Le nostre iniziali incise sul cuore

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Sentì suonare il campanello e andai a chiedere chi fosse anche se avrei potuto immaginarlo.

"Chi eh?", chiesi alzando la cornetta.

"Anth."

Apri la porta e andai velocemente al piano di sopra per darmi un ultima occhiata allo specchio.

Indossavo un pantalone nero con una camicia bianca infilata dentro e dei stivaletti neri con lacci d'oro.
Mini mal, per non dare tanto nel occhio.

Senti la porta chiudersi e tornai giu.

"Ciao!", lo salutai scendendo le scale.

"Ciao."

"Come va?", chiesi.

"Ora bene tu?"

"Eh.. Bene. Anche io."

'Come cazzo stai parlando, Giu?', pensai.

"Vuoi bere qualcosa prima che andiamo?"

Andai verso la cucina e lui mi venne dietro.

"Vino?", chiesi sventolando una bottiglia di vino tra le mani.

"Iniziamo con l'acqua direi", rise.

'Che cretina che sono come posso offrirgli del vino se ancora dobbiamo uscire. Cosa penserà di me?'

"Giu!", mi chiamò Anth sventolandomi una mano davanti alla faccia.

"E si. Dicevi?"

"Stavi ascoltando?", chiese.

"No." Abbassai lo sguardo, vergognandomi.

"Tranquilla, ti avevo solo chiesto se potevo andare un attimo in bagno?", mi sorrise.

"Ah certo! Sai dov'è no?"

Appena uscì dalla stanza, espirai. Non mi ero neanche accorta che stavo trattenendo l'aria.

"Mhmm buono", dissi chiudendo gli occhi e assaporando la mia pasta.

"Hm, non ci credo", disse Anth rubandomi un tortellino dal piatto.

"Ehi", gli punzecchiai la mano con la forchetta.

"Aia", reclamò. "Comunque la mia e più buona."

"Impossibile! I miei giusto sono molto meglio dei tuoi", spiegai con leggerezza mentre gli rubavo il cibo dal piatto.

"Cosa hai fatto oggi?", chiese.

"Niente, ho pulito un po' casa e poi mi son preparata per stasera. Tu?"

"Niente."

"Niente e basta?", dissi alzando lo sguardo dai piatti e smettendo di mangiare.

"Si. Oggi è il mio giorno libero e questo equivale a fare niente."

"Sei pessimo", dissi leggermente schifata.

"E tu la smetti di mangiare la pasta dal mio piatto?", chiese.

In effetti aveva ragione stavo ancora mangiando la pasta dal suo piatto ed era quasi finita.

"Ho scusa, continuo subito con la mia", sorrisi perfidamente.

"Diventerò sciupato stando con te. Mangi tutto tu", piagnucolò fintamente.

Risi e iniziai a mangiare il mio cibo che ormai era anche quasi freddo.

La serata passò tranquillamente. Avevamo deciso di mangiare insieme la mia pasta visto che lui aveva veramente mangiato poco.

"Grazie", gli sorrise la cameriera visto che Anthony gli aveva dato una bella mancia.

Occhi dentro occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora