mi rispose lui senza fermarsi.
Mi guardò ancora per pochi secondi, girò i tacchi e se ne andò.

'Ecco brava Giulietta ora sei qui da sola e in piu ti sei fatta scapare uno che ti ha salvato la vita e che era pure un figo da paura. Oh ma che cazzo stai dicendo? Invece di pensare a cosa fare per tornare a casa ti metti a commentare l'aspetto del tuo salvatore?'

Non so che cazzo fare e sono ancora qui seduta come una cretina. Credo di tornarmene in discoteca, limonare con uno e fare la stessa fine di Violetta. Ma che dico prima di fare ste cose preferisco andare a casa a piedi anche se ci metto 1h.

"Scusa." Mi girai sulla mia destra e me lo ritrovai davanti. Coperto a meta da quel lampione di luce che con il passare del tempo si spense sempre di piu.

"Scusa per cosa? Anzi no scusami tu!"

Si sedette vicino a me ma io preferivo non guardarlo. Così fissai la strada deserta davanti a me.

"E che quando quel maiale ti ha preso con quello mano non ci ho visto più. E ho sentito come un dolore dentro, come un dolore allo stomaco."
'Cazzo come a me.'

Invece di dirgli che ho provato la stessa cosa gli dico con voce secca:"Ma neanche mi conosci!"

"E che centra."

Mi girai per guardarlo e notai che lui mi stava già guardando.

"Se tu vedi un bambino annegare non lo salvi? Preferisci farlo morire d'avanti a te perche non lo conosci?"

"Non e la stessa identica cosa."

"Invece si! Tu credi veramente che quello aveva buoni intensioni con te? Sei davvero ingenua."

Lo guardai sbalordita.

"Che c'è?"

"Ma se neanche mi conosci?" Gli dissi io ad alta voce.

"Sei ingenua, permalosa e anche abbastanza bambina."

'Basta!'

Mi alzai e iniziai a camminare. Sentì lui chiamarmi, ey ey, ma non me ne fregava niente.
Come si permetteva a giudicarmi cosi.

"Dai fermati."

"Lasciami stare", gli dissi io alzando il passo.

Mi sentì prendere per un braccio.

"Ti fermi? Non hai capito che qui e pericoloso. Con questo mini abito ti violentano subito. Anche se anche con un abito lungo insomma." Mi guardò malizioso.

"Come ti permetti?" gli mollai una bella pizza.

"Aia ma sei fuori?"

"Scusa", gli dissi io.

"Ora vieni con me" mi tirò per un braccio molto bruscamente.

"Mi fai male"

Lasciò subito la presa e con sguardo dolce e voce comprensiva mi disse:"Perdonami." Abbassò lo sguardo.

Rimanemmo per un paio di secondi cosi finquando lui sbloccò il silenzio. "Senti una cosa buona la detta quel maiale, che si e permesso di toccarti, qui a quest ora non ne passano autobus quindi ti prego vieni con me e fidati."

"No credo di tornare in discoteca a prendere la mia amica e magari ci facciamo dare un passaggio da qualche suo amico."

"Ahah"

"Perché ridi?", gli dissi con voce da maestrina.

"Non vorrei dirlo ma scometto che quel vestitino te lo ha prestato la tua amica e che tu te ne volevi andare ma lei ha preferito rimanere per spassarsela un pò."

Lo guardai sbalordita. "Ti ha mandato Vio?"

"Come scusa?"

'Cazzo lo ha mandato a questo? Sa tutto di me.'

"Allora te ne vieni con me? Facciamo una cosa ti do il mio coltellino cosi se ti faccio qualcosa ti do la possibilita di infilzarmi."

Non so perché ma mi fido. C'è qualcosa che mi spinse a fidarmi anche rifiutando il coltellino che lui mi aveva offerto cordialmente.

Ma prima di entrare in macchina mi bloccai.

"Che hai ora?", mi disse stanco.

"E che sto entrando in macchina con uno e non so neanche come si chiama."

"Ahah."

Di nuovo mi rise in faccia.

'Ah quanto lo odio quando fa così.'

Si incamminò verso di me e ancora con il sorriso sulle labbra mi disse:"Non ce la fai proprio a fare la cattiva ragazza."

Arrivato dalla mia parte mi porse la mano.

"Piacere Anthony."

"Piacere Giulietta."

"Ahah"

'Se mi ride un altra volta in faccia prendo il coltellino e lo accoltello veramente.'

"Ma Giulietta Giulietta propio?"

"No Giulietta Cinzia", gli risposi io sarcastica e con voce acida.

"Ahah."

'Ok, ora lo accoltello!'

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