Soltanto la verità

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POV'S Anthony

Era davanti a me ubriaca ma bella come non mai!

La notai sulla pista da ballo mentre ballava con uno stronzo che gli si stava strusciando addosso.
Avrei voluto spaccargli la faccia ma non potevo perché non era più mia.
Avrei voluto ballare io con lei ma non potevo. Avrei voluto tenerli i capelli mentre vomitava le quantità di alcol ingerite ma non potevo.

Pur sapendo di non poter fare tutte queste cose gli sono corso dietro e ora sono qui. Davanti a lei.

"Anth." Mi salta al collo e saltella.

"Giulietta", risposi duro e la allontanai da me anche se avrei preferito stringerla a me è non lasciarla più.
"Quanto hai bevuto?"

"Tre, quattro, dieci, mille, due, cento."

Ok non posso contare sulla sua sincerità, ha bevuto veramente troppo.

"Cosa hai bevuto?", chiesi anche se so che non sarà in grado di rispondermi.

"Vodka! Aqua! Latte e biscotti, si stamattina. Mhhm buonissimo. Come le tue labbra." Si avvicina per baciarmi ma io mi scansai. Non potevo e ubriaca, non è in se è non è giusto che io me n'è approfitti.

"Uei! Come è sta cosa? Ci baciamo solo quando dici tu?"

"Giuli! Andiamo a casa! Non fare scenate!" La presi per il braccio con cui l'avevo tirata a me ma lei si scanso.

"Io con te non vado da nessuna parte!"

"Ah si?" La presi per le gambe e la caricai sopra una spalla.

Dopo essersi dimenata e aver gridato di aver un vestito troppo corto, arrivammo alla mia macchina dove la sedetti sul sedile e gli misi la cintura.

Sali da l'altra parte e notai che stava aprendo la porta per uscire ma la cintura la fermo.

"Cazzo!"

"Se non ti tagli la cintura non potrai uscire dalla macchina", gli feci notare. "E ora chiudi la porta che ti porto a casa."

Stavo per girare la chiave ma lei me la tiro e prima di potermi lamentare del accaduto, si tolse la cintura e si mise in ginocchio.

"Allora... Primo! Tu non mi puoi portare a casa! Secondo..." Non fini neanche di parlare perché come una fontana mi vomito sulla camicia.

"Giuli, cazzo!" Scesi dalla macchina e gli apri lo sportello così da fargli vomitare sul marciapiede.

Con una mano gli tenevo i capelli mentre con l'altra una mano. In parte mi sentivo in colpa per come stava. Se non mi fossi comportato da stronzo ora magari staremo a casa a guardare un film d'amore che gli piace tanto.
Lasciò la mia mano e così fui strappato via dai miei pensieri.

"Ti porto a casa." La sedetti di nuovo sul sedile, gli rimisi la cintura e gli apri un po' il finestrino per fargli prendere un po' d'aria e nel caso avrebbe bisogno di rivomitare.

Per tutto il tragitto non parlammo. Qualche volta mi voltai verso di lei, che aveva gli occhi socchiusi e il vento faceva muovere leggermente i suoi capelli.
E bellissima.

Arrivati a casa, gli presi le chiavi dalla borsa e la presi in braccio.
Appena entrammo in casa sua, il suo odore mi venne subito incontro e io feci un respiro profondo.

La portai nella stanza da letto e la coricai sul suo letto.

'E ora?', pensai.

"Anth", si lamento.

"Si." Corsi subito verso di lei e mi sedetti accanto al suo corpo di stesso.

"Grazie", disse piano.

"E di che?!", gli accarezzai la fronte, togliendoli qualche capello dalla fronte.

"Rimani sempre uno stronzo però! E puzzi pure di vomito."

Senza dire niente mi alzai, tolsi la camicia e la lasciai nella vasca da bagno.
Ritornai indietro affrettato ma lei stava ancora li è non si era mossa neanche di un millimetro.

"Anth!"

"Si?"

"Mi metti il pigiama?"

'Cosa? Dovrei spogliarla? Non so se potrò resistere e veramente troppo.'

"Dove è il pigiama?", gli chiesi non dando retta ai miei pensieri.

Mi spiegò dove fosse e mi misi a cavalcioni sul letto.

'Cazzo! Ed ora?'

Gli alzai le braccia e presi il vestito da sotto tirandoglielo sopra la testa.

'Oddio, credo di svenire.'

Indossa del intimo nero in pizzo che rende le sue leggere curve terribilmente sexy.

Dopo avergli messo il pigiama, con fatica, scesi dal letto e così decisi di andare. Notai che non indossai una maglia quindi presi una coperta e me la avvolsi intorno al busto per non prendere freddo.

Arrivai alla porta ma qualcosa mi fermo. Lei! Mi aveva chiamato.

"Si?", mi voltai verso di lei.

"Ti prego stai con me."

Occhi dentro occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora