Mal di cuore

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POV'S Anthony

Rimasi folgorato dalla somiglianza di queste due ragazze.

Non può che essere la sorella di Giu.

Dalla sua espressione capì che lei fosse un ospite molto inaspettato.
Anche se il volto sconvolto quasi come quello della mia ragazza non me lo potetti spiegare.

"Cosa ci fai qui?", chiese di botto Giulietta rompendo il silenzio.

"Ciao." La sua voce a contrasto con quella di Giu era molto più alta, quasi uno squittio.

"Ti ho fatto una domanda!", rispose dura.

La strinsi un po' di più sul fianco, cercando di farla calmare.

"Sei mia sorella, non ti posso venire a trovare?", domandò.

"Non dopo quello che è successo!"

Di colpo Giu chiuse la porta facendo un gran chiasso.

"Falla entrate", gli sussurrai." "Ci sarà un motivo se è qui."

"No! Non la conosci! Non sai tutto quello che ho passato! Rivedendola tutto mi venne in mente e credimi non è proprio carino", spiegò con gli occhi pieni di lacrime.

"Non ti interessa sapere perché e qui?", chiesi e gli misi una mano sulla guancia dove lei subito dopo di spinse contro come se avrebbe bisogno di un nostro contatto.

"Si! Ma il male e di più", ammise.

"Falla parlare e poi la butti fuori", le proposi.

Mi guardò e riuscì a capire che ci stava pensando su.

"Non lo so."

"Vado io. Prima che se ne vada."

Corsi giù per le scale e appena aprì il portone la vidi sul marciapiede di fronte con il cellulare fra le mani.

"Hei", urlai sventolando con la mano.

Riuscì ad avere la sua attenzione e subito dopo mi raggiunse.

"Sei il ragazzo di Giulia?", chiese.

Rimasi un attimo interdetto perché non avevo mai sentito nessuno chiamare Giulia, la mia Giulietta.

"Si", risposi.

"Piacere Ilary." Mi porse la mano.

'Allora e vizio di famiglia dare nomi strani?'

"Anthony", le strinsi la mano.

"Come mai sei qui?", chiesi.

"Ne preferirei parlare con mia sorella."

"Ti avverto che se gli farai del male e la farai ancora soffrire, questa e l'ultima volta che la vedi. Visto che è solo grazie a me che entri. Se fosse stato per lei, ora saresti già andata via."

Gli feci questo breve discorso, dopodiché lei non replicò più niente e mi seguì in silenzio fino a l'appartamento mio e di Giulietta.

La porta era ancora socchiusa e come immaginavo trovai Giulietta in cucina a fare qualcosa.

E sempre la stessa storia. Quando lei è arrabbiata, triste, ferita o magari solo snervata va in cucina e inizia a mettere apposto. Un po' di tutto. Basta che tiene la mente occupata.

Mi sgranchì la voce e lei si girò, anche se sapevo che ci aveva sentito entrare.

Ilary comparve da dietro di me e sussurrò:" Ciao."

Sorrideva scarsamente, si vedeva che fosse in imbarazzo.

Giu ricambiò il saluto ma non fece trasparire nessuna emozione positiva.

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